Con Internet, verso il totalitarismo

ottobre 27, 2013 in Recensioni da Mario Baldoli

3(2)Le prove dello spionaggio Usa nei confronti dei Paesi alleati (figuriamoci quello verso i nemici) confermano ciò che tutti sapevano da tempo, e che lo stesso Prodi ha ribadito in questi giorni: sono decenni che siamo spiati. Al ritmo, sembra di 46.000 telefonate al mese.

Ciò richiama la prima divulgazione di documenti riservati Usa, fatta da WikiLeaks, e richiama il recente libro di Julian Assange, Internet è il nemico, Feltrinelli, che abbiamo consigliato nelle proposte di lettura del numero scorso.

Dalla nascita di Internet è diventato molto più facile conoscere i fatti altrui. Milioni di comunicazioni, milioni di persone che si mettono in contatto, centinaia di riviste, per esempio G9 (che tuttavia è una rivista che vuole svelare l’orrore del potere), tante mail da aver fatto scomparire le lettere tradizionali e le cartoline.

Innumerevoli persone sbattono in internet il nucleo segreto della propria vita e personalità. Con grande soddisfazione delle industri private.

Un mondo libero? Solo apparentemente, perché lo scopo dei governi è censurare, sorvegliare, punire – diceva Foucault – e ora hanno un mezzo potente e a buon mercato per farlo, ripete Assange. Nei governi è insita la violenza, anche se pochi se ne accorgono, e la rete dà loro un’insospettabile forza.

Secondo Julian Assange:Internet si è trasformato nel più pericoloso contributo al totalitarismo. E’ una minaccia per la libertà”.

Lo scopo del lavoro di WikiLeaks è diverso: privacy per i deboli, trasparenza per i potenti. Di qui l’impegno a rendere pubblici i segreti degli Stati, spesso fatti da documenti che sono tenuti abusivamente nascosti.

Gli Stati Uniti hanno reagito alle rivelazioni di WikiLeaks ripescando l’Espionage Act, nato durante la prima guerra mondiale. Questa norma è stata estesa anche ai giornalisti che pubblicano notizie che sanno essere riservate. Considerandoli terroristi, gli Stati Uniti hanno oscurato WikiLeaks, bloccato i suoi conti, imposto ad Amazon, Google, Facebook, Twitter di sospenderne i servizi bloccando qualunque file porti quel nome, costringendo a rivelare i dati delle loro comunicazioni senza che gli interessati siano avvisati e senza permesso di un giudice. Anche le comunicazione dei blackberry sono controllate. Agli aeroporti gli attivisti di Wiki sono perquisiti minuziosamente e gli viene sottratto via il computer.

Altri governi si sono già allineati agli Stati Uniti.,

L’Unione europea valuterà la richiesta di controllo degli Stati Uniti in una sessione plenaria. Vedremo allora se le attuali proteste sono serie. Se chiederanno agli Stati Uniti di controllare i loro sistemi spionistici, come gli Usa fanno con vari paesi del mondo, se affronteranno il problema dei diritti umani, ampiamente violati.

I processi avviati contro Wiki si sono risolti, almeno per ora, in una vittoria de governi.

Come affrontare il problema? Secondo Assange, la gente deve prendere coscienza, capire come funziona la civiltà umana a livello politico, industriale, scientifico e psicologico, vanno stimolate nuove culture. Bisogna essere utopisti.

Si dovrebbe poi usare un canale Tor, che presenta un numero tale di algoritmi da renderne impossibile il controllo.

Ma è di questi giorni la notizia di un tentativo, in parte riuscito, della National Security Agency di entrare in quel sistema. Sembra infatti che ne siano stati individuati gli utenti.

Wiki chiede anche di usare una valuta elettronica, chiamata provvisoriamente Bitcoin, cui dare un valore basandola, per esempio, sul lavoro.

Secondo me, è difficile immaginare che il potere Usa si fermi davanti a un sistema informatico.

Il totalitarismo innescato da internet sarà probabilmente, in mancanza di nuove scoperte, un grande fratello, un implacabile guardone. La guerra sarà la sua giustificazione. Come si sa, tutti parlano di democrazia, mentre non ci sono più democratici. Tutti parlano di liberismo benché di liberali non ne esistano più. Esistono pochi monopolisti, una massa di esecutori precari e milioni di poveri e schiavi, nati da perversa idea di globalizzazione.

Forse appartengo alla categoria dei luddisti, ma ritengo che la miglior difesa sia usare Internet il meno possibile, non comprare attraverso di esso, rivelare il meno possibile di sé, a cominciare dai viaggi fino a ciò che potremmo comprare.

Come scrive Nabokov: Voglio essere dimenticato; non sono membro di questo club (in Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi).

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