Figli della notte

gennaio 31, 2013 in Recensioni da Piera Maculotti

BianconiRaddrizzare il mondo, col piombo, il tritolo, la dinamite. Anni 70 e oltre. Lotte dure, cruente; tragici lutti di una lunga Notte della Repubblica. Lo sa bene chi resta: chi sopravvive a una strage, chi – nel vuoto di un’assenza improvvisa – si trova solo. Magari orfano. Come i tanti Figli della notte (Dalai ed. pp. 391 €18), al centro del denso, corposo lavoro di Giovanni Bianconi, inviato speciale del Corriere della sera, impegnato nelle più importanti vicende di giustizia e di cronaca. Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi dice il sottotitolo di un libro che ripercorre i passaggi più significativi della nostra recente storia con una narrazione che intreccia privati s entimenti e pubblici eventi, dati, riflessioni e testimonianze toccanti.

Carlo, Silvia, Michele (Bontempi) con Giorgio (Trebeschi), Massimo,  Gianni, Caterina, Giuseppe, Sergio, Roberta, Luca. Dieci nomi diversi; ciascuno fa da incipit ai dieci capitoli che dalle ferite dei figli risalgono ai padri ammazzati e – allargando il contesto – alle centinaia di vittime di una lotta armata che colpisce alla cieca, con stragi indiscriminate, o con uccisioni mirate contro i servi dello Stato, rappresentanti delle istituzioni, bersagli disumanizzati da colpire in quanto simboli… Nel libro invece sono persone con nome, cognome, idee, affetti e famiglie che, lacerate, tentano poi di ricucire, di ripartire.

Come Carlo, figlio di Giovanni Arnoldi, una delle vittime della bomba che squarciò l’Italia intera. 12 dicembre 1969: 17 morti, 90 feriti. 36 anni di un calvario giudiziario e nessun colpevole. Anche a Milano Ingiustizia è fatta, come titola il capitolo dedicato a Brescia, piazza Loggia: tutti assolti. Restano le responsabilità storiche di un paese che Bianconi fotografa in tutta la sua contradditoria fragilità, tra oscure trame eversive, pesanti depistaggi istituzionali e follie rivoluzionarie. Sparatorie, ferimenti, assassini, rossi o neri, dal mondo neofascista – Ordine Nuovo, Ordine Nero, Anno zero, Nuclei Armati Rivoluzionari – a quello comunista: Brigate Rosse, Nuclei Armati Proletari, Prima Linea…

E tra i tanti padri cadono: Graziano Giralucci, fascista atipico giustiziato a Padova (’74); Francesco Coco, magistrato e padre all’antica (’76); l’appuntato Domenico Ricci, uomo della scorta di Aldo Moro (’78),  il maresciallo Mariano Romiti (’79), i magistrati Guido Galli e Mario Amato (’80), Roberto Peci (’81), il prof. venuto da Boston, Ezio Tarantelli… Padri di quei Figli della notte e del lutto che, crescendo, s’interrogano sul senso della vita, e di una Storia che qui è memoria viva e coinvolgente.

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