Voglio il mare non una pozzanghera

gennaio 30, 2014 in Recensioni da Piera Maculotti

L’ESPERIENZA DI LAURA PUPPATO NEL NUOVO LIBRO-INTERVISTA CON DANIELA BRANCATI

puppatoTenacia. Coraggio. Una sana dose di anticonformismo. C’è anche questo nell’impegno dell’imprenditrice veneta, oggi senatrice PD, Laura Puppato; tratti umani che hanno spinto la giornalista Daniela Brancati a voler conoscere meglio questa donna decisa, concreta, pacata. Dal dialogo e l’incontro esce il nuovo libro-intervista Voglio il mare non una pozzanghera (Dino Audino Ed. pp.96 € 10): una riflessione sul fare politica oggi attraverso la testimonianza di un’esperienza sul campo, intensa e positiva.

Per Laura Puppato la politica è empatia sociale, come titola il primo capitolo: l’impulso a difendere i valori, a preoccuparsi – e occuparsi – anche dei bisogni degli altri, è una precoce vocazione; con le lotte studentesche degli anni ’70 inizia l’apprendistato, prosegue con l’impegno ambientalista e con quello sindacale. Ma l’esperienza più coinvolgente e formativa è quella del volontariato: quattro anni, dal ’91 al ’95, nell’ex Jugoslavia, a tu per tu con l’atroce, assurda guerra etnica.

Poi ci sono – duri e belli – i nove anni di Sindaca, in terra leghista, a Montebelluna (Treviso); due mandati, un ruolo giocato con passione e capacità di fare. Vicina ai cittadini, sul territorio; lo sguardo attento e aperto oltre i confini localistici… Le inattese 60.000 preferenze alle Europee del 2009 sono il segno di una diffusa voglia di cambiamento. Una sfida confermata l’anno dopo dal successo alle Regionali del Veneto, dove per tre anni, come Capogruppo PD, guiderà un’opposizione “chiara e costruttiva”. Cambiare si può; anzi si deve; mettendo insieme le forze, e le diversità. Per questo – unica donna – si candida alle primarie del centro sinistra. Renzi e Bersani, Vendola e Tabacci e lei, contro i big e gli habitué della politica; senza l’appoggio degli apparati, pressoché esclusa dal dibattito televisivo, costretta al burka mediatico

 Ma la sfida è riuscita; e oggi anche a Roma, in Senato – dopo il traumatico inizio di legislatura e la turbolenta prosecuzione – la sua scommessa politica resiste; e insiste con interventi mirati (a volte dissenzienti, come sugli F-35), sull’urgenza della pace (scelta valoriale ma anche necessità economica), sull’emergenza lavoro, la questione ambientale, l’uso accorto delle risorse. Anche di quelle umane; e di quelle politiche, a partire dal suo partito: io nel PD ci credo e lo voglio come forza propulsiva e trainante, non declinata su se stessa. Il PD è la sua casa, dice Laura Puppato; urge aprirne porte e finestre per chi ha proposte, idee, volontà. Per uscire dalla pozzanghera di un Paese stanco e bloccato, per affrontare finalmente il mare di problemi che aspettano risposta. Con gesti di buona politica, sana, concreta, pacata. In tempi di anti-politica, un impegno quasi anticonformista.

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