Il covid è colpa di Batman
febbraio 14, 2024 in Approfondimenti, Recensioni da Viola Allegri
Raro che un saggio (nome di per sé poco amabile) sia sollazzevole per le sue 280 pagine. Alla rarità fa eccezione Perché mentiamo, cosa nascondono le bugie, ed. Cortina. Scrivendolo, l’autore Alberto Siracusano, professore ordinario di psichiatria all’Università di Roma, si è senz’altro divertito. Come capiterà al lettore, perchè tutti ci sentiamo coinvolti, frequentatori della bugia oltre che della verità. Qualcuno si ammala anche di bugie, come il cleptomane s’ammala di furto, il dongiovanni di tutte le donne che vede..
Il libro è un’antropologia della menzogna, indaga i molti aspetti in cui essa si manifesta. Amica della verità, ma eticamente autonoma: le due signore hanno un pensiero e un linguaggio diverso, ma con sfumature così eleganti o svarionj tanto differenti, da mettere in confusione chi ascolta.
La bugia è antica, ha molteplici forme, molte necessità ed è un parassita tenace. Indagini neurologiche ne hanno scoperto le sue tracce nel cervello. La letteratura la cerca, la ama, la propala.
Scriveva Alda Merini: Chi è a corto di bugie non può salvarsi.
Hannah Arendt: La capacità di mentire conferma l’esistenza della libertà umana.
La verità intera, tutta intera nella sua profondità, non esiste, ma una via d’uscita la trova Emily Dickinson:
Di’ tutta la verità ma dilla obliqua
Il successo è nei meandri
La verità deve abbagliare gradualmente
Od ogni uomo sarà cieco.
Giusto, essere obliqui per evitare il buio della luce che stordisce.
Nessuno sa chi fu il primo mentitore, ma immagino il cosiddetto “primo uomo”, una sorta di “paziente zero” o un australopiteco, all’alba del suo apparire, farsi bello di finzioni e iperboli. Sappiamo (ma non tutti) qualcosa delle nostre bugie e di tanti antichi e recenti inganni, finzioni, omissioni, simulazioni, malintesi (in proposito invito a leggere Il malinteso di Albert Camus), ricordiamo l’aiuto di questa amica fedele, ma anche capace di farci del male nella mente e nel corpo perché la menzogna è un labirinto variamente ingannevole che può diventare un ragno capace di stordire e avvolgere la vittima, la rete in cui Iago imprigiona Otello.
Devi dire sempre la verità, raccomandano i genitori, come se loro la dicessero. Osserva Siracusano che ordinare la verità a un bambino è sbagliato ed è impossibile che lui obbedisca: il pensiero bugiardo è la prima forma di pensiero della nostra mente.
È attraverso la bugia che il bambino cresce. Le bugie disegnano il mondo non visibile in cui viviamo, con esse il bambino esprime la capacità di raffigurarsi il futuro. Con la crescita le bugie ci aiutano a capire le relazioni che ci legano gli uni agli altri, noi stessi e la realtà.
Ancora un passo: comprendere perché mentiamo, permette di capire qual è la verità a cui vogliamo sfuggire, forse non una, ma molte verità. Per fortuna – io credo – esiste la dimentacanza.
Naturalmente ci sono vari modi di mentire, da: ho già fatto il compito, alla finzione di Romeo e Giulietta che non muoiono in scena, al banale fingere di essere allegro, fino ad Ulisse, uomo di moltiforme ingegno e continue finzioni. Ma non scherza nemmeno il serpente che inganna Eva la quale lancia la menzogna ad Adamo, evento che passo passo arriva agli attuali social dove il falso si moltiplica e diventa virale: esagerazione, abbellimento, fabulazione gratuita, gioco, finzione insulto. Con alle spalle narcisismo, insicurezza di sé, ingenuo desiderio di conoscersi o potenza capace di trasformarsi in gogna mediatica e strumento per schiavizzare una persona.
Parafrasando Eco: sono le stupidaggini che una volta si fermavano all’osteria. Tipica dei social è la loro velocità di diffusione cui seguono smentite non sempre acclarate. I cellulari raddoppiano queste possibilità, mentre tutto si gonfia grazie anche al distanziamento. Una spinta potente la darà anche l’intelligenza artificiale, in direzioni per ora ignote. Forse ci capiterà come a Pinocchio che da burattino compie il salto di trasformarsi in bambino. Chissà cosa diventeranno gli attuali bambini.
Gli studi affermano che la bugia è una funzione complessa del pensiero che richiede capacità cognitive superiori. Oltre a saper comunicare, intuisce ciò che accade nella mente altrui, pianifica le sue affermazioni, anche se non sempre domina l’ansia e il senso di colpa.
In Provaci ancora, Sam, Woody Allen mente alla moglie dell’amico, della quale è innamorato, vuole apparire un incallito seduttore, ma si confonde, va in tilt. Solo quando appare la verità, riesce a sedurla. Ci sono anche bugie a fin di bene: in Totòtruffa’62, Totò indossa i panni di vari personaggi e vende la fontana di Trevi per far proseguire la figlia negli studi.
Nel matrimonio si dice: Ti amerò per tutta la vita, in realtà non lo sappiamo, ma la probabile buglia è una risorsa vitale, un’obbligata difesa.
Naturalmente esistono casi patologici: il mitomane inventa bugie esagerate per costruirsi un equilibrio psicologico; chi ha bisogno di autoingannarsi falsifica la sua immagine per difendere la propria autostima.
In casi gravi (sentiti come gravi, ci ha insegnato Freud), la bugia può imbrigliarsi nel corpo e provocare malattie a volte inesistenti. A Pinocchio cresce il naso o si accorciano le gambe.
Tra verità e bugia esiste anche un territorio neutro: penso all’aporia del cretese, una scoperta che viene dal mondo antico e ha sconfitto la categoria dei filosofi: un cretese dice: i cretesi sono tutti bugiardi. Ha detto la verità o una bugia? Lavorandoci sopra per anni, Russel scoprì un’altra aporia molto più complessa, ma teniamo conto che anche tra gli Stati c’è una “terra di nessuno”.
Mi piace concludere con una chicca che non conscevo: esiste una giornata mondiale della bugia e un’Accademia che ne indice l’annuale campionato. L’ultimo vincitore è: Il covid è colpa di Batman, il pipistrello è servito.
di Viola Allegri