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Lo schiaffo di Balata [7]

febbraio 19, 2014 in Palestina da Sonia Trovato

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

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Nothing is changing. È questo il ritornello che si ripete incessante a Balata. Siete a Nablus, una delle più città più popolate della Cisgiordania, ma Balata è una città nella città, con la propria moschea, il proprio supermercato, la propria scuola. Balata è un campo profughi, il più grande della Palestina occupata. Venne fondato nel 1950 dall’UNRWA, agenzia delle Nazioni Unite nata per fronteggiare l’emergenza degli sfollati palestinesi, e fu battezzato Yafa, dato che il 75% dei profughi proveniva da Jaffa, antichissima città araba oggi ridotta a controcanto artistico della modernissima Tel Aviv. Leggi il resto di questa voce →

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The slap of Balata

febbraio 19, 2014 in Palestina, Traduzioni da Anna Zorzi

Written by Sonia Trovato, translated by Anna Zorzi Leggi il resto di questa voce →

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Kozeta, tra frutta e scrittura

febbraio 18, 2014 in Nuovi cittadini da Beatrice Orini

kozetaNome: Kozeta

Cognome: Nushi Alikaj

Età: 39 anni

Professione: commerciante, scrittrice e traduttrice

Paese d’origine: Albania

In Italia dal: 2003

Stato civile: coniugata

Sogno: pubblicare presto il mio primo libro in italiano

 

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Provincia

febbraio 17, 2014 in Racconti e poesie da Stefano Bottarelli

Qualche volta il fieno risponde al vento, si muove, imbizzarrito come il tempo che lo infradicia di pioggia o che lo essicca al sole di giugno.

Proprio il sole oggi riscalda questa regione di campagne confinate dalle case e dagli stabilimenti artigianali, che tolgono spazio alla natura. Il panorama cambia sempre più, diventa di ferro, di cemento, di asfalto, di strutture per la produzione. Ancora resiste qualche cascina isolata, magari con una tangenziale sulla quale transitano veicoli a pochi metri di distanza, addirittura sopra la cascina talvolta. E’ l ‘Italia degli anni novanta, fatta di cemento e di terra.

La mattina dall’alba in poi la strada statale si colma di viaggiatori assopiti che raggiungono i posti di lavoro: auto, camion, furgoni, camioncini, vespe, motorini, biciclette; colmano la strada in file che si infittiscono agli incroci laterali. Sirene di fabbriche e cinguettii di uccellini nei campi vicini vengono insieme coperti dal rumore della scia di mezzi che riempie l’aria di un ronzio sempre più insistente. Intanto un pastore nei tratturi delle prealpi subito prossime conta pecore e cani, invadendo i verdi spazi con animali dai velli più grigi che bianchi. Leggi il resto di questa voce →

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La “Gerusalemme occupata” [6]

febbraio 12, 2014 in Palestina da Sonia Trovato

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

IMG_0170Prima di viaggiare in Palestina, Gerusalemme rappresentava per te soprattutto il titolo di un poema che non hai mai amato troppo, forse perché perennemente proposto in competizione con quell’altro nato dalla penna leggera e dissacrante di Ludovico Ariosto, penna ben più affine alla tua indole e alle tue inclinazioni letterarie. Dalle pagine nevrotiche e seriose di Tasso, la Città Santa ti è sempre sembrata un covo di fanatismo religioso, militarismo e furia bellica. Vedendola dal vivo – e quattrocento anni dopo la pubblicazione dell’opera in questione – l’impressione non si discosta molto, ma per tutt’altre ragioni. Leggi il resto di questa voce →

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Jerusalem Occupied

febbraio 12, 2014 in Palestina, Traduzioni da Anna Zorzi

Written by Sonia Trovato, translated by Anna Zorzi Leggi il resto di questa voce →

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Dal silenzio di Roth esce un vecchio, delizioso romanzo

febbraio 8, 2014 in Recensioni da Mario Baldoli

 rothUn grande della letteratura del secondo Novecento, Philip Roth, ha deposto la penna. A 79 anni ha dichiarato a una rivista francese: Ho dedicato tutta la mia vita a scrivere sacrificando tutto il resto. Ora basta. L’idea di cercare di scrivere di nuovo è impossibile. L’ultimo suo romanzo è Nemesis, già tradotto in italiano.
Negli anni scorsi Roth si era dedicato a leggere i suoi autori preferiti e a confrontarli con i suoi libri. Non sappiamo chi abbia avuto la meglio in questa sfida, ma forse la vecchiaia o il silenzio di Roth dicono qualcosa in proposito.
Ora l’editore Einaudi propone un suo grande romanzo degli anni ’60, quasi richiamando quell’intervista di addio e in attesa di pubblicare l’intera opera.
Ecco quindi Quando lei era buona, terzo libro di Roth, più agile ma già ruvido come i successivi, sempre costruito intorno all’adolescenza, romanzo tanto forte quanto intelligente.

Lucy ha da sempre una certezza: non mentire con se stessa e con gli altri, non arrendersi mai di fronte all’opportunismo e alla viltà di chi la circonda. Leggi il resto di questa voce →

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Samer Issawi: la gioventù rubata [5]

febbraio 7, 2014 in Palestina da Sonia Trovato

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

IMG_0250La famiglia Issawi vive a Issawiya, un sobborgo della periferia di Gerusalemme. Non ti è chiaro se sia stato il luogo a dare il nome agli Issawi o viceversa, ma poco importa. Il pullman sta per arrivare a destinazione, facendosi strada tra le viuzze strette e tra i bambini che bighellonano nella via, quando, improvvisamente, due ragazzini iniziano a tirare pietre contro il vostro autobus. Un sasso colpisce il finestrino proprio dove hai appena appiccicato il naso, per riuscire a scorgere qualche dettaglio dal vetro appannato da una pioggia incessante e torrenziale. Augurandoti che la Terza Intifada non abbia inizio proprio in quel momento, proprio contro di voi, ti chiedi se sia stata la vostra targa gialla israeliana a farli scattare (l’apartheid in Palestina non risparmia niente) o l’idea che qualcuno stia facendo turismo umanitario per poi riprendere la comoda vita di sempre, abbandonandoli in quella terra occupata che infrange ogni giorno il loro diritto all’infanziaLeggi il resto di questa voce →

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Samer Issawi: the stolen youth

febbraio 7, 2014 in Palestina, Traduzioni da Anna Zorzi

Written by Sonia Trovato, translated by Anna Zorzi  Leggi il resto di questa voce →

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Jaques Villeglé e le “realtà collettive”

febbraio 1, 2014 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

112Haussmann“Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura” (lettera di Michelangelo a messer Benedetto Varchi, filologo e storico fiorentino).

Chissà se nella riflessione e nell’azione di Jaques Villeglé la dialettica cui alludeva Michelangelo secoli prima, e la sua concezione neoplatonica dell’arte, hanno trovato posto. Forse non consapevolmente, ma certamente nel visitatore tale suggestione può affiorare.

La mostra retrospettiva dedicata a Jaques Villeglé, in corso alla Galleria Agnellini di Brescia (visitabile in via Soldini 6/A fino al 5 aprile), si intitola “CINQUE” poiché, in quaranta opere, ripercorre i cinque anni di collaborazione dell’artista con la galleria stessa. Un’occasione non comune di accostare un artista vivente tra i più rappresentativi del cammino dell’arte contemporanea, espressione di un “nouveau realisme” che si è sviluppato dai primi strappi agli ultimi grafismi socio-politici, in una stralunata scrittura simbolica. Leggi il resto di questa voce →

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