Urbe

giugno 15, 2015 in Album fotografici da Pino Mongiello

Io vo… tu vai… si va…
Ma non chiedere dove
ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E è tanto bello quando uno va.
Io vo… tu vai… si va…
perché soltanto andare
in un mondo di ciechi
è la felicità.

(Movimento di Aldo Palazzeschi)

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Natura

maggio 26, 2015 in Album fotografici da Pino Mongiello

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.

(da I limoni di Eugenio Montale)

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Sono nato nel caos. I dubbi inquieti di Pirandello

maggio 29, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

pirandelloCome non sentirsi stregati dalla terra e dal mare di Sicilia?

Gli aromi tutti, provenienti dai lidi salati dei litorali e dai mille arbusti che allignano sui pendii, si accumulano, si concentrano e, così fusi, si lasciano trasportare come  una lieve nuvola che inebria i pensieri, e invita a sognare. Ricordate Kaos, il poeticissimo film dei fratelli Taviani, che offre e svela per immagini di rara bellezza e intensità alcune novelle di Pirandello? In particolare, ho in mente le scene che rimandano ai suoi struggenti Colloqui con i personaggi, quelle con i bimbi che scendono balzellando da una montagna polverosa di bianchissima pomice e si immergono tra le onde in una tavolozza di colori che varia tra il bianco accecante, il verde smeraldo, il blu oltremare. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Viaggio terrestre e celeste di Mario Luzi

maggio 11, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

Dalla foce alla sorgente attraversando le Crete senesi

mario luzi“Quello è un paesaggio quasi ascetico. E’ un paesaggio dove non leggi la linea di demarcazione tra il finito e l’infinito. Sembra che il pensiero ti scorra e cerchi di sconfinare dal limite” – diceva Mario Luzi nella conversazione che tenni con lui nel febbraio 2000 (ne nacque poi un’intervista sulla Felicità, pubblicata da Vannini, Bs). E quando gli dissi che a me le Crete sembravano dolci e materne, subito mi fermò: “Nel Canto salutare uso la parola matria parlando di questo paesaggio morbido e rotondo che sa di maternità”.

Ogni volta che torno in quel mare di dune  è, per me, come rientrare nel grembo della natura.  Lo guardo con rispetto e stupore, e lascio che sia lui a mostrarmi i suoi tortuosi sentieri.  Lo dico con l’occhio del viaggiatore, non con la mente di chi vi ha trascorso stagioni importanti della vita. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Istanbul sul Bosforo con Pamuk

aprile 27, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

DOVE LA TRISTEZZA E LA GIOIA S’INCONTRANO

 

pamukUn viaggio organizzato ha i suoi vantaggi ma anche tanti limiti. Alla fine, lascia sempre una quantità di aspettative non soddisfatte. Se poi la guida che ti accompagna ha più di una riserva mentale e non ha letto Pamuk, allora Istanbul la vedi solo con gli occhi del turista distratto e consumista; ti sfuggono i suoi umori e le sue pulsioni intime e profonde.

Metti la classica gita sul Bosforo, per esempio. Se non avessi appuntato le pagine che lo descrivono, dove emerge un crogiuolo di ricordi personali, familiari, storici, messi insieme da Orhan Pamuk nel suo splendido racconto della città (O. Pamuk, Istanbul, i ricordi e la città, Einaudi, 2003), sarebbe stata per me una normale gita in battello di fronte a chilometri di costa urbanizzata, dove è ancora possibile leggere qua e là qualche significativa stratificazione storica. Ma l’anima del Bosforo mi sarebbe sfuggita.

I miei scatti fotografici, dunque, non sono andati a ruota libera. Hanno seguito, lungo il filo della memoria, le parole e i pensieri dello scrittore, come li ricordavo, non sempre precisi nella citazione e nel rimando. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Sulle orme di Gianni Celati

aprile 7, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

NEL DELTA DEL PO

ULTIME VISIONI DI UN PAESAGGIO SELVATICO

 

delta del po

“Verso la foce…”

Sono in viaggio lungo il corso del Po, in cerca di uno sbocco al mare, dove è possibile lasciarsi afferrare da immagini, sogni, ricordi, progetti. Sulle orme di Gianni Celati, prendo appunti mentre mi inoltro a piedi, o in barca, nei meandri del delta del grande fiume. Nelle frequenti soste, sottolineo i concetti che mi paiono più affini, quali emergono dalle pagine dei suoi “diari”, dai suoi “documentari imprevedibili”, dalle annotazioni pubblicate in catalogo, a commento delle foto dell’amico Luigi Ghirri. Il viaggio diventa anche per me, come per i fotografi dei “Racconti dal paesaggio” (Cinisello Balsamo, Museo della fotografia contemporanea, 2004),  «avventura del pensiero e dello sguardo». Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Prospettiva Nevski

marzo 30, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

qui incontrerete certi vitini che non avete mai neppure sognato:
 vitini sottili, stretti, non più grossi di un collo di bottiglia …”

 (Nikolaj V. Gogol’)

La stutua di Nikolaj V. Gogol' a Pietroburgo

La stutua di Nikolaj V. Gogol’ a Pietroburgo

Quando lo zar Pietro I il grande decise di fondare Pietroburgo (la città di Pietro), correva l’anno 1703. A progettarla e costruirla vi accorsero anche architetti e maestranze italiane. Ne uscì, alla fine, una città decisamente aperta alle influenze europee. E, tuttavia, questo concentrato di varietà architettoniche conserva ancor oggi un fascino tutto suo, sia d’estate che d’inverno, irrigidita dal ghiaccio o adagiata tra gli azzurri delle sue acque fluenti e il blu del cielo, o anche sotto la luce dall’apparenza metafisica e misteriosa delle notti bianche. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

L’Unesco e il caratteristico borgo, nel comune di Gardone Riviera, con vista lago… Pardon, cemento!

marzo 20, 2014 in Album fotografici, Approfondimenti da Pino Mongiello

Il borgo storico di Tresnico

Il borgo storico di Tresnico

Da Tresnico, ameno borgo in collina alle spalle di Gardone R. (Bs), si gode, come da una balconata, una splendida vista sul lago. Si può ammirare punta S. Fermo , l’isola del Garda, l’isola dei conigli, la rocca di Manerba, la penisola di Sirmione. Nelle giornate di trasparente sereno, lo sguardo spazia anche oltre. Si direbbe che questo luogo sia stato benedetto da Dio. Un po’ più sotto, in località Cargnacco, un uomo, privo di un occhio, negli anni Venti del secolo scorso decise di fare anche sua quella vista panoramica, e vi costruì il Vittoriale, con un intuito imaginifico straordinario e assolutamente originale. La sua realizzazione non impedisce, ancor oggi, alcuna vista panoramica né deturpa il paesaggio. Anzi, si può dire che il Vittoriale sia un modello di residenza perfettamente  integrata nel contesto scenografico-ambientale di Gardone Riviera. Detto per inciso, questo manufatto è anche economicamente redditizio. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Dedicato a Tonino Guerra: “L’aria diventa più chiara quando ridi”

marzo 13, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

ritratto3Bisogna andare una volta in Val Marecchia, a Pennabilli, e camminare lungo le strade che hanno sentito riecheggiare i passi di Tonino Guerra, uomo dall’aria poetica e scanzonata, meditativa e sentenziosa, onirica, laicamente religiosa. Le sue parole sono un distillato di lieve saggezza.  Oggi non senti più la sua voce, così fellinianamente cantilenante, come è la parlata di Romagna. In compenso puoi leggere i suoi pensieri e i suoi aforismi, appesi ai muri delle vie, scritti con una grafia elementare, forse a matita o forse col pennarello, che pare conservino un candore da bambino. Ogni luogo, ogni angolo, ogni spazio porta le tracce evidenti, familiari, delle “invenzioni” figurate da quest’uomo sognante, autore di sceneggiature e dialoghi che hanno fatto la storia del cinema italiano del Novecento. Il sognare di Tonino Guerra non è, però, un semplice perdersi tra le nuvole, un fuggire la realtà. Il suo sognare è un po’ come compiere un processo di astrazione e di concentrazione insieme. Tutto egli sottopone a una domanda di senso. E, guardandosi intorno, si chiede dove possa essere il paradiso, un posto dove si sta bene con poco, tra le cose semplici di ogni giorno.

Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Percorsi paesaggi abbandoni nei versi di Giorgio Caproni

gennaio 27, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

LUOGHI DELLA POESIA SULL’ORLO DEL SILENZIO E DEL VUOTO

1242289173-caproni_galluzzo_1[1]La rima del titolo è voluta. Il maestro elementare Giorgio Caproni la usava spesso con i suoi piccoli allievi. Durante la lezione suonava anche il violino (oggi custodito al teatro Goldoni di Livorno) per educare l’orecchio dei ragazzi alla voce magica dello strumento, ma anche alla melodia e, più in generale, alla dimensione della musica, fatta di ritmi, di pause, di riprese, di silenzi. Il suo primo insegnamento lo esercitò in Val Trebbia, negli anni Trenta, tra Loco di Rovegno e Fontanigorda, dove i boschi sono popolati di fate e di castagni, e dove conobbe il suo primo, luttuoso amore, Olga Franzoni, ma dove conobbe poi anche colei che fu la donna della sua vita, Rina Rettagliata, che sposò nel 1938. Caproni era nato nel 1912 a Livorno, città che gli rimarrà nel cuore insieme al ricordo della mamma Annina: «Come scendeva fina/ e giovane le scale Annina!/ Mordendosi la catenina/ d’oro usciva via/ lasciando nel buio una scia/ di cipria che non finiva…». La famiglia si era Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest