Nessuna piazza e poche vie a Brescia dedicate alle donne. Ai candidati alle elezioni: cosa intendete fare?

maggio 25, 2013 in Approfondimenti da Mario Baldoli

Venticinque sono le liste che si sfidano nelle elezioni comunali di Brescia. Dato che i consiglieri sono stati ridotti a 32, occorrerà almeno il 5% dei voti per avere un posto in consiglio. Non sarà una passeggiata per nessuno.

Abbiamo chiesto ai concorrenti più forti un giudizio sul fatto che a Brescia, su un totale di 550 vie e piazze, il rapporto tra le vie dedicate alle donne e quelle dedicate agli uomini è del 3,6% contro il 96,4%. Nessuna piazza è dedicata a una donna. Faranno qualcosa per cambiare questa situazione?

Li abbiamo invitati a leggere l’articolo della nostra giornalista Roberta Baschè: A Brescia gli uomini si dedicano le vie e dimenticano l’altra metà del mondo Hanno risposto alla nostra domanda le liste di Paroli sindaco, Civica per Del Bono, Francesco Onofri sindaco, Marco Fenaroli e rispettivi alleati. Non hanno risposto a oggi 25 maggio Laura Gamba del Movimento 5 Stelle e Laura Castelletti. Proprio le due donne. La risposta più articolata l’ha inviata Giuseppe Onofri: “Credo che lo scarso numero di vie dedicate a donne sia sintomatico non solo di una prevalenza maschile nelle vicende storiche (guerre, politica e arte nei secoli hanno visto le donne relegate in ruoli minoritari), ma anche di una visione maschile nella scrittura della storia e nelle decisioni politiche sulla toponomastica.

Meno maschilista è la dedicazione delle chiese. A parte le innumerevoli sante Marie (Miracoli, Lino, della Carità, Carmine, in Silva, in Calchera, della Pace, delle Consolazioni, della Vittoria, Natività), mi vengono in mente molte sante: Agata, Afra , Rita, Chiara, Angela Merici, Eufemia, Maria Maddalena (in Maddalena), Maria Crocifissa di Rosa, Orsola, Anna, e poi il monastero di Santa Giulia, il santuario delle Grazie, il monastero della Visitazione, le due cattedrali dedicate all’Assunta, senza contare le chiese andate distrutte (in centro S. Maria Maddalena e S. Brigida).

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Anche perché sono certo che santità religiosa e meriti civili siano equamente distribuiti tra uomini e donne, la sproporzione nell’intitolazione delle vie e delle piazze a discapito delle donne è resa ancora più evidente da questa differenza tra le dedicazioni religiose e quelle laiche. Un blocco femminile di vie nuove nei prossimi anni sarebbe opportuno per incrementare quel 3,6% di qualche punto. Mi piacerebbe dedicare una via alle tante donne che lavorano nell’ombra, alle mamme, alle nonne, alle zie, a quella rete muliebre di aiuto fondamentale per le nostre famiglie, la nostra economia e il nostro sistema sociale. Come esiste nel quartiere Bettinzoli una via Vittime civili di guerra potrebbe benissimo esistere un “viale Donne di famiglia”, che non passano alla storia pur avendola fortemente e positivamente condizionata. E poi più il lavoro è oscuro e più è meritevole”.

Il sindaco Paroli ha risposto: “La storia italiana e bresciana conserva nella memoria l’esempio di moltissime donne illustri che hanno segnato l’epoca in cui sono vissute. Donne che spesso, con coraggio, hanno sfidato i pregiudizi del loro tempo, imponendosi per il loro senso civico, per le loro scoperte scientifiche se non addirittura per essersi liberate dalla tirannia a rischio della propria vita, donne che non si sono mai piegate. L’esempio da voi citato di Laura Bianchini, insegnante e partigiana di Castenedolo che nel 1948 fu eletta tra le fila della Democrazia Cristiana, una delle 21 donne che parteciparono alla Costituente, mi trova pienamente concorde. Sono sicuro che in futuro riusciremo a colmare questa distanza”.

Succinta e chiara la risposta di Emilio del Bono: “La vostra proposta di dedicare strade e piazze a donne meritevoli come quelle da Voi indicate mi trova del tutto d’accordo. Condivido anche le motivazioni che sottendono a tale richiesta. Potrete contare sulla mia più piena disponibilità”.

Parliamo anche della lista Marco Fenaroli, collegata a Del Bono, perché è stata la più sensibile alla nostra proposta. Infatti Donatella Albini, abituale lettrice di G9, ha invitato il nostro gruppo due volte a parlare pubblicamente sull’argomento. E, se verrà eletta al prossimo consiglio comunale, presenterà la nostra proposta di vie al femminile con i nomi che noi suggeriamo,: “Sono convinta che sia un atto di civiltà dedicare luoghi della città a donne che hanno lasciato segno del loro pensiero e del loro gesto, e un atto di riconoscenza del loro semplice, prezioso vivere.”

Da quali donne cominciare? Noi abbiamo identificato dieci nomi di donne bresciane e della provincia (si possono leggere nell’articolo di Roberta Baschè). Per brevità, ne indichiamo ora tre: Mina Mezzadri, Franca Ghitti, Laura Bianchini.

Controlleremo tra un anno se alle parole seguiranno i fatti.

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ll «Ritratto di Mina Mezzadri» di Enrico Job

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