Chiara e le trame di carta da giornale
giugno 20, 2016 in Album fotografici, Arte e mostre da Pino Mongiello
Può essere che la lunga crisi che stiamo attraversando ci abbia messo lo zampino: di certo le difficoltà aguzzano l’ingegno. Ci vuole, però, qualcosa di più delle condizioni economiche e sociali per realizzare le cose che Chiara (l’anonimato è una sua condizione!) produce ormai da qualche anno: ci vogliono passione, fantasia, senso estetico, abilità manuale.
Chiara è una signora che potremmo definire una nonna giovane, residente sulle belle colline della Valtenesi, che divide il proprio tempo tra famiglia e lavoro, tra nipoti da accudire e progetti da sviluppare. A lei è bastato poco, se si pensa che la materia con la quale si cimenta è semplice carta, anzi carta di giornali che, se non fosse riciclata, andrebbe al macero. Chi direbbe che una materia così fragile, creata per l’effimero, diventi invece, lavorata dalle sue mani, un prodotto solido e funzionale?
Da tre anni, ormai, Chiara con questa carta produce oggetti d’uso quotidiano, da inserire nell’arredo domestico o da portare a passeggio, collane e braccialetti che farebbero invidia alla più raffinata bigiotteria un po’ snob. È vero, le sue mani hanno avuto bisogno di un periodo non breve di apprendistato; tanta carta è stata da lei cestinata perché gli oggetti che costruiva non la convincevano. Ma ora le cose hanno preso un altro verso e sono lì da vedere. Nella sua produzione che non si direbbe mai realizzata con quella materia così povera troviamo cesti, paralumi, borse, sottovasi, portaoggetti.
Il problema principale che Chiara deve affrontare riguarda la preparazione della materia, il cosiddetto semilavorato: la carta, infatti, deve essere arrotolata e ridotta in lunghi fusi sottili i quali, a loro volta, saranno intrecciati proprio come si fa con il giunco o il midollino. C’è poi il trattamento del colore che, solitamente, si realizza con il liquido naturale del caffè o dell’orzo, il che consente anche di rafforzare la compattezza del manufatto senza l’uso di collanti. Insomma, il prodotto che ne esce, pronto per l’uso, è quanto di più ecologico possa esserci, ed è il frutto di un gusto decisamente fine, che nulla ha da spartire con tanto trash che si vede in giro.
Ho chiesto a Chiara se non ha mai pensato di mettere sul mercato le sue opere, e di non limitarsi a regalare agli amici e ai parenti le sue creazioni. Mi ha risposto che non ama mettersi in mostra, tanto è vero che mi ha vietato di fotografarla. In un tempo in cui l’immagine è condizione dell’esistere… mi trovo davvero spiazzato. Ma le rendo omaggio mostrando i suoi prodotti migliori.