Jaques Villeglé e le “realtà collettive”

febbraio 1, 2014 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

112Haussmann“Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura” (lettera di Michelangelo a messer Benedetto Varchi, filologo e storico fiorentino).

Chissà se nella riflessione e nell’azione di Jaques Villeglé la dialettica cui alludeva Michelangelo secoli prima, e la sua concezione neoplatonica dell’arte, hanno trovato posto. Forse non consapevolmente, ma certamente nel visitatore tale suggestione può affiorare.

La mostra retrospettiva dedicata a Jaques Villeglé, in corso alla Galleria Agnellini di Brescia (visitabile in via Soldini 6/A fino al 5 aprile), si intitola “CINQUE” poiché, in quaranta opere, ripercorre i cinque anni di collaborazione dell’artista con la galleria stessa. Un’occasione non comune di accostare un artista vivente tra i più rappresentativi del cammino dell’arte contemporanea, espressione di un “nouveau realisme” che si è sviluppato dai primi strappi agli ultimi grafismi socio-politici, in una stralunata scrittura simbolica. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Da Caravaggio a Canaletto. L’arte italiana approda a Budapest

gennaio 8, 2014 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

Due secoli di arte italiana vengono celebrati in una mostra straordinaria al Szépmuvészeti Múzeum di Budapest. Ricca di capolavori e scientificamente ineccepibile, con 141 dipinti accuratamente selezionati provenienti dai piú importanti musei del mondo, dá la possibilitá di capire la varietá di stili e le molte personalitá artistiche di quei decenni.

(La mostra è aperta fino al 16 febbraio 2014 e i biglietti per visitarla si possono comprare online sul sito del museo: http://www.szepmuveszeti.hu/)

“La cultura é dialogo tra opere e persone, ma puó far dialogare anche le nazioni”, ha detto il ministro ungherese della Cultura Zoltán Balog presente all’inaugurazione. Obiettivo decisamente centrato con questa significativa esposizione. La politica dello Szépmuvészeti Múzeum di Budapest é stata da subito chiara, da quando si pose l’ambizioso obiettivo di presentare la pittura italiana dal XV al XVIII secolo in due mostre consecutive: la prima “Da Botticelli a Tiziano”, tenutasi nel 2009-2010; quella ora in corso “Da Caravaggio a Canaletto – Due secoli di capolavori italiani” che segna l’evento della stagione ungherese-italiana. Mai prima d’ora una gamma così completa della pittura italiana di questo periodo era stata presentata al pubblico ungherese (ben 141 quadri esposti e provenienti dai musei più importanti del mondo). Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Ricostruire la memoria attraverso l’arte con il Premio Rizzi

ottobre 28, 2013 in Arte e mostre da Beatrice Orini

Oggi più che mai la memoria non va semplicemente custodita, ma recuperata e ricostruita, e l’arte può essere uno strumento efficacissimo in questo senso. Così Maddalena Penocchio, membro dell’esecutivo dell’Aref, spiega il perché della VI edizione del Premio biennale Emilio Rizzi, dedicata al 40° anniversario della strage di Piazza della Loggia. Con il Premio – prosegue il presidente dell’Aref Roberto Ferrari – chiamiamo gli artisti a cimentarsi con questa sfida culturale, che consiste nel tentativo di ridare all’arte un senso, un compito, che ha sempre avuto implicitamente, ma che oggi è molto in sordina, soffocato da quasi un secolo di mercantilismo smodato.

L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Aref – Associazione artistica e culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari – in collaborazione con molte realtà bresciane: Associazione Casa della Memoria, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Associazione Fiamme Verdi, Fondazione Clementina Calzari Trebeschi, Fondazione Luigi Micheletti, Associazione Artisti Bresciani. L’evento, sostenuto da alcune imprese bresciane, è patrocinato da Regione Lombardia, Provincia e Comune di Brescia, dall’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia, e ancora da LABA (Libera Accademia di Belle Arti), Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, AIAP (Associazione italiana design della comunicazione visiva), CGIL, CISL e UIL. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Matteo Pedrali: Il ‘900 tra sogno e realtà

ottobre 16, 2013 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

Ricompare a Palazzolo  sull’Oglio (Palazzo Duranti MarzoliFondazione Ambrosetti, fino al 27 ottobre), in un’interessante esposizione a cento anni dalla nascita, il genio inquieto di Matteo Pedrali (Palazzolo s/O.1913 – 1980), che attraversò il “secolo breve”,  incarnandone molte contraddizioni, tra luci ed ombre.

La mostra palazzolese, curata da Davide Dotti, ha il merito principale di far riemergere dai meandri del collezionismo privato molti significativi lavori, per l’esattezza oltre 150 opere, di cui quasi la metà inedite.

Si delinea l’identità artistica di un maestro ispirato da una quantità eterogenea di spunti culturali, che vanno dalla scuola del Novecento Italiano (Carrà, Severini, De Chirico, Morandi), alla Nuova Oggettività, dal Realismo Magico alle Avanguardie europee, non sconfessando, tuttavia, la tradizione del primo Rinascimento italiano, da Paolo Uccello, a Masaccio, a Piero della Francesca. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

La “vera” arte di Achille Ghidini

agosto 1, 2013 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

Nella Firenze rinascimentale, quella di Donatello, Masaccio e Brunelleschi, si assiste ad una progressiva rivalutazione della figura dello scultore, del pittore e dell’architetto, che non vennero più considerati semplici artigiani, ma artisti, persone intellettualmente colte, in grado di coniugare straordinarie abilità tecniche con originali ed innovative visioni estetiche, fondate su basi classiche.

Così da allora gli artisti videro riconosciuto il loro status di creatori di opere d’arte, frutto dell’intelletto prima che di perizia manuale.

E oggi? Come devono essere considerati gli artisti in rapporto alla società “liquida” nella quale viviamo? Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Giorgio Maria Griffa. Acquarelli di viaggio e suggestioni visive

aprile 28, 2013 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

Faro di Noss Head

Nella “tempesta perfetta”, come molti economisti hanno battezzato la crisi globale ancora in corso, c’è un risvolto positivo nel mondo dell’arte contemporanea: le schizofreniche quotazioni di certi “pseudo-artisti-mercanti” si sono sgonfiate e, per contro, si è registrata una rinnovata attenzione per le espressioni artistiche “vere”, frutto della creatività di uomini e donne che studiano, sperimentano, viaggiano e faticano per cercare nuove strade.

In questo senso l’arte di Giorgio Maria Griffa rivela la dedizione, l’impegno e la fatica dell’artista: egli ottiene, con la tecnica dell’acquarello, per sua natura fatta di velature, che non ammettono ripensamenti, opere di un realismo epidermico e lenticolare. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest
da admin

Arte sì, ma anche vestiti

febbraio 20, 2013 in Arte e mostre da admin

Il pittore Eugenio Mombelli espone alla Galleria AAB, in Vicolo delle stelle a Brescia, una mostra personale dal titolo: Wear the Art, Indossa l’Arte. Si tratta di un connubio tra le sue opere di pittura, scultura, incisioni e la loro riproduzione su vestiti di seta per il mondo della Moda. Ci sono quindi lavori del suo mondo artistico, in parte anche riprodotti per essere indossati. I vestiti, portati da modelle durante l’inaugurazione, erano stati presentati in anteprima al Pitti Moda di Firenze del giugno scorso.

Artista informale, Mombelli ha dato il via nell’opera pittorica a scritture “misteriose” che rappresentano messaggi non leggibili, quindi non “figurativi” che lasciano l’osservatore libero di interpretarli in funzione della propria sensibilità. Ciò in linea con la tematica generale delle opere Informali che, non fornendo un soggetto chiaramente visibile, tentano di arrivare alla sensibilità individuale, per definizione singolare e peculiare.

OMEOVQY 23x45.bmp

“Per poter comunicare – dice Mombelli – dobbiamo avere un’affinità comprensiva che oggi è ostacolata dai diversi idiomi, mentre un messaggio visivo è di comprensione più semplice e generale. I nostri antenati, incidevano o dipingevano messaggi figurativi o criptici per codificare e trasmettere sensazioni ed emozioni che da molto tempo centinaia di esperti cercano di comprendere”.

Analogamente, i bambini quando cominciano a tracciare segni su di un foglio, hanno chiaro in mente cosa vogliono esprimere, anche se per l’interpretazione reale e profonda, penso io, ci si dovrebbe rivolgere alla psicoanalista Melania Klein e almeno al suo libro Analisi di un bambino.

Su questa linea si innestano i codici segreti che sono diametralmente opposti come ricerca, ossia danno un messaggio che solo alcuni sono in grado di decodificare.

E’ un mondo affascinante immergersi in questa simbologia per noi sconosciuta e cercare di capirne l’essenza: a volte sono lampi, che ci fanno intraprendere la strada giusta per decodificarli e renderli palesi, a volte si imboccano strade senza uscita.

Testimoni e cultori di queste grafie misteriose sono personaggi di tutte le epoche, dai condottieri romani a Leonardo da Vinci, a Giovanni Battista Alessandro Conte di Cagliostro. Arte Informale, vestiti, scritture, in fondo è semplice Wear the Art.

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest
da admin

Naked Feelings

febbraio 12, 2013 in Arte e mostre da admin

Mostra personale di Laura Benedetti a Tokio

Un’esperienza speciale, una grande soddisfazione: Laura Benedetti (Brescia, 1960) da lunedì 11 fino a sabato 23 febbraio espone a Tokyo. Ad ospitare i suoi sedici dipinti è la Galleria di arte contemporanea Juichigatsu Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest
da admin

Arnaldo Abba Legnazzi, vincitore del nostro concorso fotografico

febbraio 4, 2013 in Arte e mostre da admin

Arnaldo: da Brescia agli Stati Uniti.

Abba Legnazzi, 28 anni, ha il nome del nonno, Arnaldo; ama le sue radici bresciane ma sente forte la voglia di volare. Di viaggiare, per conoscere, per crescere. Per dare spazio e linfa alla sua grande passione: la fotografia. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest
da admin

I quadri dimenticati del Seicento e del Settecento bresciano. Un catalogo necessario ad una pinacoteca necessaria.

gennaio 23, 2013 in Arte e mostre da admin

Mina Gregori, una delle più illustri studiose d’arte dei nostri tempi, ha definito il nuovo catalogo della Pinacoteca Tosio Martinengo – limitato alle opere del Sei e Settecento – uno dei migliori volumi editi negli ultimi anni.

Pinacoteca-Tosio-Martinengo-ItinerariBrescia

I cataloghi scientifici dei musei italiani seguono, generalmente, il principio secondo il quale le collezioni di un museo si raggruppano per area geografica (pittura veneta, lombarda, emiliana, etc…); all’interno di ogni area, si succedono le schede dei dipinti ordinate alfabeticamente, per autore.
Il catalogo della pinacoteca bresciana si conforma, in linea di principio, a questo modello; con una variante molto significativa, che ha suscitato perplessità in non pochi addetti al settore. I curatori – Elena Lucchesi Ragni e Marco Bona Castellotti – hanno tentato, nella prima sezione del volume, legata alla pittura bresciana, di accennare ad un criterio storico artistico che andasse oltre la consueta prassi catalogica: raggruppare sotto la “Pittura a Brescia” tutti i dipinti di artisti non necessariamente bresciani, che hanno lasciato in città opere di grande importanza. Sotto la pittura bresciana, per esempio, figura anche il veneziano Palma il Giovane; l’artista non è bresciano, ma le sue opere in città hanno costituito la base per buona parte della pittura del Seicento. Palma diventa parte integrante dell’arte locale; diventa “bresciano”. Opere che a Venezia si sarebbero disperse nella marea della pittura manieristica, nella Lombardia orientale sono diventate materia su cui lavorare per creare nuove strade, da parte dei pittori che volevano svincolarsi dai modelli cinquecenteschi, ancora moretteschi.
La questione, che può sembrare capziosa ai non addetti ai lavori, si rivela di grande importanza quando si tratta di giudicare l’ampiezza dello sguardo di un volume e la prospettiva che lo ha generato. Sfogliare la prima sezione del volume – bella impaginazione, classica e chiara – è fare un excursus sull’intera storia della pittura bresciana. Un criterio analogo non è stato applicato ai dipinti delle altre scuole italiane e straniere; questa discrepanza è ampiamente giustificabile per il fatto che la pinacoteca di Brescia non è sufficientemente rappresentativa di tutte le altre realtà locali e, quindi, sarebbe stato ridicolo tentare una storia della pittura marchigiana o napoletana nel seno delle collezioni comunali.
La novità sin qui rilevata non è sconvolgente; non rivoluziona il modo di fare cataloghi; tuttavia, tenta un discorso diverso in un settore in cui pochissimo spazio è concesso alle varianti sul tema.
L’ironia della sorte è che, accanto alla scelta di pubblicare le opere meno note della pinacoteca bresciana, rivalutando un periodo tutt’altro che morto per l’arte locale, manca una pinacoteca in cui esporle.  Si resta sorpresi del fatto che, nel progetto del nuovo allestimento di palazzo Martinengo da Barco, presentato all’uscita del catalogo, nessuna sala venga riservata ai secoli di Palma il Giovane, di Francesco Paglia con i suoi figli, di Pietro Scalvini e di Andrea Celesti. Pitocchetto a parte.

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest