Otto marzo: dal mito della morte nasce la festa
marzo 7, 2017 in Approfondimenti, Recensioni da Roberta Basche
Il libro della storica Alessandra Gissi, docente di Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Napoli Orientale, Otto marzo, Viella Libreria editrice (pp. 96, con illustrazioni) percorre le origini della festa internazionale della donna e i legami della ricorrenza, nel corso della storia, con aspetti fondamentali della lotta delle donne per il diritto di voto, per la parità salariale, per il divorzio, per l’interruzione della gravidanza.
Quali le origini della festa?
“Non esiste una narrazione condivisa” scrive l’autrice. In Italia le origini dell’8 marzo vengono legate ad un incendio occorso nel 1908 in una fabbrica di abbigliamento femminile a New York in cui persero la vita 146 operaie. L’incendio in realtà avvenne il 25 marzo e non l’8, nel 1911 e non nel 1908. Sebbene non vi sia una reale connessione tra questo episodio e la nascita della festa internazionale della donna, il mito perdura e come testimoniò Marisa Rodano: “Che l’8 marzo si fondi su una leggenda prova che quella giornata scaturisce da qualcosa di molto profondo”, come riporta Alessandro Portelli in Calendario Civile.
Le pagine raccontano di donne coraggiose, in movimento, donne che rivendicano i propri diritti, celebrazioni, manifestazioni.
Quali le date e i nomi da ricordare?
Il 23 febbraio 1909 negli Stati Uniti si celebra per la prima volta l’International Woman’s Day.
A Copenaghen, nel 1910, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, Clara Zetkin, intellettuale socialista tedesca combattente per i diritti delle donne, propone che si stabilisca in ogni Paese una data per una manifestazione annuale dedicata alla questione femminile.
Ed è proprio l’appello di Clara Zetkin che come un’onda si diffonde negli altri Paesi per la celebrazione della festa della donna.
In Germania, l’8 marzo 1914 con lo slogan “Avanti con il diritto di voto alle donne”. A Pietrogrado l’8 marzo 1917 con la Giornata internazionale delle operaie. A Vienna, Ginevra, Parigi, Amsterdam.
E in Italia?
Scrive Camilla Ravera nel suo Diario di trent’anni, 1913-1943: “Cercammo di dare molto rilievo alla nostra prima celebrazione della Giornata internazionale della donna”.
È l’8 marzo 1921.
Con l’avvento del fascismo le manifestazioni dell’8 marzo rimangono sommerse, clandestine e legate alle donne della Resistenza fuoriuscite in Francia. Tra queste non va dimenticata Teresa Noce che, con altre detenute politiche internate a Ravensbruck, decide di tenere una conferenza in occasione dell’8 marzo: “Per l’8 marzo non potevamo organizzare una festa perché eravamo ormai troppo deboli e affamate, quindi decidemmo di tenere una conferenza (…) dovevamo ricordare non solo le comuniste e le resistenti, ma anche le patriote di tutti i secoli, quelle donne che ovunque avevano lottato, in un modo o in un altro per il progresso e la libertà”.
L’ 8 marzo del 1947 le 21 Donne dell’Assemblea Costituente celebrano la Giornata nell’aula di Montecitorio ed è con profonda emozione che descrive quella data Nadia Gallico Spano: “Mentre parlavo, pensavo alle antifasciste che durante il ventennio erano ogni 8 marzo presenti con un volantino clandestino che conteneva rivendicazioni femminili (…) alle donne della resistenza che sfidavano l’occupante tedesco (…) e a quelle che in tutte le piazze d’Italia, in quel momento esigevano una nuova collocazione della donna per la ricostruzione materiale e morale del Paese; e a quelle che sarebbero venute dopo, alle giovani, alle quali dovevamo spianare la strada”.
Negli anni a venire l’8 marzo è legato alle lotte del femminismo per la legge sul divorzio, la parità delle condizioni di lavoro con gli uomini, la possibilità di accedere all’aborto libero e gratuito. L’8 marzo 1980 “un imponente corteo di donne accompagna la consegna al Parlamento di 300.000 firme trasportate su carriole, a sostegno di una proposta di legge di una iniziativa popolare contro la violenza sessuale– ancora contemplata come reato contro la morale e non contro la persona”.
Un simbolo per la festa della donna, la mimosa…
L’idea di associare questo fiore all’8 marzo sembra essere stata di Teresa Mattei, una delle 21 donne elette all’Assemblea Costituente; la mimosa perché “un fiore di stagione, economico e facile da reperire”.
Aldilà del libro di Alessandra Gissi, va ricordato che nella maggioranza dei Paesi del mondo le donne vivono gravi condizioni di inferiorità, ricordate da G9 con dibattiti coordinati col Comune di Brescia, che le mutilazioni genitali femminili sono sempre una realtà, che anche nei Paesi “evoluti” la maggior parte delle strade è intestata a donne, che le violenze sulle donne continuano. La battaglia per la parità non è finita.
Buon otto marzo a tutte le donne e bambine!