Kozeta, tra frutta e scrittura
febbraio 18, 2014 in Nuovi cittadini da Beatrice Orini
Cognome: Nushi Alikaj
Età: 39 anni
Professione: commerciante, scrittrice e traduttrice
Paese d’origine: Albania
In Italia dal: 2003
Stato civile: coniugata
Sogno: pubblicare presto il mio primo libro in italiano
Vorrei che anche l’Italia, che nel passato ha fatto del male all’Albania, appoggiasse il suo ingresso nella Comunità Europea. Invece i greci, che credono di essere ortodossi, sono criminali e devono essere i primi a uscire dalla Comunità. Così afferma Kozeta Nushi Alikaj, trentanovenne albanese da dieci anni in Italia, nel negozio di frutta e verdura in via Aquileia 14/A a Brescia, che gestisce insieme al marito Besnik.
Emerge subito, dalle parole che sceglie e dagli argomenti su cui si sofferma, il suo interesse per la politica, il suo impegno: Nella politica albanese, ma anche in quella mondiale, tutti parlano con parole brutte che dovrebbero sparire dal vocabolario; il popolo non è ignorante, è solo stufo, gli fanno male le orecchie. Io credo che i migliori siano pochi e si tengano in disparte, mentre vorrei che diventassero loro responsabili per la missione che Dio gli ha dato. Kozeta, nata a Valona, il porto principale dell’Albania, ma cresciuta a Fitore è cristiana ortodossa, ma preferisce essere definita semplicemente figlia di Dio. Prosegue con la voce commossa: Penso che Dio ha sacrificato l’Albania come ha sacrificato suo figlio Gesù Cristo. Siamo piccoli, ma siamo forti, anche se per cinquecento anni siamo stati schiacciati. Siamo pochi, ma siamo come le gocce dell’oceano. Voglio che anche le donne si interessino di politica e che il mondo migliori, che ci lasciamo indietro le cattiverie per iniziare una vita nuova per i nostri bambini: sono loro l’unica eredità che lasciamo.
Due figli di sette e quattro anni, Kozeta ha alle spalle una vita ricca di studi e interessi: una laurea in lingue (inglese e russo), alcune traduzioni importanti (grazie al sostegno del mio carissimo professore Eshref Ymeri, ho tradotto Dostoevskij, che era un autore proibito in Albania, e scrittori norvegesi dal russo) e sette anni di insegnamento in vari ordini di scuola, dalle elementari fino alle superiori: È stata un’esperienza splendida – racconta – soprattutto con i bambini, che sono degli angeli, non mettono mai in dubbio la parola della maestra e regalano le emozioni più forti. Anche con i liceali è stato bello, li invitavo a portare avanti i loro sogni e ancora adesso mi mandano lettere. La mia passione mi rendeva felice.
Poi il cambiamento con il matrimonio e l’immediato trasferimento in Italia, dove ha iniziato una vita nuova come sposa: sono venuta qui per amore di mio marito Besnik, che abitava già a Brescia… Lui è un artista dentro di sé, un angelo quotidiano, con un’anima pulita e non conservatrice, mi appoggia nelle mie passioni. La più grande di Kozeta è sicuramente la scrittura – prima un desiderio, adesso che ho scoperto l’impegno politico, anche una missione – a cui si dedica non solo in albanese, pubblicando su diversi siti, ma pure in italiano, grazie al supporto di Carlo Salvadori, che l’aiuta con la lingua, e di sua moglie Marina. I due sono da tempo clienti, ora anche cari amici; d’altronde, il rapporto umano è l’aspetto che a Kozeta piace di più del suo lavoro: Io e mio marito abbiamo aperto il negozio quattro anni fa e sta andando sempre meglio: la gente è contenta per la qualità e il prezzo della frutta e verdura, ma anche per l’umanità che trovano qui dentro.
Dell’Italia ama soprattutto la mente aperta e nel tempo libero, oltre a scrivere, gioca con i suoi figli e guarda insieme a loro Peppa Pig. Le difficoltà più grandi che ha incontrato in Italia sono state apprendere la lingua e orientarsi nelle strade, ma anche il cambiamento del cibo: Qui in Italia comunque mi trovo molto bene – precisa – e sono riuscita a superare la timidezza grazie ai miei figli. Ho preso la cittadinanza italiana il 16 dicembre e lì mi è stato detto di continuare a coltivare in famiglia la nostra lingua e cultura: i miei figli cresceranno poliglotti e questo sarà un valore per loro e una ricchezza anche per l’Italia.
Kozeta, che sogna di pubblicare prestissimo il suo primo libro in italiano (“Una vita rimasta sogno” è il titolo che ha già scelto) non ha dubbi: Mi sento albanese e italiana, lo sento nel cuore e nel sangue. Non penso al mio futuro, per il momento mi trovo bene qua e non mi manca niente dell’Albania: sono in contatto con tante persone, ho creato un bel ponte. Anzi, sono settimane che mi viene da cantare dalla felicità!