Boccaccio, Bandello, Lope de Vega e Cervantes, come dialogano culture e civiltà
aprile 11, 2017 in Approfondimenti, Letteratura, Recensioni da Marco Castelli
Il volume Traduzioni, riscritture, ibridazioni. Prosa e teatro fra Italia, Spagna e Portogallo, ed. Olschki, si muove sulle orme dei tanti letterati che, seguendo – a distanza di secoli – le orme di Seneca, si spostarono tra le penisole iberica ed italiana.
Il libro raccoglie, a cura di Michela Graziani e Salomé Vuelta García, i contributi alla seconda giornata di studi del seminario permanente Relazioni linguistiche e letterarie tra Italia e mondo iberico in età moderna, svoltosi il 23 ottobre 2015 presso l’Università di Firenze e dedicato alla riflessione su due generi letterari, il teatro e la prosa, nell’ambito dei tre paesi. L’analisi si muove seguendo le prospettive complementari della traduzione, ricezione e circolazione nei diversi ambiti culturali.
Lope de la Vega, Boccaccio, Bandello e Cervantes si rincorrono in un gioco continuo di riprese e ridefinizioni, ispirazioni e critiche che svelano gli scambi costruitisi tra le due aree culturali nel corso dei secoli.
In particolare, i rapporti tra Italia e Spagna si presentano ricorsivi a livello teatrale, come si legge negli interventi Bandello nel teatro di Lope de Vega di Maria Grazia Profeti e Lope de Vega napoletanato. L’ingelosite speranze di Raffaele Tauro di Lorenzo Bianconi, Sara Elisa Stangalino, Antonio Vinciguerra, Salomé Vuelta García. Suggestioni e canovacci che, di traduzione in traduzione, seguendo le vie del mare o passando per il mondo francese, rimbalzarono tra le varie sponde del Mediterraneo, arricchendosi e adattandosi ai diversi gusti del pubblico, alla visione degli autori e alle situazioni politiche contingenti.
Oltre che nel teatro, alcune “contaminazioni” si scoprono nella narrativa, illuminata dall’analisi proposta nel saggio La difusión y recepción de las novelas de Agnolo Firenzuola en el Siglo de Oro” di Daniel Fernández Rodríguez e presenta la definitiva superazione, ad opera di Cervantes, del modello novellesco italiano, nello scritto Las traducciones de los novellieri en las Novelas ejemplares: Cervantes frente a Bandello y la negación del modelo italiano di Isabel Muguruza Roca. Non mancano i collegamenti tra i due paesi a livello della rappresentazione e percezione della vita cortigiana, ripercorsi nel contributo Una traduzione settecentesca spagnola dai Ritratti critici di Francesco Fulvio Frugoni di Davide Conrieri.
Il Portogallo, presente per quanto riguarda la narrativa in tre saggi – Da reescrita da História em Portugal no século XVI através do discurso épico, trágico e cómico di Ana Paula Avelar e Mediatori culturali tra Italia e Portogallo nei secoli XV-XVI di Giulia Lanciani – è una terra tardivamente frequentata dagli italiani. I rapporti culturali si infittiscono soprattutto a partire dal XIV e XV secolo e, nonostante l’austera segretezza della corte lusitana, si intensificano gradualmente nei due sensi (a partire soprattutto dall’ambasciata romana dei re portoghesi del 1514). Fecondi anche i rapporti filosofici, ricostruiti dagli interventi Le teorie mirandoliane nella Cabala di Francisco Manuel de Melo di Michela Graziani e La circolazione della Ropica Pnefma di João de Barros nei circuiti culturali romani di Mariagrazia Russo.
Il volume, attentamente curato nella sua veste grafica, ripropone a partire dal suo titolo i vari momenti in cui il rapporto culturale tra nazioni e, soprattutto, aree linguistiche, può declinarsi. E’ tutto un incrociarsi di uomini che vanno dall’uno all’altro paese, in un fitto intreccio di missioni individuali, collettive e di reciproci scambi scrive Giulia Lanciani: una fitta rete di idee, stilemi e narrazioni.
Alla conclusione del volume verrebbe da aggiungere al titolo un ultimo elemento, quello del dialogo fra culture, che sicuramente risalta tra le pagine e che rimanda a un’opera essenziale dello stesso editore Incontri di civiltà nel Mediterraneo, curato da Alireza Naser Eslami.