Mad Max: migrazione e circolarità
giugno 16, 2015 in Approfondimenti, Cinema
Una lite furibonda con un amico, la sensazione che un rapporto sia guastato per sempre, eppure il giorno dopo è ancora lì, che non se ne va. Fa parte dell’ambiente circostante, bisogna farci i conti. Essere lasciati da un grande amore, andarsene via in cerca di un nuovo orizzonte, ma i fantasmi sono ancora lì, perché il mondo è mediato dalle nostre percezioni. E’ tutto ancora lì che non se ne va. Le guerre più devastanti che si possano immaginare: la Grande Guerra, la Shoah, la bomba atomica, ma è tutto ancora lì. Poi le torture, i massacri, le crudeltà. Infine, la grande crisi del capitalismo. E il capitalismo è ancora qui, che non se ne va. Un deserto sconfinato, c’è solo sabbia e sale. Dice Zizek che è più facile nella nostra epoca immaginare la fine di ogni cosa piuttosto che un mondo diverso. Una volta ci si immaginava come sarebbe stato un mondo in cui avesse vinto il nazismo, oppure con speranza si immaginava il nuovo mondo comunista senza classi. Ora invece, dimostra il cinema, il nostro immaginario produce centinaia di ipotesi diverse su come potrebbe essere la fine: è il filone dei disaster movies. Non per niente i film di fantascienza, quelli che un mondo diverso lo immaginano, anche se quasi sempre distopico, sono tutti tratti da libri degli anni ’60 e ’70. Poi ci sono i film post-apocalittici, come Mad Max. Leggi il resto di questa voce →