“Sulle ali del sogno”, un libro inspiegabilmente attaccato
luglio 17, 2017 in Approfondimenti, Interviste da Beatrice Orini
Accade nell’anno 2017 che un libro di fiabe viene preso di mira sui social network da alcuni sostenitori del Popolo della Famiglia, che si definisce un movimento politico autonomo in difesa dei principi non negoziabili, nato l’11 marzo 2016 dall’esigenza di dare una voce alle migliaia di persone scese in piazza in occasione dei Family Day del Giugno 2015 e del Gennaio 2016.
Il libro “Sulle ali del sogno”, pubblicato da LFA, agenzia di grafica ed impaginazione e ora anche casa editrice indipendente, è scritto dal giovane autore milanese Domenico del Coco, reo di aver inserito nella storia il cambio di identità sessuale di un personaggio, che da fata si tramuta temporaneamente in cavaliere per poter aiutare i due piccoli protagonisti, Arnor e Grethe, figli di famiglie di briganti rivali.
E se questo espediente, del tutto funzionale alla narrazione, ha scioccato alcuni lettori cattolici, un utente musulmano, che non deve aver mai sentito parlare dei Fratelli Grimm, sconsiglia su Facebook l’acquisto del testo poiché diseducativo; in particolare, critica i continui riferimenti a magia, fatture, streghe, incantesimi, fate, ecc., che sono contrari ai suoi convincimenti religiosi. Basta un attimo e piovono commenti terrorizzati: ma l’autore è satanista?
Eppure non sembra difficile: “Sulle ali del sogno” è una fiaba e, in quanto tale, narra vicende di esseri umani e di esseri soprannaturali, di spiriti benefici e malefici, di magia e metamorfosi (lo spiega anche L’enciclopedia per ragazzi Treccani: Nelle fiabe compaiono orchi, streghe, maghi, fate, folletti, gnomi e altri personaggi fantastici). Inoltre, se qualcuno si fosse preso la briga di leggere il libro prima di denigrarlo, avrebbe certamente notato – al di là dell’intricata e non banale trama (e di un uso decisamente disinvolto della punteggiatura e talvolta dell’ortografia) – i molti suoi buoni intenti: non stancarsi di sconfiggere l’odio, le discordie e la violenza che dominano le vite dei grandi (briganti e non) e non scordarsi dell’importanza dello studio e della sobrietà (i briganti figli, a differenza dei genitori che si abbuffano e si azzuffano, vanno a scuola insieme e non sono inclini ad alcun eccesso).
Questa storia pare essere soprattutto un bell’invito a coltivare la fantasia a tutte le età e in ogni tempo e luogo: da bambini e da adulti, quando si è figli e quando si è genitori, nel regno di Noth Hiert o in Irlanda al giorno d’oggi.
Ma cosa pensa l’autore Domenico del Coco di questi attacchi? Glielo ha chiesto Andrea Zucchini in un’intervista.
Com’è nato il libro “Sulle ali del sogno”?
Il libro è nato come momento di stacco dal genere storico (che dovevano davvero suscitare polemiche come in “Il Quaderno di Madrid” e “Nessun Amore Più Grande) con la voglia di mettermi alla prova in un genere in apparenza semplice ma in realtà complesso per gli aspetti didattici.
C’è qualcosa di autobiografico nel libro?
No, assolutamente. Non racconto mai di me nei miei libri. Creo personaggi che non appartengono alla mia sfera privata.
Come sono andate le vendite inizialmente?
Bene, ma poi c’è stato un attimo di stallo. Il libro sta suscitando polemiche che non mi aspettavo. Adesso con tutto il parlarne è entrato in classifica su ibs.it, lasciandomi a bocca aperta. Ammetto che anche se ci è rimasto solo per un paio di giorni per me è stata una grande soddisfazione.
Ti aspettavi un odio così forte e immotivato nei tuoi confronti?
No. Soprattutto perché, con l’educazione scoutistica che ho ricevuto, in questo libro ho voluto tramandare valori buoni oggi purtroppo quasi scomparsi.
Questi haters ti stanno limitando, o al contrario ti sono da stimolo per nuove produzioni?
Ho molti più stimoli. Sto ultimando un romanzo con argomento il genocidio armeno e la Turchia di oggi.
L’editore si aspettava una risposta del genere? Come state reagendo?
Neanche l’editore Lello Lucignano era pronto a tale attacco, ma abbiamo saputo affrontare la situazione subito, soprattutto perché crediamo che nel mondo non ci devono essere differenze. Non c’è cosa più urtante quando offendono gli LGBT. La trovo una cosa intollerabilmente stupida. Anzi! Mi leggono i gay o le lesbiche? Sono il triplo felice. Sanno apprezzare meglio certi sentimenti. Il mio editore è attento a tutto e giustamente non protegge solo l’opera presa in causa, ma anche l’autore e la stessa casa editrice. All’inizio è stato duro l’impatto, ma poi la solidarietà si è vista. Il libro è entrato in classifica contro pregiudizi che possono ferire.
Perché hai deciso di dare i proventi della vendita del libro ai ragazzi autistici e Aido e Admo? Loro cosa ne pensano? Ti stanno aiutando nella diffusione e nell’acquisto di copie?
Donare una parte del mio ricavato ad alcune associazioni è una scelta che ha comportato una certa riflessione. Chi riceve tale donazione è contenta perché il mio fine non è essere considerato un salvatore o un personaggio, ma perché credo che certe associazioni meritino un aiuto vero. Sì, mi stanno aiutando e l’associazione di genitori con figli con autismo sono stati i primi a credere in questo progetto. Mi fanno tenerezza quei genitori e aiutarli con la scuola a comprare materiali didattici utili per l’apprendimento è una grande soddisfazione. Chi mi ha maltrattato sui social media pensa che io odi i bambini. Falso! I bambini vanno protetti, amati, educati e soprattutto bisogna farli felici sempre.
Ora su cosa stai lavorando?
Ad un romanzo ambientato in Turchia. Ci impiegherò più tempo perché l’argomento sarà discutibile e sto lavorando sulla trama ma anche sull’uso delle parole. Lavorando, il tempo per la scrittura si è limitato. In più con i social mi sembra il minimo ringraziare i miei lettori e lettrici di qualsiasi età. È grazie a loro che posso tenere la testa sollevata.