Il Cartomante, il thriller d’esordio di Irma Cantoni
giugno 17, 2013 in Recensioni da Piera Maculotti
Sopra, grande e bella, la luna piena. Sotto, tra lampi, fuochi e botti, un oscuro delitto.
E’ la notte di Ferragosto. Sant’Eufemia, perferia est di Brescia. Comincia così, veloce e luminoso, il thriller d’esordio della bresciana Irma Cantoni: Il Cartomante (Guido Veneziani Ed. pp. 250 € 14.90) a cui è recentemente andato l’importante riconoscimento letterario del Premio 2013 “Scrittori con gusto”, Accademia Res Aulica di Bologna.
Irma Cantoni, appassionata di filosofie orientali e di meditazione vajrayana – scuola buddista per cui cura le pubblicazioni in Italia – da qualche anno si dedica alla narrativa, mettendo in scena emozioni, storie, passioni.
Com’è evidente in questo noir d’azione, ricco di sogni e ricordi, di voci e verità sempre in movimento, che vanno dall’aspro terreno del vivere quotidiano agli spazi aperti della mente, dai sotterranei dell’anima fino a un inquietante oltremondo…
Al centro della storia, l’odioso cartomante; avido, sporco, solitario, da decenni mette a frutto le sue facoltà extra-sensoriali: legge le carte e accumula soldi tra la polvere e i polli della vecchia cascina, tra magia nera, presagi e atti malvagi a pagamento. Fino all’improvvisa, cruenta fine: morto, defunto (ma chissà come, e chissà se davvero e del tutto…) L’impegnativa indagine è affidata a un capo commissario speciale, dalla personalià forte e decisa come il suo nome: Vittoria Troisi. 50 anni, due lauree, una vita da single immolata alla causa, sempre nella sua amata Roma. Ora, inaspettatamente, dalla capitale è spedita al nord, in una sconosciuta cittadina, indaffarata e strana: Brescia, l’altra grande protagonista che nel romanzo si staglia viva, dura, vera… San Polo. S. Eufemia, il Castello; le vie e le piazze, alcune affollate come quella dedicata all’Arnaldo da Brescia, con la grande statua chiusa nel suo mantello di pietra, le braccia aperte verso la città… Là dove s’intrecciano miserie e bellezza, affari e affetti, amori e furbizie ; e attorno imprenditori arrivisti, giovani rampanti e adolescenti in crisi, donne inquiete e tanti extracomunitari; inconfessabili segreti e persino servizi segreti e intrighi ultra-nazionali, anche telematici… Contatti e incontri, ricerche e sorprese: la vita è un viaggio; come la morte (e il post mortem è un transito a volte atroce…)
Tutto finisce e rinasce; lo evoca anche l’efficace immagine che suggella il racconto: la palla di un bimbo che rimbalza, che Vittoria raccoglie e rilancia… Un segno? Forse la promessa che la ruota narrativa di Irma Cantoni continuerà il suo giro. Il lettore attende la prossima puntata…