Cecilia e le streghe

gennaio 20, 2022 in Recensioni da Roberta Basche

Cecilia e streghe-copertinaLa malinconia riveste i luoghi e le persone in Cecilia e le streghe, primo romanzo di Laura Conti pubblicato nel 1963 ed ora riproposto dall’editore Fandango in una veste grafica che, con l’immagine crepuscolare di copertina, allude alla presenza di “streghe” (e “stregoni”).

Nel testo le protagoniste sono Cecilia, la figlia Tea e la dottoressa, narratrice di cui non conosciamo il nome, alle quali si accostano e sovrappongono le loro stesse emozioni, come fossero personaggi autonomi.

La storia racconta l’incontro tra Cecilia e la dottoressa (la stessa autrice, medico, dichiarò in un’intervista di aver preso spunto da una vicenda personale “trasfigurata per esigenze narrative e dovere di riservatezza”) in una Milano di metà agosto, città nascosta, segreta, che si lascia scoprire solo dai pochi rimasti a sopportarne la calura estiva.

La narratrice, colpita dal contrasto madre e figlia, l’una affaticata, stanca, magra, fragile, l’altra piena di vita e saltellante, le avvicina.

Cecilia è una giovane donna toscana giunta a Milano alla ricerca di un noto professore nella speranza di curare le metastasi di un tumore ai polmoni per il quale era stata operata tre anni prima.

La dottoressa si accosta a Cecilia spinta dalla curiosità, dalla pietà e dal desiderio di aiutarla e, abbandonando parzialmente la veste professionale, si apre ad una relazione di amicizia.

Scrive Conti “Per tutto quest’anno sono stata, di fronte a Cecilia, in vacanza (come medico s’intende)(..) persino, in certi momenti mi spogliavo delle nozioni acquisite di patologia e di clinica, cercavo di cancellare da me tutto quel che sapevo, se questa era la condizione indispensabile per coltivare un’esile speranza

Non manca il paternalismo nelle parole della co-protagonista.

Era mai possibile che i medici le avessero detto così spietatamente tutta la verità? So per esperienza che si mente fino all’ultimo: proprio con lei nessuno aveva avuto la pietà di mentire?

E ancora ..

Difatti proporre a Cecilia di uscire dall’Istituto sarebbe stato come dirle che ormai non si poteva far più nulla per lei. Queste cose i malati le capiscono: ma non bisogna mai, assolutamente mai, darne loro conferma. Decisi di ricorrere a una bugia

 

Nel romanzo appare fugacemente il marito di Cecilia, una figura meschina alla cui presenza la giovane donna deve fingere perché non è libera di raccontare se stessa né può ricevere conforto.

Le azioni e i pensieri della giovane donna oscillano tra poli opposti: la ricerca del professore milanese che la guarisca e la reticenza a varcare la soglia dell’ospedale, il desiderio di vivere e il pensiero di lasciarsi andare considerando la morte come una scelta, la condivisione della propria situazione con la dottoressa e l’allontanamento da qualsiasi persona amica.

 

In tutto il testo si riflette sul dolore, sulla malattia, sul rapporto medico-paziente e sull’ autonomia di scelta della persona ammalata.

E’ cambiato oggi il rapporto medico paziente nelle situazioni in cui la morte è prossima? Che cosa rimane del paternalismo? Quanto sono rispettate le volontà del malato?

 

La narrazione trabocca di calore, affetto, dolcezza verso Cecilia e allo stesso tempo si avvertono la frustrazione, l’impotenza e l’incapacità della dottoressa (e di chiunque stia accanto ad un malato grave) di comprenderla a fondo nel dolore.

 

Ci si immagina di poter condividere, se non il destino di un altro, almeno la pena che questo destino suscita: e se non di poterla condividere, almeno di poterla comprendere; e si finisce poi con l’accorgersi che questo è impossibile. Si comincia con la simpatia che affratella e si finisce con la compassione che umilia, che estrania

 

Laura Conti affronta anche il tema religioso, sia negli aspetti consolatori che può avere nella malattia terminale sia nelle manifestazioni bigotte e ipocrite che stravolgono la libertà di pensiero di Tea, la bambina di Cecilia.

L’aborto clandestino, tema importante del successivo Una lepre con la faccia di bambina è accennato nella sua tragicità anche in questo primo romanzo.

Ed infine, il titolo, Cecilia e le streghe.

Chi sono le streghe?

Solo al termine della narrazione scopriamo come la disperazione e la rassegnazione condurranno Cecilia verso le maglie di un mondo privo di scrupoli ai quali neppure la dottoressa riuscirà a strapparla.

di Roberta Baschè

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