“Ore 15:17 – Attacco al treno” di Clint Eastwood

aprile 1, 2018 in Cinema, Recensioni da Marco Castelli

the-1517-to-paris-blogbusters-filmdatenbank-2018Ore 15:17 – Attacco al treno è un film difficile da inquadrare, una produzione che si muove – con flashback e flashforward – tra la narrazione di una vacanza ed il documentario, tra il romanzo di formazione ed il film d’azione.

Questa eterogeneità narrativa è però, più che il frutto di una sperimentazione cinematografica, il risultato di un lungometraggio che sembra esser stato girato solo per permettere a Clint Eastwood di ripetere le sue tesi sull’eroe americano di oggi: uomo comune, religioso, magari con desiderio di riscatto, che compiendo il suo dovere (militare) salva vite umane dal “nemico”.  Leggi il resto di questa voce →

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Un superlodato pessimo film

gennaio 13, 2018 in Cinema, Recensioni da Mario Baldoli

stalin-2Si proietta in questi giorni in città un pessimo film che gode di ottima stampa. È Morto Stalin, se ne fa un altro di Armando Iannucci. Il titolo è così tradotto dall’inglese The Death of Stalin.

Il film racconta le ultime ore del dittatore e la lotta politica per la successione. Inevitabilmente richiama un grande film del 2004 La caduta. Gli ultimi giortni di Hitler.del tedesco Oliver Hirschbiegel. Il suicidio di Hitler nel bunker ha in sé la potenza di un dramma, mentre il film su Stalin è semplicemente un’opera buffa.  Leggi il resto di questa voce →

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Paterson di Jim Jarmusch

febbraio 28, 2017 in Cinema da Marco Castelli

paterson1Otto giorni di vita di un autista di autobus nella cittadina di Paterson, New Jersey: un uomo che si chiama come la sua città (Adam Driver), sua moglie (Golshifteh Farahani) che passa le giornate a dipingere le tende, vende dolci al mercato della domenica e pensa di diventare una chitarrista country ed infine il cane, Marvin, antipatico ma obbediente. Chiaramente anche una scatola di fiammiferi “Ohio Blue Tip” in cucina.  Sono questi gli elementi principali della trama di quest’opera, presentata al Festival di Cannes, del regista Jim Jarmusch, peso massimo del cinema indipendente americano e fondatore del cinema minimalista, celebre per le opere nelle quali sviluppa una poetica della relazione tra il posto del soggetto ed il contesto, creando personaggi a disagio nell’accettazione del rapporto con ciò che li circonda. Leggi il resto di questa voce →

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Francofonia, l’elegia firmata da Sokurov

gennaio 10, 2017 in Cinema da Marco Castelli

francofonia 2 “Dovremo navigare per sempre e vivere per sempre” sussurra Sokurov davanti alla Neva, agitata ed infinita come un mare, che circonda l’Hermitage negli ultimi fotogrammi di Arca Russa e quasi idealmente sembra ripartire da quell’affermazione il regista che – all’inizio di Francofonia – prova a chiamare un suo amico capitano della marina mercantile, un amico che, come gli altri personaggi del film, ha continuato a vivere, a navigare, nelle intemperie della storia, che si susseguono come le onde dell’oceano: tutte uguali e ciascuna con una propria voce. Leggi il resto di questa voce →

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Mad Max: migrazione e circolarità

giugno 16, 2015 in Approfondimenti, Cinema da Damiano Cason

mad_max_fury_road_ver7_xlgUna lite furibonda con un amico, la sensazione che un rapporto sia guastato per sempre, eppure il giorno dopo è ancora lì, che non se ne va. Fa parte dell’ambiente circostante, bisogna farci i conti. Essere lasciati da un grande amore, andarsene via in cerca di un nuovo orizzonte, ma i fantasmi sono ancora lì, perché il mondo è mediato dalle nostre percezioni. E’ tutto ancora lì che non se ne va. Le guerre più devastanti che si possano immaginare: la Grande Guerra, la Shoah, la bomba atomica, ma è tutto ancora lì. Poi le torture, i massacri, le crudeltà. Infine, la grande crisi del capitalismo. E il capitalismo è ancora qui, che non se ne va. Un deserto sconfinato, c’è solo sabbia e sale. Dice Zizek che è più facile nella nostra epoca immaginare la fine di ogni cosa piuttosto che un mondo diverso. Una volta ci si immaginava come sarebbe stato un mondo in cui avesse vinto il nazismo, oppure con speranza si immaginava il nuovo mondo comunista senza classi. Ora invece, dimostra il cinema, il nostro immaginario produce centinaia di ipotesi diverse su come potrebbe essere la fine: è il filone dei disaster movies. Non per niente i film di fantascienza, quelli che un mondo diverso lo immaginano, anche se quasi sempre distopico, sono tutti tratti da libri degli anni ’60 e ’70. Poi ci sono i film post-apocalittici, come Mad Max. Leggi il resto di questa voce →

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“È stato morto un ragazzo” – Il racconto del calvario degli Aldrovandi nel documentario di Filippo Vendemmiati

febbraio 13, 2015 in Approfondimenti, Cinema da Sonia Trovato

“Ho sempre pensato che sopravvivere a
un figlio fosse un dolore insostenibile. […]
Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive.
Una parte di me non ha più il respiro, la luce, il futuro,
perché il respiro, la luce, il futuro sono stati tolti a lui”
(Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi)

 

Federico_Aldrovandi_Aut31801   In una delle scene finali di Arancia Meccanica, il protagonista, “guarito” dal metodo Ludovico, si imbatte nei vecchi compagni di violenza, ritrovandoli ripuliti in una divisa di polizia. Per dei vecchi drughi come noi il lavoro più adatto è questo: poliziotti spiegano, tra un ghigno e l’altro, i due agenti, prima di tentare di soffocare Alex in una fontana e riempirlo di manganellate. Ma la vicenda raccontata in È stato morto un ragazzo, documentario firmato dal giornalista e regista Filippo Vendemmiati, non è ambientata nell’Inghilterra distopica e futurista nella quale i drughi di Burgess/Kubrick si drogavano di lattepiù, pregustando le imminenti scorribande notturne. Siamo infatti a Ferrara, città dotata di opinione pubblica e società civile reattive, di un sistema d’informazione diffuso e disposto a diffondere notizie e spiegazioni e a non subire condizionamenti. E il ragazzo che “è stato morto” all’alba, in un parco cittadino, dopo uno scontro fisico violento con quattro agenti di polizia, senza alcuna effettiva ragione, era un diciottenne, studente incensurato, integrato, di condotta regolare, inserito in una famiglia di persone perbene (frasi estratte dalle motivazioni della sentenza).

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“Tomorrow’s land”, un film di denuncia e una felice esperienza di produzione dal basso. Intervista al regista Andrea Paco Mariani

dicembre 24, 2014 in Cinema, Interviste, Palestina da Sonia Trovato

tomorrows-landTomorrow’s land” è un documentario autoprodotto ambientato ad At-Tuwani, un minuscolo e sofferente villaggio palestinese a sud di Hebron, costantemente minacciato dai coloni e dagli ordini di evacuazione e di demolizione da parte dell’esercito israeliano. La pellicola racconta la difficile e coraggiosa resistenza messa in atto dai comitati popolari. Abbiamo incontrato uno dei registi, Andrea Paco Mariani, che ci ha svelato alcuni retroscena del film e che ci ha dato la sua opinione sull’incerto futuro della Palestina.

Una domanda di ordine pratico, e cioè come avete fatto a far uscire il materiale girato dall’aeroporto di Tel Aviv (in Palestina non esiste un aeroporto e gli internazionali che vogliono andare in West Bank devono passare da Israele. L’alternativa è il confine giordano, anch’esso controllato dall’esercito israeliano, ndr)?

Abbiamo fatto una spedizione aerea, con la consapevolezza che poteva andare tutto a rotoli. Ai tempi giravamo ancora con la SD, quindi non c’era neanche la possibilità di fare un backup. Ci siamo detti “vada come vada”. Era l’unica cosa da fare, perlomeno all’epoca. E, per fortuna, è andata bene.  Leggi il resto di questa voce →

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Woody in the moonlight

dicembre 10, 2014 in Cinema da Elisa Masneri

images Il 2014 non poteva finire senza l’annuale film di Woody Allen, che come regalo di Natale ci offre Magic in the moonlight. Dal 1982 ad oggi Allen, ormai quasi ottantenne, ha girato un film all’anno. Insomma, come con i libri di Bruno Vespa, nasce spontanea la domanda:  “È davvero possibile riuscire ad avere qualcosa di nuovo e importante da comunicare ogni anno?”. Non è più giusto valutare questi lavori per quello che sono, cioè un tentativo di sfruttare la propria fama al massimo, finché dura?

Woody Allen può vantare una filmografia quarantennale composta da film ormai considerati classici della storia del cinema. Lui stesso è un mito vivente della commedia statunitense, anzi è ciò che resta della gloriosa commedia classica hollywoodiana, il genere che insieme al western ha fatto di Hollywood una leggenda e che ora è stato relegato in un angolo per lasciare il posto ai kolossal sui supereroi.  Leggi il resto di questa voce →

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Venezia71: C’era una volta “io sto con la sposa”

ottobre 16, 2014 in Cinema, Nuovi cittadini da Elisa Masneri

Io sto con la sposa è un film da vedere, anche solo per poterlo raccontare un giorno ai nostri figli o nipoti. Perché non è solo il racconto in presa diretta dei quattro giorni di viaggio, da Milano a Stoccolma, di cinque clandestini sbarcati a Lampedusa che si inventano un finto matrimonio. È soprattutto un’azione politica, la più forte ed efficace fatta fin’ora, che obbliga tutti a fare i conti con delle questioni che l’Unione Europea si ostina a non voler considerare: il diritto alla mobilità, il diritto di fuga e di accoglienza, il rispetto dei diritti umani dei migranti, il diritto di asilo.

473270Ho voluto immaginare un futuro senza guerre..o almeno senza frontiere. Perché, nonostante le paure xenofobe, la Bossi-Fini, il razzismo e  l’ignoranza, la società è già multietnica adesso, e lo sarà sempre di più. Alcuni processi sono irreversibili e non si possono fermare in nessun modo, perciò leghisti, mettetevi il cuore in pace! Si pensi al rap, genere afroamericano per eccellenza: in questo film è fatto dal giovane siriano Manar, che urla la sua rabbia e la sua speranza di un futuro lontano dalla guerra. 

Ho immaginato di raccontare ad un figlio o nipote del futuro l’odissea di Manar, Alaa, Mona e di tutte le vittime senza nome che custodisce il mare.  Leggi il resto di questa voce →

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Venezia da leggere e i film da vedere

settembre 6, 2014 in Cinema, Letteratura da Elisa Masneri

Il settantunesimo festival del cinema di Venezia sta per concludersi e, mentre si scommette sui vincitori, cerco di fare un resoconto di questi undici giorni di kermesse. Premetto che purtroppo non sono stata al Lido e quindi non ho ancora visto nessuno dei film presentati, ma mi sono tenuta quotidianamente informata confrontando le opinioni di diversi critici cinematografici.

Ancor prima che il festival iniziasse, sono rimasta stupita dall’abbondanza di film ispirati da romanzi: il cinema e la letteratura si sono sempre influenzati e ispirati a vicenda, spesso importanti autori letterari hanno contribuito alla scrittura delle sceneggiature, ma visto che in questa Mostra del cinema le pellicole tratte da romanzi sono veramente tante, temo che questa scelta sia sintomatica di un’industria in crisi economica e creativa.

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