“Cronache di Gerusalemme” di Guy Delisle
novembre 25, 2016 in Graphic novel da Beatrice Orini
“Il giorno dopo passa a trovarci una rappresentante di MSF.
«Dunque, qui ci troviamo nella parte “est” di Gerusalemme. È un villaggio arabo che è stato annesso nel ’67, in seguito alla guerra dei Sei Giorni.»
«Ma siamo comunque in Israele, giusto?»
«Beh… Sì… Insomma dipende.»
«Per il governo israeliano siamo in Israele, questo è certo, ma per la comunità internazionale, che non riconosce la spartizione fatta nel ’67, ci troviamo in Cisgiordania, quella che dovrebbe diventare la Palestina (se mai accadrà).»
«Ah, ok, d’accordo. E quindi è Gerusalemme la capitale del Paese?»
«Beh, il discorso è lo stesso, per la comunità internazionale è Tel Aviv, dove ci sono tutte le ambasciate. Ma per Israele è Gerusalemme. La Knesset (il parlamento) è qui, non a Tel Aviv.»
«Mmm… Capito.»
Bah, non ci ho capito niente. Ma con un anno davanti a me, mi dico, finirò di certo per capirci qualcosa…
Tra il 2008 e il 2009, il fumettista e professionista dell’animazione Guy Delisle si trasferisce per un anno a Gerusalemme insieme ai figli e alla compagna Nadège, impegnata in una missione di Medici Senza Frontiere. Da questa esperienza nasce un diario (miglior opera al Festival di Angoulême 2012), che intreccia piccoli e gustosi momenti in famiglia (in breve, la vita esaltante della casalinga) a ritratti lievi eppure terribili della “normalità” di Gerusalemme: i controlli di sicurezza in ogni luogo pubblico, il muro e i checkpoint che si fanno scenari di infinite attese, perquisizioni, interrogatori e talvolta bombe lacrimogene o lanci di pietre; due sistemi paralleli di trasporto urbano (autobus israeliani che servono tutta la città tranne i quartieri arabi e minibus arabi che servono unicamente i quartieri arabi), negozi e uffici con chiusure differenti a seconda della gestione (cristiana, musulmana, ebrea) e vie con gli uomini con la kippà da un lato, le donne col velo dall’altra.
Una città che è molte e antitetiche città insieme: c’è quella della Gerusalemme est, con quartieri pieni di immondizia, marciapiedi inesistenti e strade sconnesse, senza né un posto per fare la spesa né un parco dove portare i bambini, ma anche quella delle grandi colonie israeliane nei territori palestinesi, con moderni supermercati zeppi di merce occidentale; c’è la città vecchia molto bella ma non esattamente a misura di passeggino e la Gerusalemme ovest con oh! Marciapiedi spaziosi. Oh! Un caffè all’aperto. Oh! Un parchetto con le giostre per i bambini. Oh! Un mercato e cassonetti che non strabordano.
E ancora, traffico impossibile, sgomberi e demolizioni di case, manifestazioni, attentati, speranze, frontiere. Perché, come dice al fumettista un anziano della zona vecchia di Gerusalemme est mentre prepara un kebab, ci sono sempre delle frontiere!