Quali colombe dal disio chiamate

settembre 22, 2014 in Grammatica studentesca della fantasia, Racconti e poesie da Chiara Gaspari

TIPOLOGIA NARRATIVA
Cosa succederebbe se Beatrice, anziché condurre Dante attraverso i cieli del Paradiso, si innamorasse perdutamente di Virgilio e scappasse con lui nel profondo Inferno?
Rossetti, Dante Gabriel 1828-1882 Beata Beatrix 1864-70

Dante Gabriel Rossetti, “Beata Beatrix” (1872)

Caronte, dagli occhi infuocati, scoppia in una fragorosa e diabolica risata. Non può credere ai propri occhi. Sulla sponda davanti a lui, in attesa del mesto traghetto, stanno, abbracciati e tremanti, due impensabili peccatori. La donna ha lunghi capelli biondi ma scarmigliati, un viso dolce ma provato, occhi tristi eppure fieri. Al suo fianco un uomo più attempato la sostiene e la guida, sospirando tra sé. Caronte si avvicina e rudemente li fa salire. Li conosce e, curioso di trovarli in quel luogo, risparmia loro qualche percossa. Li interroga, chiede loro chi siano e gli sventurati rispondono: «Siamo chi pensi tu. Siamo Virgilio e Beatrice. Abbiamo violato la fiducia del nostro protetto, l’abbiamo tradito e abbandonato nel Paradiso terrestre, ma la punizione divina non si è fatta attendere. Un vortice tempestoso ci ha trascinati qui e ha inciso sulle nostre mani la condanna che ci spetta. Essendo rei di lussuria e di tradimento di un amico, le nostre anime saranno divise e le due metà saranno poste in due diversi gironi».

«Beatrice mi condusse al peccato – esordì a questo punto Virgilio – e mi pregò di decantarle alcuni dei miei versi, alcune gesta eroiche degli antichi. Scherzammo, paragonandole all’eroica puntualità con cui il povero Dante aveva avuto dei mancamenti durante il percorso infernale. Ridemmo e d’un tratto sopraggiunse la passione irrefrenabile. Era un momento di riposo, prima di incamminarci verso la salita al Paradiso; avevo concordato col mio protetto di non allontanarci troppo all’interno del giardino edenico. Dante si era avventurato per una passeggiata, ma non faticò a trovarci e a scoprire i nostri corpi avviluppati. Immediatamente, i suoi occhi divennero di ghiaccio e il suo corpo di pietra. Arretrò lentamente e a piccoli passi, non proferendo parola. Si allontanò così, fino a scomparire dalla nostra vista. Lo seguimmo di nascosto e lo vedemmo accoccolato vicino ad una roccia, con le braccia attorno alle ginocchia. Aveva lo sguardo vacuo e il corpo interamente scosso da un inquietante tremore. Io e Beatrice ci guardammo e pensammo a cosa sarebbe stato giusto fare in quel momento, quando il vento sopraggiunse e ci portò via. Ho ancora negli occhi l’immagine del povero Dante annichilito dal dolore».

Caronte sogghignò e batté il remo contro l’imbarcazione. Erano arrivati a destinazione. Fece scendere bruscamente i due amanti e pensò a quanto fosse buffa la natura umana.

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