La bici è l’utopia, la necessità dell’uomo libero

settembre 13, 2020 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli

Copertina angioniFinalmente un libro felice senza il catastrofismo ormai obbligatorio, arrivato alla II edizione notevolmente ampliata. La vita di un uomo e della sua bicicletta, meglio è dire le sue bici, infatti ne ha dieci e una in camera.

E’ Martin Angioni, La 101 ragioni per cui vado in bicicletta, Utet editore. Angioni è stato in passato dirigente di varie aziende, anche Amazon, su cui ha scritto il libro più ficcante al mondo.

E’ sempre andato al lavoro in bici, sole, pioggia e sonno alba e tramonto, ha attraversato città complesse come Berlino, Tokio, Los Angeles, Seattle perché con la bici si arriva sempre in anticipo, non ci sono code, si passano i semafori col giallo, e la bici è uno strumento nato perfetto, sia pure evoluto attraverso molte modifiche.

Il “nato perfetto” mi imbarazza: inevitabile pensare a tanti oggetti nati perfetti: per Eco il libro, per Calasso il cucchiaio, per qualcuno gli scacchi (v. al British Museum la scacchiera dei Sumeri), per altri persino il cesso. Leggi il resto di questa voce →

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Giancarlo Cavallo: un tributo in poesia

agosto 26, 2020 in Racconti e poesie, Recensioni da Gaetano Barbarisi

Barbarisi immagine

26 – Tribute to the Twenty-six Dead Women. Reading

Giovedì 27 agosto 2020, alle ore 21.00, in replica giovedì 3 settembre, nel cortile-giardino di Casa della poesia, è in programma la lettura partecipata del poemetto 26 – tribute to the twenty-six dead women di Giancarlo Cavallo. L’opera, in corso di pubblicazione nella collana fatamorgana della Multimedia Edizioni, è dedicata alle 26 donne morte nel Mediterraneo e sbarcate a Salerno il 5 novembre 2017 e con esse a tutte le vittime della tragedia immane dell’immigrazione. Alcune persone del pubblico saranno invitate a leggere i testi che compongono il poemetto, in una partecipazione empatica e sentita di condivisione.

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La biblioteca dell’anima è una geografia

agosto 19, 2020 in Recensioni da Mario Baldoli

Coperina MongielloC’è un luogo, il lago di Garda che se lo guardi da Peschiera verso Nord è un mare, così come se lo guardi da Tignale verso sud: d’improvviso aperto, immenso di scintille come un cristallo o opaco di nebbia secondo i capricci del cielo, tranquillo o furibondo tra le brezze o i venti lo spingono.

Tutti i grandi ne uscirono turbati: Goethe, Mi levo la scorza come un serpente che rinasce; David Herbert Lawrence, Viti, olivi, limoni, di fronte il Baldo coperto di neve. Kafka e Sebald, nessuno sfugge al suo limpido virus.

In maniera originale incontriamo il Garda nel libro di Pino Mongiello, In certi luoghi dell’anima, Garda Polesine Gargano, con scritti di Mongiello, Francesco Permunian e la postfazione di Nino Dolfo, Grafo editore.

I luoghi dell’anima in quest’opera sono un triangolo: al vertice in alto il Garda di oggi, negli altri angoli il Gargano e il Polesine, le radici fonde lasciate dai genitori, il Gargano per Mongiello, il Polesine per Permunian: una geografia nella quale il segmento della vita mentre corre avanti, riesce anche a voltarsi verso il tempo ritrovato della propria storia. Leggi il resto di questa voce →

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Guerra e pace: occhi aperti su un presente che ci riguarda

agosto 9, 2020 in Approfondimenti, Recensioni da Laura Giuffredi

Guerre_copertinaPartiamo dalla dedica di questo “Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo” (9^ edizione, Terra Nova Edizioni, sett. 2019): “A chi pensa, a ragione, che la buona informazione sia indispensabile per democrazia e pace”.

Ottima premessa. E questo volume è sicuramente un esempio di ottima, capillare informazione sul mondo d’oggi, alla voce “guerre e conflitti”, ma anche riguardo a “situazioni di crisi” genericamente intese, con un quadro sulle missioni ONU in corso. Con la precisa cartografia ed l’esauriente glossario di cui si correda, lo studio è una fonte sterminata di notizie, che ci consentono di prendere le distanze da pressappochismo e fake news.

Stiamo ai dati aggiornati al giugno 2019: le guerre in corso sono ben 30, tre in meno rispetto all’inizio del 2018; Algeria, Haiti e uno dei conflitti indiani sono diventati “zona di crisi” (cioè si è abbassato il livello di scontro) ; di tali “zone” se ne contano complessivamente 18.

Numeri comunque non da poco. Leggi il resto di questa voce →

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Manganelli, la recensione carnale

luglio 10, 2020 in Recensioni da Mario Baldoli

manganelli_copertinaIncontrai per la prima volta Giorgio Manganelli a metà degli anni Settanta sulla terza pagina del “Corriere della sera”, la pagina più prestigiosa, quella della letteratura, che apparteneva a intellettuali, giornalisti prestigiosi, scrittori noti. Non ricordo il titolo del libro che recensiva, ma non ho mai dimenticato una splendida definizione di litote.

Ora che Adelphi ha pubblicato un primo corposo volume delle sue recensioni Concupiscenza libraria (p.450) a cura e con postfazione di Salvatore Silvano Nigro, capisco perché non ricordo il titolo di quel libro: perché Manganelli sceglieva un’opera come pretesto per incontrarne altre, un autore per incontrare altri autori, per spaesarsi nei sentieri delle osservazioni personali, in labirinti linguistici e richiami eruditi che davano i brividi. Infine, un periodo anguillesco sosteneva una lingua gravida di termini torti e desueti.

Teoricamente le sue erano recensioni, ma lui va definito piuttosto come scrittore di recensioni e vorrei sottolineare “scrittore”. Leggi il resto di questa voce →

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Non basta a Cassandra avere ragione. La previsione di un economista a Palazzo Chigi

giugno 16, 2020 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli

Foto_Keynes_copertinaNella condizione virale in cui si trova il mondo, mentre tutti parlano del futuro, ecco che ne parlo anch’io. Ne parlo attraverso le teorie del più grande economista del Novecento, John Maynard Keynes e di chi oggi lo segue Joseph Stiglitz e Paul Krugman, in conflitto con le teorie affermatesi negli ultimi decenni del secolo, la “scuola di Chicago” con Milton Friedman e George Stigler

Tutti e quattro premi Nobel, perché un colpo va al cerchio e l’altro alla botte.

Le illusioni sono molte, ma poche le vie d’uscita: la più probabile, vaccino o no, è che tutto torni come prima con in più la solitudine del lavoro da casa: liberismo sfrenato, ricchi sempre più ricchi, mutui e azioni truffa, strada dritta alla catastrofe economica come nel 2008. I ricchi, per salvarsi dai poveri, già hanno circondato le loro ville e aziende da forze armate, i robot e l’Intelligenza artificiale trasformeranno in rivolte episodiche e violente quanto rimane di una classe di precari. Tornerà il laissez faire, le “mani libere” richieste dai “padroni”, almeno fin quando hanno bisogno dello Stato.

Altra strada la troviamo in John Maynard Keynes, che vedeva lontano, quindi non fu mai seguito e quando i governi lo prendevano sul serio, ciò avveniva anni dopo e in emergenze diverse. Leggi il resto di questa voce →

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Nella tragedia il non-rappresentabile è la spia della realtà: i Lager e la migrante Josefa

maggio 20, 2020 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli

Copertina_sguardoNel film Austerlitz (2016) il regista ucraino Sergei Loznitsa mostra il Lager di Auschwitz diventato ora un sito turistico. I visitatori entrano nella camera a gas, una famigliola si fa fotografare con alle spalle l’insegna Arbeit Macht Frei. E’ avvenuto il capovolgimento del limite, il gioco si è impadronito dell’orrore.

Quasi in una previsione Elie Wiesel aveva scritto in La notte (1958), è il non rendersi conto, il non poter rendere conto dell’inferno di Auschwitz.

Cosa resta della memoria dei Lager? A parte pochi libri di storia (poco letti), come le immagini, i film hanno interpretato l’orrore?

Più di mezzo secolo fa, in Italia apparve Kapo (1960) di Gillo Pontecorvo, un film all’epoca considerato scandaloso, che fece conoscere i Lager e i loro deportati. Provocò mesi di discussioni. In Kapo l’orrore dominava lo schermo, diventava spettacolo. Ma è possibile, sessanta anni dopo mettere in spettacolo una tragedia? Leggi il resto di questa voce →

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Berlino-Mediterraneo: un gioco di specchi

maggio 7, 2020 in Architettura e urbanistica, Recensioni da Laura Giuffredi

Bredekamp_copertina

Il paradosso si rivela già nel titolo “Berlino città mediterranea. Il richiamo del Sud” (2019, Raffaello Cortina Editore) e l’autore Horst Bredekamp ci conduce a scoprire una vocazione antica, presente per molti secoli nella storia tedesca, a proiettarsi con nostalgia verso sud, verso il Mediterraneo, verso la culla della civiltà greco-latina.

Una civiltà fatta anche di architettura, naturalmente, per cui di forme, di spazi, di volumi, di vuoti e di pieni, di funzioni ed ornamenti.

Il dipinto allegorico di Friedrich Overbeck dal titolo “Italia e Germania” (1811-1828) potrebbe ben sintetizzare, dalla Neue Pinakothek di Monaco, questa Weltanschauung di lungo corso.

Come bene chiarisce l’autore “ Berlino non è scaturita dal nulla, bensì dai riflessi di specchi collocati al di là delle Alpi”. Leggi il resto di questa voce →

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A prua della vita c’è una polena

aprile 8, 2020 in Approfondimenti, Recensioni da Viola Allegri

Magris_PoleneEra 1871 quando il vascello Primos si schiantò sulle rocce delle isole Shilly a ovest della Cornovaglia. L’unico superstite dell’equipaggio fu un marinaio italiano Vincenzo De Felice, che restò abbracciato alla polena che il mare aveva strappato alla nave. Qualche giorno dopo la rivide sulla spiaggia, spinta a terra dalle onde. Cosa passò allora nel suo cuore? Cosa passa nel nostro?

Quella polena era una bella donna pienotta con vasti seni sotto la fluttuante veste bianca, scrive Claudio Magris. De Felice la portò nel giardino di Tresco, una delle Shilly dove ora si trova un museo dedicato alle polene: Tresco, l’isola che è un gioiello di vegetazione tropicale grazie alla corrente del Golfo.

Scriveva Baudelaire: Sempre, uomo libero, amerai il mare!

Forse, ma chi naviga davvero, è per necessità servo e superstizioso, sfiancato dalle bonacce o schiacciato da una furia spietata, maledetto dalla vita, sincero nella sua promessa da marinaio, benefica icona da appendere alle coronarie per dimenticare la violenza del vento e delle onde, il terrore degli scogli, il freddo della morte. Leggi il resto di questa voce →

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Mazzarò è il re dei pusher e Dante un galeotto

marzo 14, 2020 in Recensioni da Mario Baldoli

Copertina SoniaCome si sa ma non si dice, Verga Giovanni né fu naturalista, verista, realista o altro, era – cercando sigle come fossero tartufi – soprattutto un simbolista.

I romanzi, i racconti – pensa alla Lupa o a Rosso Malpelo – sono simboli potenti.

E quel simbolo davanti al naso è evidente, forte, ma necessita di gente pratica, così come il grimaldello infilato sotto una serratura è in proporzione inversa al sonno del critico sopra una pagina.

Per venire al concreto: Verga fa arricchire ferocemente Mazzarò perché quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba.

La classe – siamo in un carcere – ha capito e romba. Poi quando legge che anche la roba pareva fatta per lui, il rombo cresce e conferma la certezza: Mazzarò è il re dei pusher. E ci andava forte anche Kafka, se è vero che in una notte scrive La metamorfosi. Leggi il resto di questa voce →

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