Guardare la luna nel fondo del Lager, accompagnando il proprio popolo ai forni
aprile 22, 2016 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli
Sonderkommando, letteralmente “Squadra speciale”, in realtà deportati, quasi tutti ebrei, addetti agli impianti di sterminio dei Lager. Selezionati tra giovani robusti, trattati meglio degli altri deportati e isolati da loro, accompagnavano le vittime nelle camere a gas, rimuovevano i cadaveri, provvedevano a ripulire l’ambiente, strappavano i denti d’oro, e tagliavano i capelli alle donne. Gettavano i cadaveri prima in fosse comuni e, quando furono pronti, nei forni crematori.
Ciascuna di queste operazioni era compiuta da un gruppo diverso. Tutti i componenti del Sonderkommando dovevano morire perché non potessero mai testimoniare quanto facevano; a volte morirono invece per tentativi di rivolta. Nel solo Lager di Auschwitz-Birkenau si alternarono circa 2000 uomini.
Pochissimi di loro, per circostanze fortuite, sopravvissero e poterono testimoniare. Si scoprirono così vari scritti, perlopiù diari che alcuni di loro avevano sepolto nei pressi dei forni crematori. Ne ha scritto Carlo Saletti (a cura di), La voce dei sommersi. Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di Auschwitz, Marsilio 1999. Quel lavoro continua ora con la pubblicazione di un altro diario, anch’esso trovato sepolto: Salmen Gradowski, Sonderkommando. Diario di un crematorio di Auschwitz, 1944, con ampia introduzione di Philippe Mesnard e Carlo Saletti, Marsilio 2014.
Gradowski, un ebreo polacco, fece parte per 22 mesi del Sonderkommando di Birkenau, il più grande campo di sterminio con camere a gas e crematori. Fu poi ucciso, sembra per aver partecipato a una rivolta.
Da parte dei sopravvissuti il giudizio su questi uomini è stato perlopiù univoco: totalmente induriti, insensibili, brutali, emanavano un osceno odore di morte. “Non posso dimenticare che condussero mia mamma nella camera a gas”, scrive una deportata.
Hanna Arendt pose la domanda: perché contribuivate alla distruzione del vostro stesso popolo e in ultima analisi alla vostra stessa rovina?
Ma ci furono giudizi meno duri: non tutti erano stati resi depravati da chi organizzò le fabbriche della morte, furono prigionieri di tempi crudeli, non affrettatevi a giudicarli, alcuni erano moralmente perduti, altri lottarono per non perdere la propria identità.
Tuttavia, se gli uomini del Sonderkommando hanno scritto e sepolto i loro scritti, vuol dire che in quei tempi orribili che l’uomo di oggi non può capire, una sofferente umanità rimaneva in loro, insieme ad un attaccamento furibondo e disperato alla vita.
Il diario di Salmen Gradowski, che ebbe sei familiari uccisi nelle camere a gas, racconta con pietà molti episodi terribili: I forni sono accesi da tre giorni, tutto il Lager è in tensione, sta arrivando un carico di migliaia di Slovacchi, che finiranno nei forni. Immagina ragazze studiose, tranquille a casa, improvvisamente arrestate e deportate con i loro familiari, le donne divise dai mariti, dalle figlie e dai figli. Cita episodi di coraggio: una giovane che non accetta di spogliarsi e viene uccisa, una madre che grida ai soldati: “Assassini, banditi, criminali, farabutti, Adesso potete impunemente fare ogni cosa, ma verrà il giorno della vendetta, la grande Russia vincerà e ci vendicherà, pagherete per tutto questo, il mondo intero vi punirà”; una giovane che schiaffeggia un SS armato, un gruppo che entra cantando nella camera a gas.
Gradowski sa: Un popolo ricco di cultura, forte potente si è venduto al suo dio, il diavolo, e ha sacrificato il mio popolo.
Nel suo diario sono frequenti brani lirici rivolti alla luna, ne scelgo uno: Perché appari così magica e splendente per ricordare la vita di un tempo (…) perché mandare qui i tuoi raggi che si conficcano come frecce nei cuori sanguinanti e negli animi che soffrono (…) perché mostrarsi qui dove l’aria è pregna di morte e distruzione, dove si levano al cielo i pianti e le grida strazianti di donne e bambini, di padri e di madri, di giovani e di vecchi spinti innocenti verso questa morte bestiale? Qui non dovresti splendere, su questo angolo di terra pietrificato dall’orrore, dove gli esseri umani vengono seviziati con una selvaggia crudeltà e affogano in un oceano di dolore e di sangue. Perché mostrarti in tutta la tua magnificenza, ti aspetti forse uno sguardo di desiderio? Perché passeggi maestosa come un tempo, spensierata, felice, senza compianto per queste infelici vittime che guardano tremanti il fuoco che si proietta dagli alti camini nel cielo?
Commentare ancora questo diario è impossibile, si può solo leggerlo.