La carta, il digitale e i galeotti
dicembre 8, 2014 in Approfondimenti, Grammatica studentesca della fantasia da Davide Bellocchio
TIPOLOGIA ARGOMENTATIVA
Il giornalismo online soppianterà quello cartaceo? La carta stampata può sopravvivere all’era digitale?
II giornalismo online molto probabilmente soppianterà quello cartaceo, ma la carta stampata può sopravvivere all’era digitale, facendo i conti con un forte restringimento del proprio campo d’azione. Per quanto il giornalismo online sia in continua espansione e offra notizie in tempo reale e ad un minor prezzo rispetto a quello cartaceo, quest’ultimo gode dell’appoggio dei suoi lettori. Sono in molti, infatti, a preferire il quotidiano di carta, che non stanca l’occhio e può essere sfogliato e risfogliato, toccato, annusato. Il giornale cartaceo è uno strumento indispensabile dei nostalgici lettori che si ritrovano al bar a fare colazione e discutere di politica, ed è forte anche di quel senso di concretezza che sembra ormai svanire nell’era digitale.
Al contrario, il mondo informatico offre la possibilità di leggere il giornale senza spostarsi da casa, in modo più economico e veloce, permette di essere sempre aggiornati e di leggere avvenimenti da ogni parte del mondo con un semplice “click” del mouse. In un’epoca nella quale l’economia gioca un ruolo di primo piano e la rete della globalizzazione copre ormai quasi l’intero pianeta, facilmente il giornalismo online finirà, visti i vantaggi sopra elencati, per prevalere su quello cartaceo. Presto qualsiasi cittadino sarà in grado di utilizzare un computer e l’introduzione del “wifi”, sistema che permette di connettersi a una rete internet senza dover utilizzare necessariamente la propria, renderà possibile, non appena sarà estesa la rete di copertura, leggere il giornale ovunque, in un bar, in un parco o anche più semplicemente su una panchina.
Se il giornalismo cartaceo sembra destinato a scomparire, una sorte più fortunata potrebbe essere riservata alla carta stampata. Mentre un quotidiano consiste in poche decine di pagine, un libro inizia ad essere già più impegnativo da leggere dietro a un computer. La maggior parte dei lettori preferisce restare diverse ore davanti a un bel libro, magari all’aria aperta, piuttosto che dietro ad un computer, magari impossibilitati ad uscire (non tutti possiedono un computer portatile). Un libro è molto meno pesante rispetto ad un computer e quindi molto più facile da portare in giro. Un libro può scivolare dalle mani anche cento volte che non si rompe (o comunque potrai sempre leggerlo), mentre un computer non può scivolarti dalle mani. Ai lettori amanti della spiaggia, un libro permette di non preoccuparsi affatto dei granelli di sabbia e del sole cocente, mentre un computer è preferibile non esporlo al caldo, né tantomeno riempirlo di sabbia.
Il gioco dell’economia questa volta è rovesciato: se è vero che un libro online sarà sempre meno costoso rispetto ad un libro cartaceo, è anche vero che non tutti possono permettersi un computer. Paradossalmente, la carta stampata si rivela un mezzo di divulgazione più efficace ed economica rispetto alle grandi reti globali dell’era digitale. Il cartaceo ha la capacità di arrivare a toccare poveri ed emarginati, permette di studiare e appuntarsi riflessioni meglio di quanto non possa fare un computer per queste persone. Il cartaceo ha il potere di circolare nelle prigioni, spesso come unico mezzo capace di infondere ancora una speranza. Lo sviluppo dell’informatica non procede di certo di pari passo con la disponibilità di mezzi informatici tra le classi meno abbienti e nelle carceri. Un altro difetto dei computer è la possibilità di guastarsi e, contemporaneamente, l’impossibilità di essere riparato senza l’aiuto di un tecnico informatico. Un libro risulta quindi molto più adatto ad essere letto di un libro online, perché puoi leggerlo sempre e ovunque.
Se, pertanto, l’era digitale, con molta probabilità, farà presto scomparire il giornale cartaceo, la carta stampata potrebbe evitare questa sorte. La salvezza è affidata alle classi più povere e ai pochi temerari estimatori del cartaceo che ancora resistono, che ancora hanno il coraggio di indignarsi leggendo di politica al bar.