Piccole pompe funebri. Morte di una Travestita
aprile 25, 2013 in Recensioni da Piera Maculotti
Il noir bresciano dedicato al Carmine di Mymosa Moon. Editor curatore Sergio Facchetti
La gente perbene e quella permale. La città sana e pulita di là; di qua il malfamato quartiere, tra vicoli stretti e osterie, ladri, puttane e trans tutte nostrane.
Distinzioni nette, valide forse nel tempo che fu… Oggi invece è tutto liquido: un calderone confuso si lamenta Mymosa Moon, che sulla trasgressione – dice – è decorosamente campata per lunghi anni.
Ricca, elegante, d’età indefinita, delle storiche travestite del centro città è rimasta solo lei. Sola e triste: per questo scrive… Brandelli di storie; memorie vive, vere chissà … Perché la verità è come l’identità: una, nessuna e i centomila flash del suo variopinto racconto lo attestano.
Piccole pompe funebri. Morte di una Travestita è un noir bresciano – il set è il Carmine, travestito da Borgo Vecchio – firmato da una misteriosa Mymosa Moon (dotata però di profilo facebook e blog). Editor curatore dell’avvincente giallo è Sergio Facchetti, linguista e saggista (tra i promotori del primo gruppo gay a Brescia, negli anni ’80, e del Sole che ride, la Lista verde eco-pacifista per la quale è stato consigliere comunale in Loggia; poi per anni ha lavorato e pubblicato all’estero: in Australia, Inghilterra, Israele, Brasile…)
Ora ecco la nuova brescianissima Morte di una Travestita (acquistabile al Bookstop di Brescia o su amazon, in versione cartacea o come ebook a € 1,50)
Lei, la Mina, nel libro, muore subito. Incidente sul lavoro: strangolata – martedì 16 maggio 1978 – nell’angusta stanza-bottega del suo stanco commercio trans-sessuale. Passata presto dalla tuta blu alla minigonna rossa, ora è un’orrida vecchia rabbiosa. Odiosa a tutti, narra la Mymosa con la sua ruspante scrittura magistrale; anni di fedeltà al Magistrale serale ma di giorno è la star delle trans; dismessi i panni di Aldo il cameriere, lasciata la cascina contadina, va veloce al top della carriera tra marchette e boutiques (marchio tra/vestìti oppure, invitante, tra/vèstiti...)
Sesso, soldi, potere. Crimini, grandi e minimi, attorno a quel buco di polvere e tarli e catafalchi – le Piccole pompe funebri – ricettacolo d’arte varia e funeraria che poi cambierà insegna: Cimeli Neri…
Anni ’60 e ’70; intrighi e tensioni, furti in case e chiese e bombe in piazza; neofascismo e brigatismo; forze dell’ordine mescolate al multiforme disordine (psico-socio-politico) che chi scrive mette in scena con abili tocchi ironici, surreali, spesso metaforici …
Un infame generale doppiogiochista, la checca fascista antigay; l’ex prete, terù, sedicente ebreo; Madame Praepuntius, l’industrialessa prima di maiali, poi di obelischi in finto marmo; le tre Marie: la turpe e mesta Coccige, l’ex puttana pentita Piloro, devota della verginità della figlia, l’anziana Verginella, dagli occhi blu come il Principe, il figlio ricettatore… Un mondo vario e un po’ stra-volto. Come il volto dell’Ignudo che sta, in-vertito, in copertina, un muscoloso Michelangelo che guarda verso altre sponde, il corpo tra-vestito di rosso tra ghirlande e ghiande (dal latino, glande).
Grande è il disordine sotto il cielo dipinto da Mymosa Moon – Sergio Facchetti con un gioco kitsch che va dal sublime all’immondo (con allegro prevalere del secondo).