La nuova mutazione antropologica: i social network

novembre 17, 2014 in Approfondimenti, Grammatica studentesca della fantasia da Pietro Broggiato

TIPOLOGIA ARGOMENTATIVA
In un noto intervento intitolato “Gli italiani non sono più quelli”, Pasolini denunciò una mutazione antropologica a danno delle classi medie italiane, mutazione legata all’avvento della società dei consumi. Con Facebook, Twitter e gli smartphone è in atto una nuova mutazione antropologica?
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Pier Paolo Pasolini, “Comizi d’amore”

Gli italiani non sono più quelli. Quest’idea, espressa (tra gli altri) da Pasolini in merito all’avvento del consumismo, è senza dubbio estendibile anche al rapporto che l’uomo ha, oggi, con la tecnologia. Facebook, Twitter, smartphone e tablet sono il nuovo volto del consumismo e stanno, inevitabilmente, modificando i nostri comportamenti e la nostra percezione della realtà, promuovendo una nuova rivoluzione antropologica basata sull’immagine.

Basta aprire uno dei più comuni social network per averne la prova: decine, centinaia, migliaia di fotografie perfettamente identiche tra loro, con la persona nello sforzo (spesso ridicolo) di raggiungere un’impossibile perfezione, fatta di sorrisi smaglianti, barbe perfette, tagli alla moda. È una continua ricerca di Bellezza, che non è altro che omologazione a uno standard: oggi non importano più la sensibilità, la profondità di pensiero, gli ideali, oggi contano solo i “like”, sono loro i nuovi indicatori per misurare il valore di un uomo e di una donna. In questo crudele e appariscente consumismo mediatico conta l’abito, non certo il monaco!

Un altro effetto di questa rivoluzione antropologica è lo stravolgimento del concetto di amicizia, un tempo applicabile a una ristrettissima cerchia di persone in carne e ossa e ora estendibile a centinaia di volti in miniatura, visibili sul lato sinistro dello schermo del computer. Può sembrare fantascienza, ma è purtroppo realtà il frequente isolamento di giovani e giovanissimi che spopolano sui social, pieni di “amici”, like, followers. Un meccanismo che costringe un individuo ad essere sempre più presente nella realtà virtuale è infatti un meccanismo che lo sottrae in maniera direttamente proporzionale alla vita reale, e questo, specialmente in un ragazzino, è molto rischioso. Ho esperienza diretta di adolescenti che, attraverso queste loro proiezioni nel web, si sono allontanati dai loro amici, potenziando le loro “relazioni” internattiane.

Purtroppo, però, l’ossessione tecnologica colpisce ad ogni età: a chi non capita di camminare per la strada e di essere travolto da qualche beota con la faccia incollata al proprio iPhone? Quante volte, vedendo due fidanzati al ristorante che controllano chissà quale imprescindibile e-mail sul tablet, sono stato tentato di sbraitare loro addosso!

Certo, non ci sono soltanto svantaggi, ma è indubbio che per molte persone la vita stia diventando sempre più social e sempre meno reale, concreta: se l’ossessione per il wi-fi ha superato il sapore di una risata in compagnia, allora davvero gli italiani non sono più quelli. Sono decisamente peggiori.

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