Conoscere la Russia per capire l’Europa: “Europe. La Russia come frontiera” di Vittorio Strada
luglio 4, 2014 in Approfondimenti, Recensioni da Elisa Masneri
Vittorio Strada è il più rinomato studioso di letteratura e cultura russa d’Italia, autore di numerosi saggi e ideatore della Storia della letteratura russa in sette volumi.
Con questo saggio, edito da Marsilio, Strada esplora il difficile rapporto tra Russia ed Europa lungo i secoli, nei suoi aspetti storici, politici, religiosi e culturali.
Questo saggio però non è solo un’interessante trattato sull’identità russa: la contemporaneità si insinua tra le riflessioni storiche con la drammaticità della questione ucraina. Come la Russia è sempre stata il ponte tra l’Europa e l’Asia, oggi l’Ucraina si pone come ideale collegamento tra Europa e Russia, due realtà ancora molto lontane, nonostante la geografia. L’Ucraina ha pagato, e continua a pagare, il fatto di essere a cavallo di due culture, quella europea e quella russa, molto diverse e ancora distanti.
La tragedia del “destino storico” della Russia, scrive Strada citando Bulgakov, è “la tragedia della solitudine e dell’isolamento culturale”, iniziato con lo scisma tra la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente. E se lo strappo religioso alzò un muro che isolò la Russia dall’Europa per secoli, il laico pensiero dell’illuminismo ricucì la ferita, grazie alla lungimirante visone di Pietro il Grande, che diede inizio ad un processo di controllata “modernizzazione” amministrativa e culturale, con l’obiettivo di rendere l’impero una potenza europea. La linea che divideva Europa e Russia divenne transitabile, ma la Russia rimase sempre “altro” dall’Europa, come sostiene il pensiero eurasiatico.
L’apertura verso il vecchio continente non toglie l’influsso delle radici mongole, dalle quali l’impero trae la cultura statale: lo stato e la religione, ereditata dall’impero bizantino, sono ancora oggi i due pilastri sui quali si poggia lo stato russo.
La storia russa è lunga e complessa, difficile racchiuderla in un volume di un centinaio di pagine, eppure Strada riesce a toccare esaustivamente ogni aspetto di rilievo: nel raccontare la rivoluzione bolscevica, riflette sul concetto di impero e sul nuovo stato multi nazione nato dal crollo dell’impero zarista.
Nel capitolo conclusivo si torna a parlare di contemporaneità, dell’indifferenza russa circa la spartizione della cattolicissima Polonia confrontata con l’attaccamento viscerale verso l’Ucraina, la piccola Russia. Nonostante le vessazioni, iniziate con l’impero zarista, il popolo ucraino è riuscito nei secoli a costruirsi una storia e una cultura autonoma. A lungo la Russia negò a se stessa l’esistenza dello stato ucraino, arrivando a non riconoscere l’esistenza della lingua locale, considerata un dialetto russo.
L’Ucraina oggi si trova schiacciata tra un’Europa in crisi e una Russia orgogliosa: una situazione difficile, che deve essere superata appellandosi a tutto ciò che storicamente e culturalmente unisce Europa e Russia, nonostante le differenze, come descritto da Strada.
Questo suo ultimo lavoro ribadisce ancora una volta l’importanza della storia come chiave di lettura della contemporaneità: i confini dell’Europa, oggi più che mai, sono storici, riflettono secoli di cambiamenti ed esperienze che è necessario conoscere e ricordare.