Come presentare una proposta editoriale davvero efficace
novembre 15, 2013 in Approfondimenti da Beatrice Orini
Che cosa sapere e quali errori evitare per farsi pubblicare da case editrici non a pagamento. Questo il tema dell’incontro svoltosi sabato 9 novembre all’interno del ricco programma della Rassegna della MicroEditoria 2013, presso Villa Mazzotti a Chiari.
Protagonisti dell’evento, due giovani editori di realtà medio-piccole ma di qualità: Silvia Lombardo di Bel-Ami Edizioni e Andrea Malabaila di Las Vegas Edizioni. Al centro della riflessione, il libro di Amalia Maria Amendola, Come presentare una proposta editoriale. Trucchi e consigli per farsi pubblicare (Bel-Ami Edizioni, 2011, 12 euro). Quali sono dunque i passi da compiere per raggiungere la pubblicazione? Innanzitutto, è fondamentale capire a chi mandare il manoscritto: prima dell’invio, bisogna esseri sicuri che il genere scelto rientri nella strategia editoriale della casa editrice a cui ci si indirizza. Per raccogliere informazioni al riguardo, è utile recarsi in libreria o ricorrere alle community online specializzate, come Writer’s Dream. I relatori sconsigliano di affidarsi a case editrici che pubblicano a pagamento: L’editoria – sostengono – è un lavoro imprenditoriale, vuol dire assumersi il rischio di impresa. L’editoria a pagamento va a rovinare il mercato, pubblicando libri di dubbio valore letterario e di scarsa qualità editoriale. Il suggerimento è investire andando alle fiere dei libri, per scoprire come funziona il mondo dell’editoria, poi leggere tanto e magari frequentare un valido corso di scrittura. Tenendo comunque presente, come scrive Amendola, il triste paradosso dell’editoria italiana: gli scrittori e le pubblicazioni sono sempre in aumento, ma i lettori non sono mai abbastanza.
In questo scenario, come inviare una proposta editoriale convincente?
Per prima cosa, si raccomandano Lombardo e Malabaila, bisogna leggere con attenzione le modalità di invio di ogni casa editrice, rispettandone le regole. In generale, la spedizione del manoscritto, o di un capitolo campione, è accompagnata da una lettera di presentazione, dall’indice e la sinossi. Nella lettera introduttiva – consiglia Lombardo – scrivete in modo breve e pulito chi siete, l’argomento del libro e come questo potrebbe legarsi alla strategia editoriale. Date, se possibile, la vostra disponibilità alla promozione del libro.
Nella sinossi bisogna invece descrivere, nel caso di un romanzo, le scene salienti e i personaggi principali, oppure, se si tratta di un testo non di finzione, l’organizzazione e la sequenza delle argomentazioni. Fondamentale anche qui è la sintesi. Dichiara Malabaila: Non sbrodolate (la sinossi non dovrebbe superare una cartella) ed evitate gli errori di ortografia. Limitatevi al lavoro di scrittori o aspiranti tali, senza preparare, per esempio, la copertina del libro: le case editrici hanno i loro grafici e illustratori. Se volete essere pignoli – prosegue Lombardo – aggiungete la sinossi dei singoli capitoli.
Per quanto riguarda il manoscritto, l’incipit è fondamentale per catturare l’attenzione e segnare il destino dell’opera: Tenete presente – afferma Malabaila – che è la prima e forse unica cosa che l’editore leggerà. Una piccola casa editrice riceve qualcosa come 250/300 manoscritti al mese e sarebbe impensabile leggerli tutti interamente. Per lo stesso motivo, l’autore deve avere pazienza: gli editori non rispondono subito, anzi, il tempo d’attesa di una risposta può variare dai tre mesi all’anno. Nonostante le piccole case editrici pubblichino pochissimi titoli all’anno – conclude Malabaila – se il testo vale, prima o poi una casa editrice interessata la si trova. D’altronde, scrive Amendola nel suo manuale, non è tanto difficile trovare un editore, quanto fare in modo che l’editore si accorga di voi.