Migranti, guerre, massacri, profughi, confini

marzo 23, 2015 in Approfondimenti da Mario Baldoli

conflitti e confini33 guerre in corso (senza contare quelle dichiarate finite mentre non lo sono, come nel Sud Sudan). Altri 10 paesi a rischio guerra. 52 milioni di migranti dalla fine della seconda guerra mondiale. 60 anni di terrore tra Palestina e Siria.

L’orribile 2014 si scopre figlio del 1914, l’anno della Grande Guerra.

Un incontro organizzato il 13 marzo dal Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Brescia: Conflitti e confini: richiedenti asilo tra protezione sociale e protezione giuridica, ha riunito studenti ed esperti intorno al tema sociale più bruciante del nostro tempo. Undici interventi divisi in due parti: Analisi geo-politica delle migrazioni forzate e Protezione giuridica e ruolo delle istituzioni, affiancati da una mostra fotografica. Nelle ultime pagine alcune vignette del pacifista Kako, un glossario riguardante il mondo dei profughi e dei rifugiati e due approfondimenti: Svolta Islam e Donne e guerra. Da quel testo abbiamo preso le fotografie che vedete.

La carta geografica del mondo utilizzata è quella di Arno Peters, l’unica che rispetta le reali superfici degli Stati dando alle zone dei tropici e dell’equatore la forma e dimensione che le vecchie carte rimpicciolivano per esaltare le dimensioni dei Paesi del Nord e del Sud. Una mappa del mondo che ha vent’anni ed è la meno conosciuta.

La carta geografica di Arno Peters

La carta geografica di Arno Peters

Fondamentale base della prima parte della giornata è stato un testo corposo e magnifico (anche per le mappe e le fotografie): Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, una pubblicazione annuale, arrivata ormai alla sesta edizione, diretta dal giornalista Raffaele Crocco. L’Atlante ha dato lo stesso spazio (4 pagine) ad ogni guerra: mappe (messe a disposizione dall’Onu), situazioni, profughi, rifugiati e vittime. Un profilo geografico per ogni guerra, ogni area di conflitto. Per farlo si sono usate decine di fonti, ben elencate. Il lavoro è stato fatto in collaborazione con l’Alto Commissariato per i Rifugiati (Onu).

tentativi di paceCominciamo dal conflitto più attuale. In Siria, dopo quattro anni di guerra si contano 200.000 morti e 2 milioni di rifugiati. Ma la fuga era iniziata molto prima, quando almeno 800.000 persone se ne sono andate a causa della siccità perché l’Eufrate è quasi prosciugato dalle dighe costruite in Turchia. Analoga la sete di Uzbeki e Kazaki dovuta alle dighe.

Guerra e fame hanno trasferito migliaia di Etiopi in Kenya, altre migliaia fuggono dopo il fallimento delle primavere arabe. Dal Nord Africa altre migliaia cercano di entrare in Bulgaria (che li ferma con chilometri di reti), Grecia, Italia, paesi già condannati dall’Unione europea per i loro comportamenti.

Aggiungo che quasi un milione di profughi In fuga dagli attacchi dell’Isis, si trovano ora in Kurdistan, mentre la guerra lascia dietro di sé nei campi mine e bombe inesplose. Altre violenze emergeranno dalla dissoluzione dell’Iraq.

In Africa alcuni stati vendono o affittano distese di terra alle multinazionali, 560 milioni di ettari sono passati di mano, intere popolazione ne sono state investite. La Corea del Sud, per fare un esempio, ha in mano metà dell’economia del Madagascar.

rwandaUn genocidio si ebbe in Rwanda a partire dall’aprile 1994. Un olocausto africano fu definito dal generale delle truppe Onu Romeo Dallaire. Morirono tra le 500.000 e le 800.000 persone nella guerra civile tra Hutu e Tutsi, le vittime furono soprattutto tra questi ultimi. La guerra si allungò poi per anni nelle foreste della Repubblica democratica del Congo.

Oltre alle guerre, creano migliaia di profughi i cambiamenti climatici che fanno crescere i deserti. In Africa il lago Chad si è ridotto dal 50% al 95%, secondo le stagioni. Gas serra, strategie per il controllo delle fonti fossili, interessi delle multinazionali, conflitti armati e conflittualità sociale sono strettamente connesse.

Al mondo siamo 7 miliardi e 200 milioni, l’1,75 per cento si mette in tasca il 56% del reddito medio globale; 1 miliardo e 300.000 milioni di esseri umani è nella cosiddetta “povertà estrema”. La redistribuzione della ricchezza, la necessità di rispettare il pianeta, il crollo dei diritti umani sono la più grave delle conseguenze.

Buone notizie? 63 paesi in via di sviluppo hanno debellato la fame cronica, rimangono alla fame altri 100 milioni di persone. E’ diminuita la pirateria, che si è spostata dal Corno d’Africa al golfo di Guinea e nel sud della Cina.

tris

100.000 soldati Onu sono presenti in 16 missioni internazionali e su di essi fanno conto milioni di persone, anche se noi in poltrona consideriamo quelle missioni inutili e costose.

Ma subito si torna all’orrore. Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon l’anno scorso aprendo l’assemblea generale ha detto: I fantasmi della guerra fredda stanno tornando, la democrazia è indebolita da coloro che credono nella violenza. La diversità è minacciata da estremisti che vogliono imporre la loro visione a tutti. Il disarmo è un sogno lontano, sabotato da chi trae profitto da uno stato di guerra perpetuo.

tentativi di paceOra le guerre si fanno in minima parte per allargare il proprio territorio, ma sono per impadronirsi delle risorse, e sono spesso i paesi che più ne hanno ad essere i più colpiti. Le guerre sono soprattutto civili perché Stati e multinazionali mettono tribù e gruppi etnici in conflitto tra loro. Il petrolio nel Sud della Nigeria. Nella Repubblica democratica del Congo la rovina si chiama oro, diamanti, rame, uranio, tantalio necessario per l’industria high-tech: la guerra continua dal 1998 e ha fatto 4 milioni di vittime, oltre al degrado e alle malattie. L’Ucraina ha disgrazia di avere 1.100 miliardi di metri cubi di gas.

Cos’è per noi un profugo? Un cittadino di serie B, asessuato, senza età, senza lavoro. Lo accogliamo, ma deve restare un profugo. La sua condizione può diventare ereditaria, da tre generazioni ci sono siriani profughi in Giordania. Non dimentichiamo che per un profugo il paese d’asilo è il paese dell’esilio.

E la giurisprudenza? Naturalmente in Italia c’è il vuoto legislativo. I magistrati hanno costituito tra loro una sorta di regole su come interrogare e avere certezze su colui che chiede ospitalità. Il procedimento si svolge in condizioni difficili: i documenti, l’interprete, le prove, la paura del migrante, l’avvocato d’ufficio, una mentalità molto diversa per cui certe cose sono per il profugo ininfluenti, ma determinati per il giudice che si trova a lavorare nell’incertezza. Qualche differenza di valutazione esiste anche tra i magistrati: se un profugo viene dal centro del Niger può essere accolto, oppure rinviato, dato che la guerra è al sud del Paese.

E Brescia che fa? Un libro dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere Commercio di armi, proposte di pace, editore GAM, introdotto da Alex Zanotelli, raccoglie dieci interventi sui buoni affari della nostra industria bellica: si sa che carri armati e cannoni, da noi, sono sempre armi sportive per uccellini e caccia alla volpe.opal

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