“Eremo d’inverno”, pensieri e poesie nel nuovo libro di Claudio Bedussi
aprile 6, 2017 in Racconti e poesie, Recensioni da Piera Maculotti
Silenzi e stelle. La luce e la pace di un cielo alto sopra la terra, caldo dentro il cuore…
C’è un respiro speciale – calmo e profondo – dentro l’Eremo d’inverno (Ed. La Parola, pp. 194, € 22), l’ultimo libro di versi e prose di Claudio Bedussi, poeta, traduttore, insegnante.
Stanze quotidiane da una casa di passo: il sottotitolo rimanda ad una quotidianità che sa stare – salda e consapevole – e insieme andare, pronta al passo, aperta al viaggio. Un cammino, anche interiore, verso il centro di sé, verso il cuore indiviso delle cose; lontano da quella (c)ostruzione mentale – occidentale soprattutto – che separa, divide, oppone. E lo sguardo va all’onda che si frantuma senza frantumarsi, che muta eppure resta… Lo raccontava anche il precedente libro La follia dell’onda – 13 passi nell’arte e nell’uomo, sulle tracce del grande poeta giapponese Basho, praticante laico dello zen, maestro di haiku. Lampi lirici (17 sillabe in 3 versi: 5-7-5); brevi poesie d’incantevole essenzialità che, con sapienza, da tempo Bedussi disegna; squarci di luce e verità che – nei 130 testi dell’Eremo – si alternano a strofe più distese, a prose intense e suggestive.
Come onda/ la nostra vita è un soffio. Come acqua/ la nostra vita è eterna. Fragile e potente, il nostro esistere. Eternità istantanea, continuamente presente; da accogliere con semplicità, nella meraviglia dell’attimo che non insegue il futuro, non si rifugia nel passato né in qualche fittizio altrove.
Bedussi è mosso da una spiritualità zen fin dagli anni 1970/72, la stagione dei suoi tre processi e dieci mesi di carcere per la coraggiosa – inedita allora – obiezione di coscienza alle armi (contribuendo così all’avvio della legge sul servizio civile).
Oggi – tra i monti e i boschi dell’Alto Garda, con la moglie Anna – cura un podere e una casupola che periodicamente apre a chi – animato da spirito di pace e amore per la natura e la poesia – lì può scrivere, leggere, fare zazen (meditazione seduta), condividere pasti e passi, camminando “wilderness”, parlando il meno possibile…
Per quello c’è sempre tempo, dice Claudio Bedussi che da anni onora la forza e la bellezza della parola – tesoriera dello scrigno del mondo – con scritti vivi, eleganti, essenziali.