A2A taglia gli utili: una proposta al Comune per rilanciare il volontariato
gennaio 22, 2013 in Approfondimenti da admin
Facciamo due conti: A2a, nell'altra vita Asm, riconoscerà agli azionisti nel prossimo triennio, secondo calcoli degli addetti ai lavori, 100 milioni di euro. La stessa cifra che in un anno solo, il 2008, venne distribuita sotto forma di dividendo. Una bella differenza, non c'è che dire. Milione più milione meno, che non sono bruscolini, significa che il Comune di Brescia con il suo 27 per cento di azioni beneficerà di 27 milioni nel triennio, ovvero appena 9 milioni l'anno. Se si guarda agli anni scorsi c'è di che rabbrividire.
Lasciamo perdere ora le diatribe sulle strategie societarie, e proviamo a riflettere sulle conseguenze che il calo degli utili comporterà per il bilancio comunale e la spesa corrente in particolare.
Meno soldi significherà automaticamente per chiunque governerà la città un faticoso lavoro per la definizione degli standard da garantire ugualmente e una ulteriore selezione della spesa e dei criteri ai quali assoggettare i cittadini perché godano dei servizi.
Se aggiungiamo che l'economia vive ormai da un lungo periodo una situazione di profonda crisi, che ha drasticamente ridotto occupazione, salari e potere di acquisto, si rischia di attivare una tenaglia dagli effetti micidiali per i cittadini. Meno soldi pubblici, meno servizi, e dall'altra parte meno capacità di spesa per fronteggiare le diverse situazioni quotidiane.
Quando la situazione economica migliorerà (è una dichiarazione di ottimismo), difficilmente si tornerà a godere del livello delle prestazione passate. E’ opportuno quindi sin da ora chiedersi che cosa fare, soprattutto l'ente pubblico che cosa può fare. Mi permetto allora un suggerimento: si avvii un confronto con il mondo del volontariato e dell'associazionismo per trovare forme di collaborazione che mettano in rete e a disposizione della comunità servizi e professioni.
Brescia ha messo in mostra una innumerevole quantità di soggetti impegnati nel mondo del volontariato con le caratteristiche dell'impresa sociale. Ritengo che in generoso contenitore ci siano risorse alle quali il Comune può proporre una forma di collaborazione, di partecipazione a una serie di compiti.
Perchè non pensare ad una sorta di 118 dei servizi, sulla falsariga di quanto è accaduto in tempi ormai lontani con il servizio di emergenza e pronto soccorso?
Dalle ambulanze in partenza dai singoli ospedali si è passati ad una rete vasta, ben articolata delle associazioni di volontariato che oggi espletano un servizio fondamentale. Perchè non riflettere su una analoga organizzazione di un'ampia serie di servizi che prevedano l'affidamento a strutture del volontariato? Si tratta di creare un luogo in cui le risorse del pubblico e le risorse professionali del volontariato si incontrino e insieme riflettano su come continuare a garantire le prestazioni sociali, le risorse disponibili ed a quali altre fonti attingere (l’Europa?).