Intervista a Margherita Hack
gennaio 2, 2013 in Interviste da admin
La tragedia politica dell’Italia, la bellezza della scienza
Lei crede che l’attuale governo sia una repubblica democratica, una repubblica presidenziale, un sultanato o una dittatura? Perché?
Ancora non è un sultanato, però ci si sta avviando pericolosamente. Per fortuna ci sono ancora il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale che mettono qualche paletto che ci difende dal sultanato. Però bisogna stare molto attenti!
Com’è possibile che questo paese sia diventato così? razzista, violento, corrotto, culturafobico?
Me lo domando anche io, non lo so! Si sta retrocedendo. Si sta cancellando un secolo di socialismo, di progresso, Non lo so! Di certo la capacità di vendere fumo da parte di Berlusconi è straordinaria, è quella dell’imbonitore delle fiere: “non ve lo do per 100…. non ve lo do per 80…. non ve lo do per 70…non ve lo do per 40… non ve lo do per 30…” e così la gente ci casca dentro. Sono i tempi peggiori, il nostro popolo non è mai stato troppo sensibile ai valori dello Stato, al rispetto della persona. I governi di destra hanno peggiorato enormemente la situazione dando incitamento a distruggere la già scarsa etica che questo popolo aveva. Non so spiegare come ci siamo giunti. Anche la gente è più povera, ma una volta votava comunista. Ora si è fatta abbindolare da questo venditore di fumo.
Quale futuro vede realisticamente per questo Paese?
Ma, io mi auguro che la gente cominci ad aprire gli occhi, che forse sia più sensibile agli scandali di tipo sessuale che di altro tipo. Per esempio, rispetto all’etica dello Stato. Che questi festini a base di veline e di viaggi scuota un po’ tutti, gli faccia aprire gli occhi e si inizi a svoltare verso persone più degne. Mi auguro anche che il centro-sinistra possa trovare una unità che è necessaria per controbattere queste pericolose deviazioni verso la dittatura.
Dario Fo ci ha detto che è in Italia in corso una mutazione antropologica più grave di quella individuata da Pasolini negli anni ’70, Lei che ne pensa?
Non lo so. E’ certo che c’è una perdita di valori! Ci sono degli esempi che rendono: quando i giovani vedono che per tentar la fortuna basta essere una bella velina o bravo calciatore (anche se il calcio costa molto più fatica di fare la velina), quando questi sono gli esempi correnti, direi che il lavorare seriamente per studiare e fare il proprio lavoro con coscienza non rende. Il livello morale si è abbassato pericolosamente.
Quale potrebbe essere oggi la più importante scoperta dell’astrofisica?
L’astrofisica si domanda: che cos’è la materia oscura? Cos’è questa materia che fa sentire la sua presenza e la sua forza di attrazione gravitazionale, ma che non emette nessun tipo di radiazione? Che cos’è l’energia oscura che genera l’espansione dell’Universo, che si oppone alla forza di gravità?C’è poi la ricerca di pianeti extra-solari dalla Terra, il poterne scorgere l’immagine, vedere se hanno delle atmosfere rilevabili, se possono essere adatte ad ospitare la vita.
Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera scientifica?
Per chi fa ricerca ogni volta che si riesce a risolvere un piccolo problema è una soddisfazione. Non è che si faccia la grande scoperta. La si fa molto raramente. Ma c’è la soddisfazione di aver portato comunque un piccolo contributo, di aver compiuto un piccolo passo avanti per la scienza.
Perché la maggior parte degli astrofisici è atea? Più ci si allontana dalla Terra e meno si vede Dio?
Ma, non so se la maggior parte è atea! Dalle statistiche c’è ugual percentuale di atei, religiosi e agnostici. Certo che, secondo me, la scienza dovrebbe far capire che Dio è un’invenzione per spiegare i fenomeni che la scienza non sa spiegare. Infatti, una volta, per spiegare qualsiasi fenomeno naturale, gli antichi si rivolgevano alle divinità. Poi pian piano si sono iniziate a capire le ragioni fisiche e le divinità sono state sostituite col procedere della conoscenza. L’immagine di Dio è diventata sempre più astratta, più spirituale. Io credo che sia un’invenzione meno condivisa ultimamente col procedere delle conoscenze. Per questo, essendo io scienziato, ogni scoperta dovrebbe illuminare. Certo che però credo che scienza e religione operino su piani diversi. Uno può essere un eccellente scienziato, ma il credere o non credere è una risposta personale