Intervista a Dario Fo
febbraio 9, 2013 in Interviste da admin
Aprile 2010
Maestro, qual è lo stato della cultura in Italia?
In questo momento è pessimo perché abbiamo un governo che si disinteressa di ogni formula, ogni espressione creativa a cominciare dalle scuole ai teatri, io ne so qualcosa. Ci sono compagnie che chiudono per mancanza di sovvenzionamenti, tardano a pagare le compagnie che boccheggiano.
E’ in corso una seconda mutazione culturale antropologica dopo quella degli anni ’70 denunciata da Pierpaolo Pasolini?
Si, peggiore però. Perché per quanto i democristiani stavano attenti a non esagerare c’era anche il peso che aveva la sinistra nel mondo della cultura. La sinistra pesava e sollecitava che non fosse mandato tutto all’aria.
Crede sempre che: “Una risata vi (il potere) seppellirà” come dice ogni tanto?
In questo momento la risata ci ripiove addosso. Si ha la coscienza di non avercela fatta e di sbagliare tutto, sto parlando di noi… siamo in uno stato penoso per quanto riguarda l’agire l’inventare il creare delle idee nuove.
E’ quindi un riso amaro?
E’ un riso molto amaro. Dobbiamo deriderci da soli.
Nei suoi ultimi spettacoli ha presentato l’arte di Caravaggio, Mantegna, Raffaello, Michelangelo e Giotto. L’arte è ancora portatrice di valori?
Ma certamente! guai se non fosse così, con tutto quello che è stato fatto fino ad adesso non è soltanto una bufala. L’arte ha portato, per quanto riguarda l’Italia specialmente , non aveva nient’altro, ad un certo punto. L’arte nel ‘500 era conosciuta per il teatro, come portatrice di pensiero, per la stampa, per le idee in un popolo pieno di idee e di fermenti. Oggi come oggi invece siamo un po’ declassati.
L’arte riesce ancora ad influenzare il fruitore?
Ma certo, continua ad esserlo, soltanto che c’è difficoltà dei mezzi di comunicazione, la televisione si mangia tutto no? Abbatte, è banale e vuota il senso.
In Mistero buffo, c’è l’incontro tra due processioni, una guidata da Bonifacio VIII e una da Gesù Cristo. Se oggi Gesù Cristo incontrasse Benedetto XVI cosa farebbe?
Per fortuna non lo incontrerà mai! Perché noi pensiamo sempre a Gesù terreno, in un rapporto banale. Io non sono cattolico, ma mettendomi nella testa dei cattolici, un cattolico ha un idea, vasta, immensa del creato e noi siamo una piccola cosa che facilmente si perde. E non siamo soltanto piccoli noi, Ma anche chi rappresenta la loro idea, la loro presunzione, rappresenta Dio. Il Papa che rappresenta Dio. Dio ha altro da fare che mettersi a discutere sul valore che hanno queste presunzioni. Non lo incontrerà mai il Papa.
Si ringrazia l’amica Carla Liberatore per il supporto senza il quale questa intervista non si sarebbe posta in essere.