Sono malinconico e nostalgico: leggo un libro
ottobre 8, 2013 in Recensioni da Mario Baldoli
A volte la malinconia è il sublime (Kant), è “frutto della profondità” (Benjamin), è “la gioia di sentirsi tristi” (Hugo), è la “tristezza del pensiero” (Steiner).
Con un libro di potente erudizione Luca Ferrieri in Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire, letture e passioni che abitiamo (Olscki editore) indaga su cos’è la lettura e sui sentimenti che muovono il lettore, verificando che la lettura li colpisce tutti.
Tema centrale: cos’è la Lettura.
Il saggio procede per 340 pagine dividendosi in due parti: a fianco del testo una colonna di fonti, citazioni, collegamenti di grande interesse completa l’opera.
Un esempio? Woody Allen dice: “Ho fatto un corso di lettura veloce. Ho letto Guerra e pace, parla della Russia”. C’è infatti una lettura veloce e una lenta, a voce alta o bassa, diurna e notturna, tutte con le proprie caratteristiche.
Qualcuno sostiene che la velocità giusta per leggere è 70-80 pagine all’ora.
Io sono molto più lento, mi piacerebbe conoscere la velocità dei lettori.
La lettura non è uno scritto che rimane, è volatile, effimera, è il frutto del loto che fa dimenticare la casa e la patria ai compagni di Ulisse.
Il suo potere è un vetro che isola, suscita il silenzio interiore, la tensione emotiva, ma non è un’isola alla Robinson, sa collegare il mondo, ci segue nella vita.
La lettura è un’arte silenziosa, schiva, abituata a lavorare sottotraccia, dirige la sua passione nello scegliere, nell’interpretare, nel dare una prospettiva diversa.
Come i sentimenti può essere accidia, rilassamento vitale, incantamento, onanismo, macerazione carnale e sensuale, ad esempio in Oblomov. Ma può essere la musica del mare (Byron) o come Milena per Kafka un turbine che entra nella stanza e travolge tutto, e io non riesco più a pensare. Leggevamo da bambini, a quell’età leggere è una nevicata di fiabe, l’unione del libro e di ciò che eravamo mentre lo leggevamo (Proust).
Tutte le letture nascono da una mancanza. La lettura differisce (Le mille e una notte) , decostruisce l’identità, sovverte il senso comune, attua uno spostamento (Freud), assimila una nuova geografia alla nostra, è una marea che sale e si ritira, Nel ’68 dalla lettura si passava al sonno, e viceversa. Negli anni del riflusso accompagnava i rivoluzionari. Gramsci e Lenin furono grandi lettori, il carcere spinge a leggere.
Infine: come saranno giudicati quelli che hanno amato leggere? (Virginia Woolf). Una domanda pericolosa
Ma la malinconia è anche narcisismo: “Chi legge, legge sempre se stesso” (Proust), “Crediamo che la lettura ci restituisca la parte migliore di noi” (Rilke). E’voracità, ossessione del controllo sul testo, esibizione del dominio di sé attraverso il testo, eccesso di immedesimazione (è il caso dei primi lettori del Werther). E’ anche fuga, evasione.
La lettura di oggi è corsara. Sul web, con i blog, nei forum si creano zone temporaneamente autonome, organizzazioni provvisorie sempre revocabili, movimento e spostamento.
La passione più forte della malinconia è la nostalgia, e sappiamo che nessun ritorno riesce a colmarla. Nessuno pensa che Ulisse, tornato da Penelope, sia felice.
La nostalgia è un esilio, tutto il mondo deve diventare terra straniera per chi vuole leggere in modo perfetto.