Quando una libreria chiude
novembre 14, 2013 in Crisi da Andrea Zucchini
Fuori, la scritta “tutto al 50 per cento per chiusura” e dentro, scaffali semivuoti. Fa una certa impressione entrare oggi nella carto-libreria che frequentavo da bambino, in via Lombroso 26, di fronte a quella che era la mia scuola elementare Dante Alighieri (ora superiore Moretto).
Nata nel 1964 dal volere di tre soci – Aldo Auteliano, Graziella Anderboni e Noemi Gennari – la libreria Cidneo, situata ai piedi dall’omonimo colle, ha accompagnato la vita di due generazioni di abitanti del quartiere di via Crocefissa di Rosa. Inizialmente, oltre ai libri, offriva giocattoli e articoli di cartoleria, ma col passare degli anni si è orientata sempre più intensamente verso la vendita dei soli libri, anche a causa dell’apertura nelle vicinanze di Trenino (poi Toys Center) e di negozi specializzati per l’ufficio.
La libreria Cidneo, che possiede anche una nutrita quantità di pubblicazioni bresciane e di libri storici, ha servito per decenni i propri clienti, riuscendo a farsi sempre più conoscere e amare. Tanto che la titolare Graziella afferma, quasi commuovendosi, di aver visto crescere i figli dei clienti, servendoli dalle scuole elementari fino all’università. Ora, saputo dell’imminente chiusura, l’affetto della gente si è fatto sempre più presente ed esplicito.
È la crisi, male incurabile che affligge questi anni, la causa della chiusura.
La riflessione coinvolge, inevitabilmente, le grandi catene, come Feltrinelli, Mondadori e Giunti, che, con orari flessibili e grande disponibilità, incidono fortemente sul lavoro e sulla sopravivenza dei librai indipendenti e contribuiscono a far morire il fascino del luogo piccolo ma ricco, dell’atmosfera raccolta, quasi intima. Scompare dunque il rapporto umano con il libraio, che chiede, consiglia, avvicina il lettore a nuove scoperte. Mentre le piccole librerie sono sempre più minacciate, quelle grandi diventano enormi contenitori che raccolgono tutto e di più e i libri ora si trovano anche al supermercato o nelle edicole. Eppure è la selezione dei titoli scelti che fa una libreria, non l’ultima novità, magari scadente, pubblicizzata dal grande editore.
Sta al lettore, a mio parere, tornare come cliente a cercare nel piccolo, a ritrovare il profumo della carta e la polvere sugli scaffali. Non sempre, infatti, i buoni libri sono quelli più esposti e illuminati. È la ricerca, il voler scavare e spostare, che fa trovare rarità e perle librarie.
Con la chiusura della libreria Cidneo si perde un po’ di tutto questo. Lo ricorderemo quando vedremo un’altra piccola libreria?