Fabbriche nella notte di Giuseppe Raspanti

agosto 8, 2013 in Recensioni

fabbriche nella nottePreziose parole, in libertà. Provvisoria, perché la vita fugge ed è precaria.

Vive parole, in libertà. Vigilata da una scrittura sapiente – lirica e narrativa insieme – ricca di luce tra l’ombra di quelle Fabbriche nella notte (Aveit pp.179 €15) che danno il titolo al bel libro di Giuseppe Raspanti.

Nato nel ’53 a Mantova, dal 2005 vive in terra bresciana tra le vigne, il verde e il Sebino; è esperto di basket, ama il teatro d’avanguardia, vigila (anche per professione) sul passaggio del tempo, con lo sguardo attento al paesaggio, soprattutto a quello dell’anima.

E’ da lì che salgono inattesi pensieri, lievi, duri, saldi, luminosi; ladri di ricordi antichi, si affacciano alla mente, feriscono, scuotono, aprono squarci e spiragli… Leggi il resto di questa voce →

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Il Cartomante, il thriller d’esordio di Irma Cantoni

giugno 17, 2013 in Recensioni

copertina Il cartomante di Irma Cantoni 4Sopra, grande e bella, la luna piena. Sotto, tra lampi, fuochi e botti, un oscuro delitto.

E’ la notte di Ferragosto. Sant’Eufemia, perferia est di Brescia. Comincia così, veloce e luminoso, il thriller d’esordio della bresciana Irma Cantoni: Il Cartomante (Guido Veneziani Ed. pp. 250 € 14.90) a cui è recentemente andato l’importante riconoscimento letterario del Premio 2013 “Scrittori con gusto”, Accademia Res Aulica di Bologna.

Irma Cantoni, appassionata di filosofie orientali e di meditazione vajrayana – scuola buddista per cui cura le pubblicazioni in Italia – da qualche anno si dedica alla narrativa, mettendo in scena emozioni, storie, passioni. Leggi il resto di questa voce →

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Piccole pompe funebri. Morte di una Travestita

aprile 25, 2013 in Recensioni

Il noir bresciano dedicato al Carmine di Mymosa Moon. Editor curatore Sergio Facchetti

Piccole pompe funebriLa gente perbene e quella permale. La città sana e pulita di là; di qua il malfamato quartiere, tra vicoli stretti e osterie, ladri, puttane e trans tutte nostrane.

Distinzioni nette, valide forse nel tempo che fu… Oggi invece è tutto liquido: un calderone confuso si lamenta Mymosa Moon, che sulla trasgressione – dice – è decorosamente campata per lunghi anni.

Ricca, elegante, d’età indefinita, delle storiche travestite del centro città è rimasta solo lei. Sola e triste: per questo scrive… Brandelli di storie; memorie vive, vere chissà … Perché la verità è come l’identità: una, nessuna e i centomila flash del suo variopinto racconto lo attestano. Leggi il resto di questa voce →

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Barbablù
, l’atteso nuovo romanzo di Amélie Nothomb

marzo 10, 2013 in Recensioni

BarbabluIl racconto vola come un fulmine nel cielo sereno di una scrittura veloce, pulita, perfetta. Piena di colori, com’è evidente fin dal titolo – Barbablù – che campeggia tra il nero e il giallo della bella copertina: è il nuovo romanzo di Amélie Nothomb, tradotto da Monica Capuani, fresco di stampa (Voland, collana Amazzoni pp.112 € 14).

Paris, VII arrondissement, un antico palazzo sontuoso. Lei è una ragazza belga in cerca d’alloggio. Lui è uno strano aristocratico spagnolo, estremo misantropo in esilio in Francia (e in esilio dal mondo…); scapolo ambitissimo, il più nobile della terra (discende dai Cartaginesi – dice – e da Cristo, che è un don Chisciotte moltiplicato per quindici).

Don Elemirio Nibal y Milcar cerca una nuova inquilina. Ne ha già avute otto (tutte otto scomparse, chissà come, chissà perché). La giovane Saturnine sarà la nona.

Il destino lo vuole; e così parte l’insolita convivenza tra l’eccentrico proprietario e la bella, grintosa plebea.

Separati in casa. Diversissimi, con giornate ben distinte. Lei, fiera e felice dell’inaspettato paradiso che a poco prezzo le è toccato. Lui, da vent’anni chiuso in casa, solitario supercattolico, ossessionato dal peccato e contrario al matrimonio; innamorato dell’assoluto, amante del Bello e dell’Arte tutta.

Con quella culinaria vuole conquistare la coinquilina. Pregiatissimi cibi e vini, tra flûte di cristallo e stoviglie d’oro massiccio, a cena ogni sera; raffinatezze eno-gastronomiche – con tanto champagne: la versione fluida dell’oro – a far da punteggiatura a un dialogo lungo quanto tutto il racconto. Un conversare svelto e brillante, intelligente e vivo come lei, colto e inconsueto come lui…

Parole dense di rimandi: la vita, l’amore, la morteInnamorarsi è il fenomeno più misterioso dell’universo, vivere è una strana avventura, morire è molto facile, uccidere a  volte è esteticamente un errore… Le battute corrono veloci, in un crescendo di dubbi, sospetti e segreti.

Come quello della porta proibita dietro cui sta l’intoccabile camera oscura, inquietante, nero santuario d’invisibili fotografie. E’ il regno dell’Enigma e del Divieto. Non oltrepassare. Non toccare. Il segreto merita rispetto… La curiosità sarà punita, come da sempre insegna la fiaba di Barbablù. Con tutte le sue varianti, compresa questa nuova favola postmoderna che scombina le carte, scambia i ruoli, gioca coi colori….

Il colore è il piacere ultimo. E’ talmente vero che in giapponese – scrive Amélie Nothomb – “colore” può essere sinonimo di “amore“. Che qui fa rima soprattutto con stupore… O con lo splendore dell’oro, l’alchemica immagine con cui Barbablù conceda il lettore. L’oro, il top del colore, l’acme del giallo che – in questo sorprendente noir – dispiega tutte le sue sfumature, tra lampi d’oscura follia e scatti di luminosa fantasia.

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Così è la vita, amore mio… il romanzo di Maria Sardella

marzo 8, 2013 in Recensioni

Copertina romanzo Maria Sardella così èUn pezzo di terra fresca di vita e prodiga di ombre… E’ il giardino che, nel sole di Puglia, sta attorno alla casa; dentro, due genitori e una storia bella, aspra, densa.

Così è la vita, amore mio (Altrimedia pp.99 €12) è il titolo del romanzo di Maria Sardella Leggi il resto di questa voce →

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Il partigiano Primo Levi

marzo 4, 2013 in Recensioni

Primo LeviNel luglio 1986 feci una lunga intervista a Primo Levi (Bresciaoggi, 26-7-1986). Mi aveva sconvolto il suo ultimo libro I sommersi e i salvati, che è anche il titolo di un capitolo di Se questo è un uomo. L’anno dopo, Primo Levi moriva.

In quell’intervista gli avevo chiesto, tra l’altro, di dirmi qualcosa sul periodo antecedente ad Auschwitz. Mi rispose che lo sentiva come un periodo opaco, vissuto con altri giovani sprovveduti e sciocchi, un periodo da dimenticare.

Eppure fu proprio dall’ottobre 1943 al febbraio 1944 che Primo Levi partecipò alla Resistenza, fu catturato e inviato a Fossoli e poi al Lager. Di quei quattro mesi si sapeva molto poco, poche lettere, qualche testimonianza orale di amici. Ora è stato pubblicato un saggio che racconta quei giorni anche attraverso indagini d’archivio Leggi il resto di questa voce →

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Occhi viola

gennaio 31, 2013 in Recensioni

occhi-violaSangue e suspense. Molto orrore e un amore tanto forte da oltrepassare la morte… E poi colori vivi, evidenti fin dal titolo: Occhi viola (Ego ed. pp.103 €8), il nuovo libro di Fabio Mundadori.

E’ veloce e scattante il ritmo del racconto: un abile intreccio di fatti e mis/fatti narrati con chiara evidenza visiva, disegnati con ampia varietà di colori. Dalla fredda luce della luna al rosso delle candele accese nelle sataniche messe nere, dal viola della violenza – esercitata (e subita) – dalla protagonista Viola al mortuario pallore di Alba, co-protagonista nascosta.

Ma è dall’inquietante pieve rossa di campagna che prende avvio la storia, con l’incoscienza travestita da coraggio di un bambino alle prese con cupe ombre, presenti e passate… Un buio su cui è chiamato a far luce il commissario Sammarchi che qui – nelle vaste proprietà terriere dei Palmieri – svolge le sue indagini. Ed è un crescendo di sorprese dal primo omicidio a certi malefici riti, a vili, impensabili tradimenti… Un’inchiesta che varca i confini del noir e che – tra fughe e fuochi, tragici abbandoni e potenti esplosioni – fa di questo giallo ben congegnato uno sguardo (viola?) sul mondo; e sull’immondo: traffici e spacci, armi, droga, sesso coatto; blasfeme incarnazioni del Male (la sacerdotessa demone, l’infernale Decatriade…). E poi il Potere di chi – Padrone Supremo – manovra tutto, corpi e menti, tra cliniche private e pubbliche mangerie…

Ma è anche la forza – caparbia e solidale – delle donne, una misteriosa con/fusione di idee, e persino di identità, a far brillare gli Occhi viola di Fabio Mundadori.

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Figli della notte

gennaio 31, 2013 in Recensioni

BianconiRaddrizzare il mondo, col piombo, il tritolo, la dinamite. Anni 70 e oltre. Lotte dure, cruente; tragici lutti di una lunga Notte della Repubblica. Lo sa bene chi resta: chi sopravvive a una strage, chi – nel vuoto di un’assenza improvvisa – si trova solo. Magari orfano. Come i tanti Figli della notte (Dalai ed. pp. 391 €18), al centro del denso, corposo lavoro di Giovanni Bianconi, inviato speciale del Corriere della sera, impegnato nelle più importanti vicende di giustizia e di cronaca. Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi dice il sottotitolo di un libro che ripercorre i passaggi più significativi della nostra recente storia con una narrazione che intreccia privati s entimenti e pubblici eventi, dati, riflessioni e testimonianze toccanti.

Carlo, Silvia, Michele (Bontempi) con Giorgio (Trebeschi), Massimo,  Gianni, Caterina, Giuseppe, Sergio, Roberta, Luca. Dieci nomi diversi; ciascuno fa da incipit ai dieci capitoli che dalle ferite dei figli risalgono ai padri ammazzati e – allargando il contesto – alle centinaia di vittime di una lotta armata che colpisce alla cieca, con stragi indiscriminate, o con uccisioni mirate contro i servi dello Stato, rappresentanti delle istituzioni, bersagli disumanizzati da colpire in quanto simboli… Nel libro invece sono persone con nome, cognome, idee, affetti e famiglie che, lacerate, tentano poi di ricucire, di ripartire.

Come Carlo, figlio di Giovanni Arnoldi, una delle vittime della bomba che squarciò l’Italia intera. 12 dicembre 1969: 17 morti, 90 feriti. 36 anni di un calvario giudiziario e nessun colpevole. Anche a Milano Ingiustizia è fatta, come titola il capitolo dedicato a Brescia, piazza Loggia: tutti assolti. Restano le responsabilità storiche di un paese che Bianconi fotografa in tutta la sua contradditoria fragilità, tra oscure trame eversive, pesanti depistaggi istituzionali e follie rivoluzionarie. Sparatorie, ferimenti, assassini, rossi o neri, dal mondo neofascista – Ordine Nuovo, Ordine Nero, Anno zero, Nuclei Armati Rivoluzionari – a quello comunista: Brigate Rosse, Nuclei Armati Proletari, Prima Linea…

E tra i tanti padri cadono: Graziano Giralucci, fascista atipico giustiziato a Padova (’74); Francesco Coco, magistrato e padre all’antica (’76); l’appuntato Domenico Ricci, uomo della scorta di Aldo Moro (’78),  il maresciallo Mariano Romiti (’79), i magistrati Guido Galli e Mario Amato (’80), Roberto Peci (’81), il prof. venuto da Boston, Ezio Tarantelli… Padri di quei Figli della notte e del lutto che, crescendo, s’interrogano sul senso della vita, e di una Storia che qui è memoria viva e coinvolgente.

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