Europa 1939-1945. The bombing war
agosto 12, 2015 in Libri perduti o da tradurre da Mario Baldoli
Tra il 1939 e il 1945 centinaia di europei, città e villaggi, furono bombardati. Sotto le bombe circa 600.000 cittadini europei furono uccisi e molto più di un milione gravemente feriti fisicamente o psichicamente. Se la tecnologia determina la natura di tutte le guerre, nella seconda guerra mondiale essa incise più che in tutte le precedenti. Il paesaggio di quasi tutta l’Europa fu trasformato in un ammasso di rovine. Che ci fosse una ripresa economica e civile sembrava inconcepibile.
Il saggio di Richard Overy, The bombing war. Europe 1939-1945, Penguin Books 2014 (pag.850) è per la prima volta il racconto completo dei bombardamenti in Europa, Paese per Paese.
Richard Overy (Università di Exeter) è il più importante storico al mondo sul tema della II guerra mondiale. I suoi libri sono tradotti in varie lingue, tra cui l’italiano.
I bombardamenti in Gran Bretagna, Francia e Italia sono stati studiati in ricerche parziali (e nel saggio sono raccontati con molti aggiornamenti, correzioni degli errori e demistificazione della retorica ufficiale), ma non quelli su Scandinavia, Belgio, Olanda, Polonia, Romania, Bulgaria, e quelli dell’Unione Sovietica su Berlino.
Scoperte rese possibili dalla recente apertura degli archivi russi, di quelli tedeschi sulla Gran Bretagna e di quelli italiani su Malta. Inoltre l’autore ha raccolto molte fonti private, studi locali e documenti sulla protezione civile. Tutto ciò svela anche forzature ed errori pubblicati nelle statistiche ufficiali per ragioni politiche interne.
Ne esce una storia impressionante della violenza del Novecento in 6 anni di guerra.
Solo la Royal Air Force britannica, tuttavia, scelse il morale della popolazione nemica come uno dei propri obiettivi.
I bombardamenti indiscriminati sui cittadini e le loro case avevano lo scopo di distruggere la resistenza di un Paese, erano una strategia per indurlo alla resa.
Al contrario, Hitler escluse esplicitamente l’utilizzo dei bombardamenti “terroristici” poiché non lo riteneva efficace e usò la Luftwaffe come mezzo per spianare la via all’invasione della Gran Bretagna.
Il Blitz (l’attacco della Germania all’Inghilterra del sud) fu la prima offensiva aerea strategica indipendente da altre forze armate, seguita da un’offensiva molto più ampia degli inglesi sulla Germania.
Anche in questo caso gli obiettivi principali furono militari ed economici, ma le zone residenziali dove si concentrava la classe operaia tedesca furono attaccate perché l’eliminazione fisica dei lavoratori avrebbe di conseguenza danneggiato la produzione bellica.
I bombardamenti non ottennero il risultato di un crollo morale della popolazione, tranne forse che in Italia. Spesso invece rafforzarono il senso di identità, la resistenza e il ricordo di quanto era avvenuto restò così forte nella memoria che i nuovi edifici si costruirono accanto a quelli distrutti, mentre lacerti di quelli distrutti furono lasciati per mantenere vivo il ricordo di quelle bombe.
Le incursioni aeree non furono soltanto poco efficaci, ma anche incredibilmente imprecise, a causa della scarsa visibilità, delle variazioni meteorologiche, dei guasti tecnici, dell’altezza da cui erano scaricate le bombe, dell’attività antiaerea nemica, della stanchezza o poca esperienza dei piloti.
Nel 1941 il Ministero della guerra inglese nel Butt report scriveva che solo un aereo Raf su tre colpisce entro le 5 miglia dall’obiettivo, e poco meglio andarono i bombardamenti successivi.
Il saggio presenta anche delle inattese scoperte. Il bombardamento, come lo intendiamo ora, fu un’invenzione del capitano bulgaro Simeon Petrov che nella guerra dei Paesi balcanici contro la Turchia del 1912 adattò e allargò bombe da sganciare da un aeroplano. Petrov poi aggiunse uno stabilizzatore e un detonatore per l’impatto. Una bomba da 6 chili divenne lo standard dell’aeronautica bulgara. L’invenzione passò poi alla Germania durante la Grande Guerra e si ritorse contro la Bulgaria durante la seconda Guerra mondiale. Questo è il prologo (finora sconosciuto) di una serie di perfezionamenti micidiali, dalle bombe incendiarie agli spezzoni che inondarono l’Europa 25 anni dopo.
Fu invece la Jugoslavia a sperimentare per prima le bombe intelligenti nella guerra del 1991-1995
Il libro mostra quindi che molte delle aspettative rispetto ai bombardamenti aerei si rivelarono errate e che i leader delle forze aeree di tutti i paesi continuarono a esagerare gli effetti che l’aeronautica avrebbe provocato. Anche l’impatto economico non fu devastante quanto previsto: nemmeno la produttività tedesca fu distrutta, ma solo rallentata.
Un grande libro che merita – malgrado la sua mole – una rapida traduzione italiana.