La “Gerusalemme occupata” [6]

febbraio 12, 2014 in Palestina

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

IMG_0170Prima di viaggiare in Palestina, Gerusalemme rappresentava per te soprattutto il titolo di un poema che non hai mai amato troppo, forse perché perennemente proposto in competizione con quell’altro nato dalla penna leggera e dissacrante di Ludovico Ariosto, penna ben più affine alla tua indole e alle tue inclinazioni letterarie. Dalle pagine nevrotiche e seriose di Tasso, la Città Santa ti è sempre sembrata un covo di fanatismo religioso, militarismo e furia bellica. Vedendola dal vivo – e quattrocento anni dopo la pubblicazione dell’opera in questione – l’impressione non si discosta molto, ma per tutt’altre ragioni. Leggi il resto di questa voce →

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Samer Issawi: la gioventù rubata [5]

febbraio 7, 2014 in Palestina

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

IMG_0250La famiglia Issawi vive a Issawiya, un sobborgo della periferia di Gerusalemme. Non ti è chiaro se sia stato il luogo a dare il nome agli Issawi o viceversa, ma poco importa. Il pullman sta per arrivare a destinazione, facendosi strada tra le viuzze strette e tra i bambini che bighellonano nella via, quando, improvvisamente, due ragazzini iniziano a tirare pietre contro il vostro autobus. Un sasso colpisce il finestrino proprio dove hai appena appiccicato il naso, per riuscire a scorgere qualche dettaglio dal vetro appannato da una pioggia incessante e torrenziale. Augurandoti che la Terza Intifada non abbia inizio proprio in quel momento, proprio contro di voi, ti chiedi se sia stata la vostra targa gialla israeliana a farli scattare (l’apartheid in Palestina non risparmia niente) o l’idea che qualcuno stia facendo turismo umanitario per poi riprendere la comoda vita di sempre, abbandonandoli in quella terra occupata che infrange ogni giorno il loro diritto all’infanziaLeggi il resto di questa voce →

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Tel Aviv, Jaffa e i villaggi “scomparsi” [4]

gennaio 24, 2014 in Palestina

Disponibile in traduzione inglese di Anna ZorzBandierina-Inglesei

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Tel Aviv, Charles Clore park. Un bellimbusto, con canottiera attillata e bicipiti in mostra, sta facendo jogging, seguito a ruota da una donna giovane e procace, con cuffiette alle orecchie. Ti chiedi, osservando la loro noncuranza, se sappiano di correre su un cumulo di rovine. Questo immenso parco, intitolato a un magnate appartenente alla comunità ebraica inglese, è stato infatti costruito sulle macerie di Al-Manshiyya, un moderno villaggio palestinese inaugurato a inizio Ottocento e raso al suolo nel 1948. Al-Manshiyya è uno dei tanti, troppi, paesi palestinesi cancellati dalla mappa per far posto allo Stato ebraico. Zochrot, che in ebraico significa “ricordare”, è un’organizzazione israeliana che riconosce la Nakba, ossia l’epurazione di massa ai danni dei palestinesi nel 1948, e che si batte per vedere riconosciuto il loro diritto al ritorno, sancito da una Leggi il resto di questa voce →

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Bil’in, il villaggio della nonviolenza creativa [3]

gennaio 14, 2014 in Palestina

Disponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi Bandierina-Inglese

Bil'in

Si chiamava Bassem, che significa sorridere… ed era il modo in cui salutava tutti. Noi però lo chiamavamo “Phil”, elefante, perché aveva il corpo della taglia di un elefante, ma il cuore era di un bambino. In una terra dove perire per morte naturale rischia di diventare una chimera, ognuno ha i propri cari da piangere, i propri martiri da celebrare. Bil’in, villaggio di 1800 anime portato alla ribalta dallo splendido documentario Five broken cameras, non fa eccezione.

Il vostro tour in questo luogo simbolo della resistenza nonviolenta palestinese inizia proprio da questo singolare mausoleo, edificato per un attivista ucciso da una granata lacrimogena. Singolare perché, al posto dei fiori, sulla targa di Bassem vengono regolarmente deposti i lacrimogeni lanciati contro i manifestanti che ogni venerdì, da otto anni, si riuniscono a ridosso del muro per protestare contro la furia occupante israeliana. Otto Leggi il resto di questa voce →

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Ramallah, tra speculazione edilizia e donne resistenti [2]

gennaio 9, 2014 in Palestina

Bandierina-IngleseDisponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi

Per scorgere il “monte di Dio” che Ramallah conserva etimologicamente bisogna fare un’immane opera di fantasia e provare a immaginare distese di erba laddove ora vedi solo immondizia e case accatastate. La città, venutasi impropriamente a sostituire alla capitale effettiva della Palestina – Gerusalemme, sotto occupazione israeliana dal 1967 – , si è infatti espansa senza un piano regolatore che potesse impedire la totale deturpazione del paesaggio. Ramallah si trova in quella che gli accordi di Oslo definiscono zona A, e che dunque sarebbe sotto il pieno controllo dell’Autorità palestinese. Capisci immediatamente che queste suddivisioni sono fumose e inconsistenti e che da uno Stato come Israele, che non ha mai dichiarato formalmente i propri confini, non si può certo sperare il riconoscimento e il rispetto di quelli altrui. Inizi a comprendere quanto sia complicato distinguere ciò che è israeliano da ciò che non lo è più.

Un check point e il muro ti avvisano che siete in territorio palestinese, ma formalmente anche Gerusalemme lo è, visto che l’ONU ha sempre dichiarato illegittimo il documento con il quale lo Stato ebraico proclama la città dei tre monoteismi come propria capitale. In questa cittadina, che la tua guida Leggi il resto di questa voce →

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Welcome to Filastin [1]

gennaio 7, 2014 in Palestina

Bandierina-IngleseDisponibile in traduzione inglese di Anna Zorzi

Mentre ti dirigi al controllo passaporti, timorosa, riluttante e sforzandoti di recitare mentalmente il copione della pellegrina smaniosa di visitare i luoghi sacri, il tuo pensiero va a Lui, a quel ragazzo intrepido e appassionato che entrò a Gaza via mare, rompendo il blocco navale israeliano. Tu, che sei infinitamente più pavida, per arrivare in Palestina hai dovuto optare per un viaggio organizzato e già te la fai sotto. Palestina? Tecnicamente sei nell’aeroporto di Tel Aviv, intitolato a Ben Gurion, quel Ben Gurion che diceva cose come dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba, tanto per sottolineare, sin dall’inizio, quali mezzi di convivenza pacifica volesse adottare verso la popolazione autoctona il fondatore di quella che, dopo più di sessant’anni di pulizia etnica, apartheid e occupazione, è ancora considerata l’unica democrazia del Medio Oriente. Stare al gioco e fingere di non conoscere neppure l’esistenza di una terra chiamata Palestina – d’altro canto la tua guida Touring la chiama “Territori palestinesi” e la descrive quasi come un’appendice dello Stato ebraico – aumenta il senso di disagio e inadeguatezza e, ancora una volta, pensi a quell’italiano dagli occhi e capelli scuri che a Tel Aviv fu arrestato due volte, senza che la tortura o la prepotenza scalfissero il suo impegno per i diritti umani. Osservi quegli impiegati tuoi coetanei e ti domandi come si possa, coscientemente, scegliere un’occupazione Leggi il resto di questa voce →

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Beppe Fenoglio: la Resistenza, le Langhe, l’attesa. A cinquant’anni dalla morte.

dicembre 7, 2013 in Letteratura

beppe-fenoglioBEPPE FENOGLIO
Scrittore autentico, plasmatosi
nel silenzio della città e delle langhe
davanti a tanti fogli bianchi,
riempiti e corretti infinite volte,
quasi raschiati e scarniti
sino a lasciare non più del necessario,
usando della sua gente il gergo e il dialetto
perché si ritrovasse, leggendo,
nell’immane fatica,
nel duro e aspro lavoro,
nella guerra sulle colline…
 
Giulio Parusso
 

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Il femminicidio e l’ennesima legge truffa

novembre 5, 2013 in Approfondimenti

Ch’abominevol peste, che Megera
è venuta a turbar gli umani petti?
che si sente il marito e la mogliera
sempre garrir d’ingiurïosi detti,
stracciar la faccia e far livida e nera
bagnar di pianto i genïali letti;
e non di pianto sol, ma alcuna volta
di sangue gli ha bagnati l’ira stolta.
 (Orlando furioso, V, 2)
 

I versi in epigrafe sono collocati al centro di un proemio interamente dedicato alla violenza sulle donne. Nell’incipit del canto in questione, un indignatissimo Ariosto, rifacendosi a passi dell’Eneide e dell’Inferno dantesco, denuncia l’uomo come l’unico animale che picchia, spesso inferendo colpi mortali, la propria compagna. Siamo nel primo trentennio del Cinquecento e già si parlava di femminicidio. L’opinione pubblica italiana è arrivata alle conclusioni del poeta ferrarese con quattro secoli di ritardo, trasformando un dato ovvio e millenario – la donna è, per motivi di fisiologica e culturale sottomissione, facile preda della brutalità maschile – nel nuovo tormentone televisivo. Improvvisamente, Barbara d’Urso, Maria De Filippi, Mara Carfagna e tutte le altre protagoniste, dirette o indirette, di una tv spazzatura, che tratta la donna come un’avvenente e seducente minus habens, hanno deciso di trasformare un fatto che si ripete, inesorabile, da quando esiste l’umanità in un’emergenza. Leggi il resto di questa voce →

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Il criceto impossibile e il capitalismo impossibile – Decrescita e finanza etica all’Università degli Studi di Brescia

ottobre 22, 2013 in Approfondimenti

cricetoThe impossible hamster (“Il criceto impossibile”) è un video di poco più di un minuto, nel quale sono mostrate le conseguenze disastrose e apocalittiche dell’eventuale crescita illimitata di un criceto. Nel filmato lo speaker spiega che questo piccolo roditore, nel breve periodo che lo porta alla pubertà, raddoppia di peso ogni settimana. Pertanto, se Madre Natura non gli desse un freno, all’età di un anno l’animale peserebbe nove miliardi di tonnellate e potrebbe mangiare, in un giorno, l’annuale produzione di grano dell’intero pianeta, senza peraltro risultare sazio dal ghiotto pasto. Una simpatica ed efficace provocazione, che intende inchiodare politica ed economia alla responsabilità dell’assurdo e testardo attaccamento a un modello di sviluppo basato sul concetto di crescita economica ad eternum. Se la Natura ha posto un limite alla crescita, perché l’economia non vi si deve adattare? Leggi il resto di questa voce →

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L’Italia è una Repubblica fondata sulla sguattera

ottobre 1, 2013 in Approfondimenti

boldrini(1)“Non può essere concepito normale uno spot in cui i bambini e il papà sono seduti e la mamma serve a tavola”. È questa la frase – coincisa, chiara e più che mai condivisibile – che avrebbe condannato Laura Boldrini a un tam tam di sarcasmo, scimmiottamenti e pedanti paginoni sui maggiori quotidiani nazionali.

Ovviamente la terza carica dello Stato non intendeva dichiarare fuori legge le madri che apparecchiano la tavola, né comunicare che d’ora in avanti verranno rappresentate soltanto matriarche spaparanzate sul divano, massaggiate da energumeni oliati e muscolosi, mentre lo schiavizzato consorte deve, contemporaneamente, badare ai fornelli, calmare i figli e affrettarsi con una pila di piatti di mano al grido di “Mia signora, perdonatemi, è quasi pronto!”. La Presidente della Camera ha semplicemente accennato a un tema sul quale le femministe si esprimono da anni: non basta battersi per obiettivi concreti come la professione, i diritti civili e lo stipendio, ma bisogna risolvere “la questione dei simboli, delle immagini e delle relazioni tra generi così come vengono rappresentati nella già disprezzata cultura popolare” (Loredana Lipperini, Ancora dalla parte delle bambine, Milano, Feltrinelli, 2010, p. 30). Leggi il resto di questa voce →

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