Kafka a Milena: la nostra è una storia a tre (5)

ottobre 15, 2024 in Approfondimenti

Milena Jesenskà

Milena Jesenskà

Nell’aprile 1920 per curare la tubercolosi, Kafka va a Merano. Lì riceve la lettera di una donna ceca che vive a Vienna, Milena Jesenskà che gli chiede l’autorizzazione a tradurre dei suoi racconti in ceco per pubblicarli su “La tribuna”, un giornale dove lei faceva le prime esperienze. Colta, intelligente e sensibile, Milena aveva notato la superiorità di Kafka sugli altri scrittori. Naturalmente Kafka conosceva il ceco, ma quello d’ufficio, aveva frequentato sempre e solo scuole tedesche, come i suoi amici, quindi il suo ceco non era letterario.

Milena è una donna eccezionale su cui si sono scritti vari libri. Figlia del professore universitario Jesensky, uno dei maggiori esperti di chirurgia mascellare, diplomata al ginnasio femminile Minerva di Praga, aveva un carattere forte e appassionato, era disinvolta, sprecona, viveva una vita sregolata e caotica per cui una volta fu anche denunciata per furto che lei giustificò come un attacco erotico. Una vita completamente diversa da quella riservata di K. il quale scrive a Brod: Lei è un fuoco vivo come non ne ho mai visti, ed è molto delicata, coraggiosa, intelligente e getta tutto nel sacrificio o, se vogliamo, lo ha acquistato mediante il sacrificio. Leggi il resto di questa voce →

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Il piacere di uccidere un negro

agosto 23, 2024 in Approfondimenti, Recensioni

Uccidi copertinaL’ampio testo (p.300) di Tu uccidi. Come ci raccontano il crimine di Antonio Paolacci e Paola Ronco, ed. effequ è il viaggio attraverso i più noti delitti italiani per approdare al nostro pensiero e sensibilità di oggi: i pregiudizi e l’ignoranza, debitamente sostenuti dalla trivialità dei mass media: la vicina di casa e un amico promossi criminologi, anche il sindaco e il parroco se c’è tempo: era una ragazza solare, un lavoratore che usciva tutte le mattine alle sette, sì qualche volta discutevano, ma non avrei mai pensato. Questo è un paese tranquillo.

Oggi, tranne un caso che analizzeremo più per esteso, gli autori mostrano che accarezziamo il delitto con morbosa e superficiale curiosità, soprattutto con ferme convinzioni: di fronte a un negro, una prostituta, un tossico le reazioni sono simili e svaniscono in fretta. Il desiderio comune è che tutto torni come prima, che anche il dolore finisca sotto il tappeto. Leggi il resto di questa voce →

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La risposta che aspetto: perché la Guerra?

agosto 8, 2024 in Approfondimenti, Recensioni

Sul-nazionalismo copertinaFascismo-e-democrazia_large copertinaOra che i circa 70 anni di pace in Europa (ma non dimentichiamo le guerre dei Balcani, 1991-2001) sono finiti, credo sia utile, prima di arrivare all’oggi, affrontare il tema perché la guerra, cominciando da chi studiò le cause di quelle moderne dagli anni Trenta del Novecento.

Inizierei da due piccoli libri parzialmente inediti di George Orwell, l’uomo dai mille mestieri, volontario nella guerra civile spagnola, l’anarchico che più di tutti ha letto il futuro come un libro aperto: Sul nazionalismo e Fascismo e democrazia, trad. Davide P. Ferrero, ed. Lindau.

Il primo libro è composto da cinque interventi datati 1940-1942, quindi nel pieno della guerra mondiale e raccoglie articoli su giornali, una trasmissione alla BBC, la recensione della fantasia radiofonica di Orson Wells, L’invasione da Marte. Leggi il resto di questa voce →

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Il blu di Persia è il canto del blues

giugno 30, 2024 in Persia, Recensioni

Copertina bluUn ballo triste e nel contempo scatenato, il blues, e un blu che lo interseca, ma nell’incontrarlo libera la forza che unifica il mosaico e lo fa suonare come suona un blues.

La psicoanalista iraniana Gohar Homayounpour, nata a Parigi, prima residente in Canada, ora tornata a Teheran, ha scritto un libro che già nel titolo, come nell’insieme del libro, è una sinestesia: Blues a Teheran, la psicoanalisi e il lutto, ed. Raffaello Cortina.

Un libro scritto nel blu: blues e blu, scrive l’autrice. Il blu di Persia dall’azzurro all’indaco, un colore che dal chiaro sfocia nelle gamme scure, frequente nelle moschee e nei palazzi, e il blues che nasce dal profondo Sud americano, dal canto degli schiavi condotti in America, canto di dolore, ma anche energico, come la canzone di Duke Ellington Blues di Isfahan, la città più bella dell’Iran, un’antica capitale. Leggi il resto di questa voce →

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È bello l’aprirsi della profondità femminile, ma non basta (4)

giugno 11, 2024 in Approfondimenti

 

"Scarabocchi" di Kafka

“Scarabocchi” di Kafka

Il tribunale, come Kafka chiama la rottura del fidanzamento con Felice (12 luglio 1914) è seguito da un periodo di grande creatività: K scrive Il processo, un nuovo capitolo del Fochista, poi chiamato America da Brod, e un racconto terribile: Nella colonia penale, in cui possiamo, senza retorica, specchiare l’orrore del nostro tempo.

Ma i due si ritrovano il 24 gennaio 1915 in Renania a Bodenbach. Kafka scrive nei Diari: Non dobbiamo torturarci ancora a vicenda (…) ci siamo trovati immutati. Ognuno dice tra sé che l’altro è inflessibile e spietato. Io non rinuncio alla mia esigenza di vivere in modo fantastico soltanto per il mio lavoro. Lei vuole la mediocrità, la casa comoda, il vitto abbondante, il sonno dalle undici di sera in poi, la camera riscaldata, e regola il mio orologio che da un trimestre anticipa di un’ora e mezzo sul minuto giusto. Ed è dalla parte della ragione (due ore siamo stati insieme in camera. Intorno a me soltanto noia e sconforto). Stando insieme non abbiamo avuto ancora un momento buono durante il quale io avessi respirato liberamente. Leggi il resto di questa voce →

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Quando la politica infilza la cultura e si ritrova infilzata

marzo 21, 2024 in Approfondimenti, Recensioni

283f0aeb3159a88989496fe75f92a074_w200_h_mw_mh_cs_cx_cyA 140 anni dalla nascita della propria casa editrice Daniele Olschki ne richiama l’avventura ripercorrendone la vita in una breve densa memoria (p. 38) Gioverà ricordare, meminisse iuvabit, pubblicata dallo stesso Olschki, con prefazione di Liliana Segre che corregge il sottotitolo da “sarà utile ricordare” con un “ricordare è necessario, un dovere per ciascuno e per tutti, per i singoli cittadini e per le Istituzioni”.

L’attenzione di Daniele si appunta soprattutto sul fondatore Leo Samuele, poliglotta e bibliofilo che, proveniente dalla Prussia orientale, iniziò l’attività di editore, stampatore e antiquario a Venezia. Si trasferì pochi anni dopo a Firenze dove il rapporto con dei magnati americani fece decollare l’iniziativa e lo rese noto, tanto che un giovanissimo Vittore Branca lo ricordava come “il favoloso principe dei bibliofili, l’amico di imperatori e di re, dei Morgan e degli Action, di D’Annunzio e di Rilke”.

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale iniziano però le difficoltà. Il nazionalismo italiano si abbatte sulla Germania, su di lui che da là proviene, sull’editrice attraverso i giornali: l’Olschki tedesco ed ebreo, la faccia sorridente e pingue dal naso aquilino. Date le evidenti minacce, Leo si sposta a Ginevra da dove continua, a dirigere l’editrice e dove apre una nuova sede, fermo nei suoi convincimenti sull’affermarsi finale di quella Humanitas cui sempre faceva riferimento e che, nella sua convinzione, avrebbe alfine vinto sulla brutalità della guerra. Leggi il resto di questa voce →

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Al vertice del triangolo d’amore c’è Franz Kafka (3)

marzo 6, 2024 in Approfondimenti

Praga, monumento a Kafka

Praga, monumento a Kafka

A Felice: Sarò sempre tuo                               A Grete: Lei è primaverile, mi rende felice

Devo correggermi: una lettrice osserva che tra i massimi scrittori del Novecento, citati nella precedente puntata su Kafka, va inserito almeno Thomas Mann. Ha ragione. Erano anche contemporanei, se così si può dire di uno che visse 80 anni e l’altro 40.

Nel precedente articolo prevedevo di scrivere dei due triangoli amorosi di Kafka, invece sono così complessi che ora posso scrivere solo una parte del primo, il seguito la prossima volta.

Entrare in un triangolo- un uomo e due donne o una donna e due uomini, tralasciando altre combinazioni, richiede nel nostro caso buoni occhiali, perché il triangolo è geografico: Vienna, Praga, Berlino; è nazionale: tedesco, ceco, ebreo, coinvolge (un uomo) Kafka e due donne, si consuma nella prima metà di un secolo sconvolto dalle guerre balcaniche, dalla Grande guerra e da potenti scoperte scientifiche (ad es. Einstein, Planck, Freud) e novità culturali (Heinrich e Thomas Mann, Wedekind, Rilke, Klee, Klimt, Benjamin, Mahler, Schonberg, Stravinskij, Prokof’ev). Leggi il resto di questa voce →

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Le donne della bellezza, la bellezza nella storia

febbraio 1, 2024 in Recensioni

copertina donne sacreSe il naso di Cleopatra fosse stato più corto… Chissà perché Blaise Pascal sognava Cleopatra, la “donna fatale” dell’antichità: un profilo affilato, capelli nerissimi, pelle bruna ambrata, occhi verdi. Così la presentano Franco Cardini e Marina Montesano in Donne sacre. Sacerdotesse e maghe, mistiche e seduttrici, ed. Mulino.

Naturalmente in ogni epoca la bellezza ha i propri canoni. Le statue e i poemi greci segnano un’epoca, mille anni dopo ci abbagliano le celluliti di Rubens. Superba era l’imperatrice bizantina Teodora, occhi grandi che dominano un volto triangolare; nel Novecento le smaglianti Soraya regina di Persia ed Eva Peròn, signora dell’Argentina (cadute ambedue, caddero politicamente i loro mariti: la storia sa vendicarsi), nel cinematografo lasciarono un segno Brigitte Bardot, Audrey Hepburn e tante altre.

Non è un mio elenco, sono alcune personalità che illuminano passaggi su cui gli autori si soffermano per ricordarci che tutto inizia in una grotta preistorica da cui esce una figurina di pietra, dal grosso seno e fondoschiena, archetipo di tutte le possibili donne, alcune adorate come Maria di Nazareth, altre sedotte o seduttrici dagli esiti perversi: Pandora, Elena, Clitemnestra, Medea. Leggi il resto di questa voce →

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L’anarchico socialista Franz Kafka (2)

gennaio 23, 2024 in Approfondimenti

Kafka giovaneÈ piuttosto comune pensare Kafka, con Proust il più grande scrittore del Novecento, come un uomo chiuso in una soffitta a macerarsi in fantasie onanistiche che lo tramutavano in scarafaggio, scimmia e marmotta, con amori falliti e sensi di colpa immaginari e masochistici.

Al contrario, Kafka – oltre a molti incontri amorosi- ebbe ideali e una pratica politica che non abbandonò mai.

Comincia giovanissimo a criticare la comunità ebraica, frequentata anche dal padre (contro cui scrisse la Lettera al padre) trovando intollerabile che le alleanze di fede diventassero alleanze d’affari, che la comunità religiosa si trasformasse in circolo sociologico e culturale. Una comunità senza etica. Così come era insegnata e praticata, la storia degli ebrei gli sembrava una fiaba e delle religioni pensava che si perdono come gli uomini.

A sedici anni aderisce al socialismo, idea alla quale resta fedele per tutta la vita. Leggi il resto di questa voce →

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Amori seri e goliardici del giovane Kafka (1)

gennaio 3, 2024 in Approfondimenti

Il giovane Kafka

Il giovane Kafka

Nel 1906, sul colle di san Lorenzo sopra Praga, un uomo di 23 anni si interroga inquieto. Si tratta di Franz Kafka, dottore in giurisprudenza (col voto di sufficiente): Consideravo i desideri che avevo riguardo alla vita. Risultò che il più importante era quello di arrivare a una visione della vita che pur nel suo naturale cadere e risalire, nello stesso tempo potesse essere vista come un nulla, un sogno, un essere sospesi.

Il nulla, il sogno, l’essere sospeso, un’idea nichilista di sé e del futuro. Ma a quell’età Kafka non ne era certamente maturo e dentro gli urgeva una fresca voglia di vivere, se pure con una sotterranea minaccia. La sua costituzione fisica era fragile: già nell’estate del 1903 aveva soggiornato al Sanatorium (che in tedesco significa semplicemente “Casa di cura”) di Weisser Hirsch, vicino a Dresda. L’anno dopo iniziò a scrivere Descrizione di una battaglia.

Nell’estate del 1905 in un altro Sanatorium, lo Schweinburg a Zuckmantel (Slesia) incontra il primo amore. Nei Diari scrive d’essere stato in intimità con lei, ma lei era una donna e io un ragazzo. Che fosse un ragazzo a 22 anni è evidentemente una frottola, e ne ha raccontate altre, come ogni scrittore. Su quell’incontro non si sa altro. Leggi il resto di questa voce →

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