Violenti o nolenti – appunti sul corteo NoExpo

maggio 6, 2015 in Approfondimenti da Damiano Cason

società dello spettacoloC’è un vantaggio nel non avere più una struttura politica cui fare riferimento: si possono sciorinare i propri pensieri senza alcuna mediazione, e forse così sono più utili alla discussione. Certo c’è anche il grande rimpianto di non poterci poi fare nulla, salvo rifletterne. E probabilmente a questo occorrerà mettere una pezza. Allora parliamo subito chiaro: nessuno si aspettava di andare a Milano pensando che non sarebbe successo nulla. Non solo i militanti, ma anche tutte le persone che frequentano le esperienze di movimento, sanno benissimo che un corteo del genere non può essere simile in nulla a uno sciopero della CGIL. Ci sono dei motivi storici, politici, filosofici e probabilmente pure antropologici per questo.  Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Chicago 1886. Dal sangue nasce il Primo Maggio

aprile 26, 2015 in Approfondimenti da Mario Baldoli

PrimoMaggio1Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio,
se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento,
se il fuoco ha risparmiato le vostre millecento,
anche se voi vi credete assolti,
siete lo stesso coinvolti
(F. De André, Canzone del maggio)

 

      Le leggi sono emesse da coloro che dispongono della violenza. Ho l’impressione che lo stato e i suoi agenti siano i principali e più abituali delinquenti. Coloro che generalmente vengono chiamati criminali sono al confronto agnellini innocenti.
( Lev Tolstoj, Chi sono i delinquenti, 1897)

 

Finita nel 1865 la guerra civile americana tra il Nord e il Sud schiavista, il movimento operaio americano, costituito perlopiù da emigrati tedeschi e inglesi, avviò la battaglia per le otto ore di lavoro, una battaglia che prima era stata contro la schiavitù e ora era per l’occupazione e contro il lavoro infantile. Con queste motivazioni alla fine della guerra erano nati i sindacati. Nel 1868 in tutti gli Stati Uniti i sindacati decisero una giornata di sciopero per imporre la riduzione dell’orario. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Settant’anni dalla Liberazione, tra revisionismo, abusi storici e neofascismo

aprile 25, 2015 in Approfondimenti da Sonia Trovato

Ginzburg agonizzante ha detto:
«Guai a noi se non sappiamo fare altro che odiarli [i fascisti]».
Ma ancora oggi in verità non so fare altro.
(Beppe Fenoglio, Diario)

repubblicaRossi e neri sono tutti uguali? Ma dove siamo, in un film di Alberto Sordi? è la celebre frase che l’avventore di un bar si sente strillare da un Nanni Moretti infervorato in Ecce Bombo. Pensando al revisionismo spicciolo messo in atto, con zelo e costanza, negli ultimi vent’anni, verrebbe da dire che non siamo in un film di Alberto Sordi, ma nell’Italia che si appresta, fiaccamente e ipocritamente, a festeggiare il settantesimo anniversario della Liberazione dal NazifascismoLeggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Contro il monoteismo

aprile 8, 2015 in Approfondimenti da Mario Baldoli

Demodoco

Demodoco

In principio era il Mito, un canto che attivava e attiva processi profondi e forze elementari della vita psichica. Il primo rapsodo (cucitore di canti) che incontriamo è Demodoco che nell’Odissea commuove col suo canto Ulisse spingendolo a raccontare le sue avventure.

Il Mito anticipa il Logos che è la “parola” che dà vita a un discorso razionale e, più tardi, alla filosofia.

Il Mito scaturisce da una memoria collettiva comune, non è un pensiero binario, “con me o contro di me”, come quello monoteista, ma un pensiero analogico che convive con ogni religione. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Migranti, guerre, massacri, profughi, confini

marzo 23, 2015 in Approfondimenti da Mario Baldoli

conflitti e confini33 guerre in corso (senza contare quelle dichiarate finite mentre non lo sono, come nel Sud Sudan). Altri 10 paesi a rischio guerra. 52 milioni di migranti dalla fine della seconda guerra mondiale. 60 anni di terrore tra Palestina e Siria.

L’orribile 2014 si scopre figlio del 1914, l’anno della Grande Guerra.

Un incontro organizzato il 13 marzo dal Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Brescia: Conflitti e confini: richiedenti asilo tra protezione sociale e protezione giuridica, ha riunito studenti ed esperti intorno al tema sociale più bruciante del nostro tempo. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Uomini, non robot

marzo 2, 2015 in Approfondimenti, Grammatica studentesca della fantasia da Nicola Tassello

TIPOLOGIA ARGOMENTATIVA
In un noto intervento intitolato “Gli italiani non sono più quelli”, Pasolini denunciò una mutazione antropologica a danno delle classi medie italiane, mutazione legata all’avvento della società dei consumi. Con Facebook, Twitter e gli smartphone è in atto una nuova mutazione antropologica?

mobileNegli ultimi anni la tecnologia ha subito un rapido sviluppo, dando vita a realtà e sistemi che fino a qualche anno prima sembravano frutto di una fantasia troppo azzardata. In breve tempo, si è assistito alla nascita di strumenti sempre più complessi, quali smartphone o tablet, che sembrano aver completamente trasformato la vita delle nuove generazioni, ma non solo.

Numerosi scienziati si sono espressi riguardo ai danni che tali oggetti sono in grado di provocare sull’organismo umano; tuttavia, il problema non risiede soltanto nello smartphone (simbolo per eccellenza di una nuova realtà, nella quale vige l’imperativo della reperibilità), bensì anche e soprattutto nelle applicazioni che in esso sono contenute, provenienti molto spesso dal mondo del web.  Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

The home

febbraio 14, 2015 in Approfondimenti da Gloria Berardi

home1Arundhathi Subramaniam, considerata fra le migliori poetesse indiane contemporanee, ha scritto una poesia intitolata “Home”:

Dammi una casa che non sia mia, dove possa entrare e uscire dalle stanze senza lasciar traccia, senza mai preoccuparmi dell’idraulico, del colore delle tende, della cacofonia dei libri vicino al letto. Una casa leggera da indossare, in cui le stanze non siano intasate delle conversazioni di ieri, dove l’ego non si gonfia a riempire gli interstizi. Una casa come questo corpo, così aliena quando provo a farne parte, così ospitale quando decido che sono solo in visita. Leggi il resto di questa voce →
Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“È stato morto un ragazzo” – Il racconto del calvario degli Aldrovandi nel documentario di Filippo Vendemmiati

febbraio 13, 2015 in Approfondimenti, Cinema da Sonia Trovato

“Ho sempre pensato che sopravvivere a
un figlio fosse un dolore insostenibile. […]
Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive.
Una parte di me non ha più il respiro, la luce, il futuro,
perché il respiro, la luce, il futuro sono stati tolti a lui”
(Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi)

 

Federico_Aldrovandi_Aut31801   In una delle scene finali di Arancia Meccanica, il protagonista, “guarito” dal metodo Ludovico, si imbatte nei vecchi compagni di violenza, ritrovandoli ripuliti in una divisa di polizia. Per dei vecchi drughi come noi il lavoro più adatto è questo: poliziotti spiegano, tra un ghigno e l’altro, i due agenti, prima di tentare di soffocare Alex in una fontana e riempirlo di manganellate. Ma la vicenda raccontata in È stato morto un ragazzo, documentario firmato dal giornalista e regista Filippo Vendemmiati, non è ambientata nell’Inghilterra distopica e futurista nella quale i drughi di Burgess/Kubrick si drogavano di lattepiù, pregustando le imminenti scorribande notturne. Siamo infatti a Ferrara, città dotata di opinione pubblica e società civile reattive, di un sistema d’informazione diffuso e disposto a diffondere notizie e spiegazioni e a non subire condizionamenti. E il ragazzo che “è stato morto” all’alba, in un parco cittadino, dopo uno scontro fisico violento con quattro agenti di polizia, senza alcuna effettiva ragione, era un diciottenne, studente incensurato, integrato, di condotta regolare, inserito in una famiglia di persone perbene (frasi estratte dalle motivazioni della sentenza).

Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Mutilazioni genitali femminili tra ragioni culturali e sensibilizzazione

gennaio 27, 2015 in Approfondimenti da redazione

di Engela Sikder e Chiara Zonta

I PARTE

 femminicidio3 L’OMS nel 1995 ha definito ufficialmente come “Mutilazioni Genitali Femminili” (MGF) tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altri danni agli organi genitali femminili compiuti sulla base di motivazioni culturali o di altre motivazioni non terapeutiche. L’Organizzazione stila una classificazione in quattro categorie: Tipo I – Circoncisione (escissione del prepuzio con o senza l’asportazione di parte o di tutto il clitoride); Tipo II – Escissione (escissione del clitoride con asportazione parziale o totale delle piccole labbra); Tipo III – Infibulazione (escissione di una parte o di tutti i genitali esterni e chiusura o restringimento dell’ingresso in vagina); Tipo IV – Inclassificabile (ogni altra procedura che rientra nella definizione di MGF). 

Già la definizione è di per sé problematica e oggetto di discussione, per diversi motivi. Il principale consiste nella sua carica offensiva ed etnocentrica: le donne coinvolte (provenienti dall’Africa subsahariana e principalmente dal Corno d’Africa e dall’Egitto) rifiutano di autodefinirsi “mutilate”, specialmente perché si tratta di operazioni compiute nella certezza di fare il loro bene. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

La barbarie di Lety, il più grande lager ceco per zingari

gennaio 27, 2015 in Approfondimenti da Sonia Trovato

“Ognuno è l’ebreo di qualcuno”
(Primo Levi, Se non ora quando?)

 

 index-5253f67133e8dQuando si arriva a Praga e si scambiano anche solo due parole con chi ci è nato o ci abita, una delle prime etichette incollate, con orgoglio, sul profilo della capitale ceca è quella di una città sicura, senza delinquenza. Ma capita spesso che, nel finale della conversazione, lo sguardo si abbassi, il volto si faccia torvo, la voce si pieghi in un tono cupo e che la conclusione sia un perentorio “Ma attenta agli zingari”. Quello che le rapide chiacchierate sul tram non rivelano, forse per sincera ignoranza, e che gli zingari di Praga trovarono, proprio in patria e per iniziativa locale, la morte durante la Seconda guerra mondiale.

Furono infatti 1400 i rom e i sinti internati a Lety, il più grande campo di concentramento per zingari in Repubblica Ceca, portato alla luce dalle meticolose ricerche d’archivio del poeta americano Paul Polansky. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest