“La corrente”, capitolo 7

marzo 22, 2015 in Racconti e poesie

gabbianiGigliola cerebralmente si sentiva più distesa dopo l’invasamento repente di pochi attimi prima. Ora era l’acqua a strologare intorno ai suoi polpacci, compiva anelli debordanti e gorgogliava di bollette subito frante. Rodolfo ritornò allora a mirarla con uno sguardo adulto e bambino insieme, mai compiuto, tra il guardo e il non vedo. Lo attirava l’orizzonte lineare e stolido fra cielo e mare, nei suoi miraggi, ma si sentiva che pensava a Gigliola più che mai; era stata lei a proporgli la gita alla spiaggia, a riannodare un nodo d’amore che il tempo aveva sciolto da sé, che il tempo stesso ora riesumava in una forma nuova, pur sempre forma umana. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 6

marzo 6, 2015 in Racconti e poesie

Gabbiano sulla spiaggiaMarta, da libellula ligure che non subito afferra i concetti, soprattutto verbali, guardò, anzi fissò Gigliola come scoperta in un suo io che non conoscesse prima. Sentì vanificata la sostanza di quella mattinata in compagnia per trasformarsi in un’essenza, in un ente filosofico che qualcuna aveva istituito per incantesimo. Lì per lì desiderò fuggire ma la prese anche una sensazione di pace, di agnizione di un proprio sé che la indusse a rilassarsi: cominciò a sentire la sabbia sotto le ginocchia, l’odore del mare, il vento fra i capelli, a vedere gabbiani e ad ascoltarne i suoni striduli; soprattutto si accorse di Rodolfo e dei suoi occhi verdi, luccicanti, capì che quella luce che era in lui centrava con la luce del mare mattutino, era coincidente con la lucidità dell’aria brillante e aromatica; si sforzò di rivolgere un’accorata domanda a Gigliola immobile e profetica, ieratica e fissa, legata alla sabbia della quale sembrava conoscere il numero dei granelli. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 5

febbraio 28, 2015 in Racconti e poesie

punta corvoQuei giorni non ancora estivi ma già caldi, teneri e giocondi, misteriosamente rosati nelle serate dolci se il cielo tiene il sereno, si proiettavano nelle iridi di Gigliola la misteriosa, Gigliola la candida e insieme disposta a rivedere il proprio passato, a reimmergersi in giornate così lontane da risultare nuove, così piacevolmente vissute decine di anni prima da essere rivisitate con la voglia dei sensi.

Gigliola era cambiata ma ritornava ai tempi illusi di una giovinezza marina, gioviale, elettrica insieme per ricordi di passioni. Altri tempi, altri lidi sentimentali, ma la spiaggia era la stessa, il mare era lo stesso, terribile se irato e tanto mansueto in quella domenica che ritornava ad essere luminosa dopo qualche giorno di nuvole in cielo. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 4

febbraio 22, 2015 in Racconti e poesie

SarzanaSotto quei portici che preludono al piazzale degli autobus, Gigliola incontrò Rodolfo, un giovane impiegato del Comune, uscito dall’ufficio un momento per un gelato e per una boccata d’aria. Un po’ allampanato, serio ma non troppo, brizzolato nei capelli bruni e toscano più che ligure nell’accento, Rodolfo era sempre stato amico di Gigliola, e sentiva per lei quel sentimento di amicizia concreto e forte, di chi vuole aiutare l’altro e sente per l’altro amore e cortesia.

Rodolfo, mentre lei le si rivolgeva, teneva lo sguardo perso verso il vuoto, provava forse a contare i piccioni lì vicino; all’udire il suo nome si riscosse come da un torpore inusitato, come una luce lo riprendesse dal buio di una solitudine e lo illuminasse. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 3

febbraio 12, 2015 in Racconti e poesie

Sarzana-vicoloSarzana è cittadina di provincia, con quell’aria dimessa e insieme urbana della provincia italiana. Gigliola imboccò uno dei vicoli che portano alla stazione ferroviaria, voleva andare a vedere i treni. Vedere i treni era uno dei suoi gusti preferiti fin dall’infanzia, perché i treni conservavano qualche cosa di primitivo e tecnologico insieme, erano il risultato buono della rivoluzione industriale: mastodontici, roboanti, meccanici, e c’era anche la gente sui i treni, le persone, i viaggiatori, i fischietti dei capistazione, le valigie, i sottopassaggi, le antiche locomotive sorpassate e ancora in funzione, e poi i merci, la polizia ferroviaria: tutto ciò che ineriva al viaggio ferroviario, il viaggio per antonomasia, quello lungo, lontano, vero, partenza e ritorno, con sibili e cigolii di freni, respingenti, annunci ai passeggeri, biglietti da convalidare, signore sudate in ritardo, signorine sole e giovanotti in compagnia: ingredienti indispensabili del Novecento, soprattutto quello anteguerra, di certe cartoline dimenticate negli angoli dei cassetti. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 2

febbraio 5, 2015 in Racconti e poesie

Quella casa raggiunta in corso Garibaldi per Gigliola era un tempio. Il suo ultimo riferimento ad un possibile rifugio là andava, ogni volta. Gigliola si sentiva bene in quella dimora non tanto antica, spaziosa anche se non grande, rivolta con un fianco alla brezza di mare che qualche sera arrivava lì dalle marine distanti chilometri. Era vicino al Duomo, quello della freccia ancora conficcata come una spina nel palmo di una mano chiara come il marmo lucido che la ricopriva. Quella piazzetta estesa a poco della strada principale che taglia quei centri minori come Sarzana era l’agorà delle burle giovanili della nostra fanciulla, ora donna, nelle serate estive meno torride e arieggiate, con gli amici di sempre persi per la via da quando Gigliola viveva la propria esistenza musicale a Firenze.

Attraversò con l’auto la piazzetta ciarliera di un’acqua che gorgogliava dalla fontana mai sazia, si avviò presso il proprio rifugio dopo aver lasciato l’automobile lì vicino. Si era incamminata con una ondulante fretta giovanile, tipica di chi ha risolto un proprio caso e se lo vuole lasciare alle spalle. Le scale di casa erano ripide dopo un portone dal lucido battente, l’atrio modesto nell’arredamento, ma solamente quella casa aveva un profumo indecifrabile e insieme nobile vicino alle narici della nostra ragazza, come una lieve brezza amarognola con un che di stantio e di riconoscente insieme verso colei che lo fiuta.

sarzana Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

“La corrente”, capitolo 1

gennaio 28, 2015 in Racconti e poesie

 Era un mattino in cui sognava ignara
 nei ròsi orizzonti una luce di mare:
 ogni filo d’erba come cresciuto a stento
  era un filo di quello splendore opaco e immenso.
 
     Pier Paolo Pasolini, “A un ragazzo” (1956 – 57)

 

lacorrente1La danza dei minuti, fra gli scogli ove si frange la gioventù, il vento che assomma spruzzi d’acqua all’infinito davanti all’alta costa verde e grigia di macchia e di rocce. E’ la primavera marittima, quella della Pasqua sulle spiagge liguri, quasi nella Toscana dolce e aspra, la Toscana del sì che suona ogni mattina fra le pasticcerie di Sarzana o i duomi di Lucca o Pisa. Tu mi hai ascoltato, sei tornata anche a Pasqua alla spiaggia umile e selvatica di punta Corvo, forse sola, forse con qualche passero o allodola che fingono la fame. Cammini davanti al mare di una giornata tersa, inventi i passi e ti senti leggera, come nata fra quelle pietre dure e stanche di onde ma salve ormai sulla rena asciutta, più in là. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Alla fine la primavera (Resurrezione)

aprile 1, 2014 in Racconti e poesie

 Nuova a Pasqua l’aria

d’Europa: scivolano rondini

dai cuori d’inverno e segno

paterno materno scalda

canti bambini Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest

Provincia

febbraio 17, 2014 in Racconti e poesie

Qualche volta il fieno risponde al vento, si muove, imbizzarrito come il tempo che lo infradicia di pioggia o che lo essicca al sole di giugno.

Proprio il sole oggi riscalda questa regione di campagne confinate dalle case e dagli stabilimenti artigianali, che tolgono spazio alla natura. Il panorama cambia sempre più, diventa di ferro, di cemento, di asfalto, di strutture per la produzione. Ancora resiste qualche cascina isolata, magari con una tangenziale sulla quale transitano veicoli a pochi metri di distanza, addirittura sopra la cascina talvolta. E’ l ‘Italia degli anni novanta, fatta di cemento e di terra.

La mattina dall’alba in poi la strada statale si colma di viaggiatori assopiti che raggiungono i posti di lavoro: auto, camion, furgoni, camioncini, vespe, motorini, biciclette; colmano la strada in file che si infittiscono agli incroci laterali. Sirene di fabbriche e cinguettii di uccellini nei campi vicini vengono insieme coperti dal rumore della scia di mezzi che riempie l’aria di un ronzio sempre più insistente. Intanto un pastore nei tratturi delle prealpi subito prossime conta pecore e cani, invadendo i verdi spazi con animali dai velli più grigi che bianchi. Leggi il resto di questa voce →

Condividi: Email this to someoneShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest