Chicago 1886. Dal sangue nasce il Primo Maggio

aprile 26, 2015 in Approfondimenti da Mario Baldoli

PrimoMaggio1Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio,
se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento,
se il fuoco ha risparmiato le vostre millecento,
anche se voi vi credete assolti,
siete lo stesso coinvolti
(F. De André, Canzone del maggio)

 

      Le leggi sono emesse da coloro che dispongono della violenza. Ho l’impressione che lo stato e i suoi agenti siano i principali e più abituali delinquenti. Coloro che generalmente vengono chiamati criminali sono al confronto agnellini innocenti.
( Lev Tolstoj, Chi sono i delinquenti, 1897)

 

Finita nel 1865 la guerra civile americana tra il Nord e il Sud schiavista, il movimento operaio americano, costituito perlopiù da emigrati tedeschi e inglesi, avviò la battaglia per le otto ore di lavoro, una battaglia che prima era stata contro la schiavitù e ora era per l’occupazione e contro il lavoro infantile. Con queste motivazioni alla fine della guerra erano nati i sindacati. Nel 1868 in tutti gli Stati Uniti i sindacati decisero una giornata di sciopero per imporre la riduzione dell’orario.

Chicago, uno dei maggiori centri industriali, fu al centro della rivolta che coinvolse masse di lavoratori.

Poiché la fabbrica McCormich decise di licenziare, la manifestazione si protrasse fino al 3 maggio, quando la polizia intervenne e uccise sei operai.

Il giorno dopo, durante un comizio di protesta, una bomba esplose in Haymarket Square tra le fila della polizia mentre si apprestava a intervenire. Morirono otto poliziotti e un numero imprecisato di manifestanti uccisi per vendetta dalla polizia. Dal 5 maggio furono arrestati 200 tra anarchici, socialisti e comunisti, otto furono sottoposti a giudizio. Tre di loro avevano parlato al comizio, gli altri o non avevano partecipato o se ne erano andati prima dello scoppio della bomba. Il processo però si concluse con la condanna di sette imputati all’impiccagione e uno a 15 anni di carcere.

Passò un anno prima dell’esecuzione della sentenza, durante il quale i carcerati scrissero le loro autobiografie: la loro infanzia, l’emigrazione, il lavoro, la militanza politica, il processo. Come molti, avevano sognato la libertà americana, avevano lasciata la miseria e la repressione europea e si erano accorti che poveri restavano e che i figli dei poveri andavano subito in fabbrica anche in America.

Dal processo (227 testimoni) non uscì nessuna prova che collegasse gli otto uomini al crimine, ma i giornali li definirono subito gli otto anarchici di Chicago, quelli che volevano rovesciare illegalmente il sistema capitalistico e eccitavano le masse alla ribellione. Ciò anche se lo stesso Thomas Jefferson, padre dell’indipendenza americana, aveva sostenuto nella Costituzione che ricorrere alla forza era legittimo per difendere i diritti umani. Da parte loro gli anarchici nei loro volantini avevano posizioni diverse: c’era chi sosteneva la lotta armata e in qualche opuscolo insegnava a costruire armi e bombe, e chi invece era contro la violenza.

L’opinione pubblica era in gran maggioranza favorevole alla pena di morte. Persino uno scrittore progressista come Zola in Germinal mostra il pericoloso nichilismo di un anarchico. Intanto in America dilagavano molti scioperi minori spesso con scontri violenti.

PrimoMaggio2Le donne ebbero un ruolo importante nella mobilitazione a Chicago. Durante il processo, la loro presenza era aumentata nei sindacati e nell’Internazionale. La più nota, Lucy Parson, riuscì a far conoscere al mondo i fatti del processo, costituì comitati, pubblicò il testo dei loro discorsi, creò un archivio. Pose la domanda: Vale la pena di salvare la nostra civiltà? (www.lucyparsonsproject.org)

L’avvocato di uno degli impiccati così descriveva la moglie: “Sedevano per ore uno di fronte all’altro divisi dalla grata di ferro della prigione in amorevole conversazione, calmi e controllati, mentre passavano i mesi tra il verdetto e l’esecuzione. La scena mi causava un’emozione infinita”.

Quarant’anni dopo finirono sulla sedia elettrica gli anarchici italiani Sacco e Vanzetti.

Nel novembre del 1887 quattro degli imputati furono impiccati, uno si era suicidato in carcere la notte prima, due ebbero la pena tramutata in ergastolo, l’ottavo rimase con i 15 anni da scontare. Nel 1893, pressato da continue petizioni popolari, il governatore dell’Illinois rivide l’intero processo e riconobbe l’innocenza dei condannati, e i tre in carcere furono liberati. L’identità di chi aveva lanciato la bomba tra la polizia non fu mai scoperta.

Ad Haymarket fu eretto un monumento in memoria dei poliziotti uccisi, ma il monumento ebbe una lunga storia di disfatte: più volte danneggiato (bombe, vernice nera ecc.) nel 1976 fu trasferito e nascosto nell’Accademia di polizia (si può vedere solo su prenotazione).

PrimoMaggio3Anche i “martiri di Chicago”, come furono sempre chiamati, ebbero il loro monumento, eretto davanti a 8.000 persone nel giugno 1893 nel parco del cimitero Waldheim dove sono sepolti: la statua rappresenta la giustizia con la spada nell’atto di mettere una corona d’alloro sul capo di un lavoratore caduto. Alla base del monumento sono incise le parole degli impiccati: Verrà un giorno in cui il nostro silenzio sarà più potente delle voci che voi oggi strangolate.

Nel 1889 la Seconda Internazionale adottò il Primo Maggio come giornata mondiale dei lavoratori.

(Sul tema si vedano le migliaia di pagine del sito www.illinoislaborhistory.org alla voce Haymarket)

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