La divertente storia uscita da “Il cappello del maresciallo”
giugno 12, 2014 in Recensioni da Piera Maculotti
Il romanzo d’esordio del giovane Marco Ghizzoni
Si chiama Bigio. E’ brutto ed è al centro di non pochi interrogativi.
Di professione fa il becchino. E’ il personaggio principale della divertente storia uscita da “Il cappello del maresciallo” (Guanda, pp. 250 € 16) il romanzo d’esordio del giovane Marco Ghizzoni.
Un’esilarante piccola commedia umana, padana e paesana; un quasi giallo con spunti di cronaca nera: una morte sospetta, strani resti umani, spie e autopsie…
Nel borgo cremonese di Bosco basso, tra la noia e la nebbia d’autunno succede finalmente qualcosa di nuovo: il ricco del paese – noto liutaio – è stato trovato morto in circostanze un po’ così!
Un bel caso su cui indagare; un cadavere, eccellente, da allocare degnamente…
Parte così – tra loculi, bare e belle speranze – l’avventura di Bigio, necroforo innamorato, pronto a tutto… E c’è Edwige: bellissima, disponibile, pluricorteggiata. Attorno, il paese tutto: un via vai di macellai, giovani bariste, impiegate comunali su su fino al sindaco, attempato donnaiolo, agricoltore lombardo non come il precedente primo cittadino, Rosario, defunto e – denuncia la sorella – defraudato della tomba. “Terrone”, proprio come Bellomo – di nome e di fatto – il maresciallo che indaga; senza cappello e senza fretta, frenato da gravi dubbi etico-esistenziali: servire il Paese o il proprio cuore?
Quesiti, equivoci e malintesi; morbose gelosie e timidi ardori; ataviche furbizie, vendette e fughe (col beccamorto Bigio che non vuol proprio farsi beccare)… Gira veloce, colorata e vera la giostra che Marco Ghizzoni costruisce con sorridente arguzia.